Abusi sessuali su minore, la Procura indaga su un prete
Su disposizione della Procura i carabinieri hanno sequestrato i dispositivi informatici in dotazione ad un sacerdote isolano a seguito di una perquisizione domiciliare: l’indagine ha preso il via da una dettagliata denuncia

Non è certo la prima volta che la Chiesa ischitana si trova ad affrontare una situazione complessa, ma l’ultimo episodio emerso nella mattinata di ieri ha avuto l’effetto di una vera e propria “esplosione”. Questo nuovo caso si aggiunge infatti a breve distanza da quello di don Antonio Scala, che ha rinunciato all’abito talare dopo essersi innamorato di una donna, sposata e madre di due figli. Tuttavia, l’addio alla vita ecclesiastica sembra quasi impallidire e passare inosservato (nonostante il clamore mediatico che ha scosso la consueta quiete del Comune di Barano e delle frazioni di Vatoliere e Schiappone) di fronte alla vicenda giudiziaria che ha investito (o rischia di investire) un altro sacerdote dell’isola, ora al centro di un’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli. L’autorità giudiziaria, sulla base di una denuncia dettagliata, ha disposto una perquisizione presso l’abitazione del prelato, un personaggio noto e con una lunga esperienza nella comunità locale. Durante l’operazione – eseguita dai carabinieri della Compagnia di Ischia su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli – sono stati sequestrati dispositivi elettronici, tra cui il computer personale e il telefono cellulare del sacerdote. Questo sequestro sembra confermare i sospetti degli investigatori, che stanno esaminando un possibile caso di abusi sessuali su minori.
L’ombra dei precedenti dello Schiappone e di Fontana quando per accuse analoghe, poi provate, un prete fu ridotto allo stato laicale mentre per un altro fu disposta la clausura perpetua
L’intervento condotto dai militari dell’Arma, guidati dal capitano Tiziano Laganà, ha rappresentato il primo step: adesso toccherà ai tecnici nominati dalla Procura analizzare i materiali informatici per verificare se contengano prove o contenuti audiovisivi utili a supportare l’accusa, che si basa su una denuncia minuziosa e specifica. L’esito di queste verifiche rappresenta un punto di svolta per la vicenda: qualora emergessero elementi a sostegno dell’ipotesi accusatoria, l’inchiesta potrebbe prendere una piega dagli effetti potenzialmente devastanti. Al momento, prevale il riserbo assoluto e non sono stati resi noti ulteriori dettagli, ma è evidente che la questione suscita forte preoccupazione, specie in considerazione del precedente recente. Dalla Curia Vescovile di via Seminario, a Ischia Ponte, traspare una comprensibile cautela. Intanto, la Diocesi di Ischia, rappresentata dal vescovo mons. Carlo Villano, ha emesso ieri una nota ufficiale sulla vicenda: “Alcuni organi di stampa locali riportano oggi (ieri per chi legge, ndr) notizie riguardanti un mandato di perquisizione e sequestro a carico di un sacerdote ischitano, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli. Il vescovo, informato direttamente dal sacerdote coinvolto, ribadisce la fiducia nell’operato della magistratura. La delicatezza della fase preliminare impone a tutti un senso di responsabilità e rispetto verso le parti interessate”. L’accusa di abusi su minori, sebbene ancora ipotetica (e questo va sottolineato), riporta la comunità isolana e la Diocesi in un incubo già vissuto, richiamando alla memoria due casi simili del passato. Nel 2016, sotto l’episcopato di mons. Pietro Lagnese, don Nello Pascale, parroco presso la chiesa dello Schiappone, fu ridotto allo stato laicale per accuse analoghe, mentre don Giovanni Trofa fu sottoposto a clausura perpetua. Entrambi i provvedimenti furono disposti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Non sorprende, quindi, che nella comunità ci sia una forte riluttanza a rivivere situazioni già viste.

