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Abusi sessuali su una quindicenne, procidano finisce in carcere

PROCIDA. Ci sono notizie che anche chi fa un lavoro come il nostro non vorrebbe mai dover scrivere. E mentre lo fa, spera sempre che un’attività investigativa possa dimostrare che si è davanti a un equivoco. Purtroppo, però, la storia passata e recente racconta di film dell’orrore e di orchi, proprio come nel caso di specie, almeno a sentire le risultanze di un’indagine. Tutto quello che stiamo per riepilogare è successo nella bellissima ed amena isola di Procida, una di quelle terre dove non penseresti mai che fatti del genere possano succedere. Su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, i carabinieri della locale Stazione hanno eseguito nel primo pomeriggio di ieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di un uomo del posto, peraltro decisamente conosciuto in paese. Il soggetto in questione, sottoposto agli adempimenti di rito, è stato tradotto presso il carcere napoletano di Poggioreale ma la notizia non è tanto questa quanto il reato che viene contestato al cittadino isolano. Sul capo dell’uomo, infatti, pende un’accusa pesantissima: è infatti ritenuto responsabile di aver abusato sessualmente di una ragazzina di 15 anni, che secondo le scarse indiscrezioni che trapelano sarebbe figlia della sua attuale compagna. Ma è chiaro che questo, nell’attesa che poi dalla Procura una nota ufficiale faccia chiarezza sui dettagli, è un particolare che conta ben poco rispetto a quanto si sarebbe consumato in più circostanze all’interno delle mura domestiche.

Ovviamente dalle sedi dell’Arma per l’intera giornata di ieri non è “volata una mosca”, bocche cucite su questa ennesima vicenda scabrosa. Sembra però che a mettere gli inquirenti sulla pista giusta sarebbe stata la stessa vittima delle violenze sessuali, la quale – stanca di dover sottostare agli abusi del suo orco – si sarebbe fatta coraggio decidendo di raccontare tutto alle forze dell’ordine. Da qui, evidentemente, è partita una dettagliata attività di indagine che probabilmente avrà consentito anche di acquisire ulteriori riscontri ed indizi a carico dell’indagato, fino a quando il cerchio non si è chiuso e gli atti sono stati trasmessi alla Procura. Che ieri, decidendo per la carcerazione del procidano, ha lasciato intendere che a carico dello stesso ci sono gravi indizi di colpevolezza. Decisamente una brutta storia, di fronte alla quale, non si può che rimanere allibiti.

Sono sempre di più in Italia i minori vittime di reati: 5.788 nel 2017, con un incremento dell’8% rispetto al 2017 e del 43% rispetto a 10 anni fa, quando erano 4.061. Abusi e violenze coinvolgono soprattutto bambine e ragazze, il 60% del totale. A preoccupare sono soprattutto il +18% relativo alle violenze sessuali, ma anche gli oltre 1.700 bambini al centro di maltrattamenti in famiglia. I numeri, elaborati dai dati interforze, sono stati diffusi nel nuovo dossier della campagna “Indifesa” di Terre des Hommes presentato alla Sala degli Atti Parlamentari del Senato, alla vigilia della Giornata mondiale delle bambine. Il 2017, secondo il dossier di TdH, è stato un anno drammatico sul fronte dei reati legati alla sfera sessuale che risultano tutti in crescita. La violenza sessuale cresce del 18% e le ragazze sono l’83%; gli atti sessuali con minorenni sono cresciuti del 13% e le vittime sono ragazze nell’80% dei casi; la corruzione di minorenni (ovvero il compiere atti sessuali in presenza di bambini sotto i 14 anni) è aumentata del 24% e il 78% delle vittime sono bambine; la violenza sessuale aggravata (nella cui fattispecie ricadono diverse aggravanti, tra cui l’età inferiore ai 14 anni) è in aumento dell’8% e l’83% delle vittime sono ragazze o bambine. In forte crescita anche il numero dei minori vittime di reati legati alla pedopornografia: nel 2017 si è registrato un +57% per la detenzione di materiale pornografico (per l’86% relativo a vittime femmine) e un +10% per la loro produzione, che coinvolge per l’84% bambine e ragazze.

Gaetano Ferrandino

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