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Abusi edilizi tra Barano e Casamicciola, il p.m. insiste

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Il rinvio disposto una settimana fa dal presidente Acierno non è bastato a sciogliere i dubbi del collegio giudicante sulle eccezioni sollevate dall’avv. Cristiano Rossetti. Parliamo del processo che vede coinvolte venticinque persone tra Casamicciola e Barano per reati legati ad alcuni abusi edilizi in relazione ai quali la Procura di Napoli ha ipotizzato, a vario titolo, episodi di falso ideologico, anche in concorso. Come si ricorderà, lo scorso martedì 11 ottobre il collegio presieduto aveva chiesto al pubblico ministero Capuano  una integrazione della documentazione per poter decidere sulle eccezioni sollevate nell’udienza dello scorso giugno dall’avv. Cristiano Rossetti, legale di fiducia dell’architetto Pino Barbieri. Il noto penalista  aveva infatti eccepito la mancanza di qualsiasi proroga delle indagini nei confronti di Barbieri, ufficialmente indagato sin dal febbraio 2009. Di conseguenza, se non ci fossero state altre iscrizioni nel registro degli indagati per altri capi d’accusa, tutti gli atti d’indagine successivi al settembre di quell’anno sarebbero da considerarsi inutilizzabili da parte dell’accusa. Atti d’indagine che comprendono anche le intercettazioni telefoniche, avvenute prevalentemente tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010, e che costituiscono l’oggetto dell’ulteriore questione sollevata dall’avv. Rossetti: le intercettazioni erano state infatti compiute da remoto dalla stazione dei Carabinieri di Ischia, ma solo tramite ascolto, mancando quindi la registrazione normativamente richiesta, rendendole inutilizzabili in giudizio.La Procura invece ritiene che l’ascolto da remoto sia sufficiente a renderle legittimamente utilizzabili.

Ieri mattina il pubblico ministero ha prodotto la copia del registro delle notizie di reato con l’iscrizione dell’architetto Barbieri, e ha poi sostenuto che dopo l’originaria iscrizione nel registro degli indagati, ci sarebbero comunque stati degli aggiornamenti, riservandosi di produrre nella prossima udienza i decreti delle intercettazioni per chiederne l’acquisizione. Tali intercettazioni in alcuni casi riguarderebbero anche altri individui che al telefono avrebbero parlato dell’architetto Barbieri: il p.m. ha fatto sapere di ritenerle comunque utilizzabili. L’affermazione ha provocato l’intervento dell’avv. Rossetti, il quale ha replicato facendo presente al Tribunale che in ogni caso la questione sollevata era di natura diversa:  l’originaria iscrizione è quella del febbraio 2009 e non vi sono iscrizioni successive, perché gli aggiornamenti possono farsi soltanto quando muta la qualificazione giuridica del fatto, mentre ogni nuovo reato deve essere autonomamente iscritto nel registro. Di conseguenza, secondo il difensore, siccome nel caso in esame risultano esserci soltanto aggiornamenti, i termini per le indagini preliminari sono comunque decorsi sin dall’inizio del 2009. Circostanza che, come detto, renderebbe inutilizzabili gli atti d’indagine compiuti dall’autunno di quell’anno in poi, intercettazioni comprese. Per il momento, comunque, i documenti finora prodotti dall’accusa non smentiscono la prospettazione della difesa.

Il presidente Acierno ha quindi rinviato le parti al prossimo 22 novembre, quando il p.m. dovrebbe appunto produrre le presunte nuove iscrizioni nel registro delle notizie di reato oltre ai decreti di intercettazione. In aula, oltre all’avv. Rossetti, erano presenti anche i difensori degli altri imputati, cioè gli avvocati Ida De Maio, Michele Regine, Bruno Molinaro, Mena Giglio e Nicola Nicolella. Unico imputato in aula, il comandante della polizia municipale di Barano, Ottavio Di Meglio. Nonostante i rinvii a breve termine disposti dal collegio giudicante, il processo è a forte rischio-prescrizione, dal momento che i fatti che lo originarono sono avvenuti in prevalenza tra il 2009 e il 2010. Le indagini si conclusero ben quattro anni dopo, nel 2014. È quindi estremamente probabile che il processo sia destinato a cadere sotto la mannaia della prescrizione. Gran parte dei componenti delle amministrazioni di Barano e Casamicciola dell’epoca, come Vincenzo D’Ambrosio e Paolino Buono, oltre a diversi tecnici dei rispettivi uffici tecnici comunali, risultano imputati in questa vicenda, basata su una serie di episodi di presunti favoritismi diretti a evitare l’abbattimento di costruzioni abusive, come risulta nella parte del processo che riguarda Barano, dove alcuni imputati sono chiamati a rispondere anche di abuso d’ufficio. Sull’altro versante, quello riguardante Casamicciola, le indagini e le relative accuse della Procura riguardano due episodi, uno incentrato su un immobile in località Cretaio, per il quale gli inquirenti accusano tecnici e amministratori del comune termale di falso ideologico e abuso d’ufficio per occultare alcuni lavori abusivi compiuti sull’edificio, e l’altro su un fabbricato per il quale sarebbe stata illecitamente modificata la destinazione d’uso oltre ad aver effettuato alcune sostanziali modifiche architettoniche, senza le necessarie autorizzazioni.

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