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Accordo Amazon-scuola, nuova scure sul commercio isolano

L’iniziativa del colosso dell’e-commerce tende la mano agli istituti scolastici, ma potrebbe danneggiare ulteriormente i negozi “fisici” presenti sul territorio

Siamo da anni nell’era digitale e il commercio è ormai completamente cambiato. Gli acquisti on line sono parte integrante della nostra vita quotidiana, e questo volente o nolente ha influito sulle attività commerciali “fisiche”, cioè gli esercizi presenti sul territorio con un negozio. Negozio che significa anche costi fissi e guadagni ulteriormente ridotti, rispetto a chi vende online. E in tale tipo di vendite Amazon è ormai il gigante mondiale del settore.

Periodicamente si levano voci di protesta verso il colosso fondato da Jeff Bezos che toglie sempre più ossigeno ai negozi, spesso costretti alla chiusura per mancanza di clienti ormai abituatisi a fare acquisti con un paio di click, e i vantaggi conseguenti. In questo panorama si inserisce l’iniziativa “Un click per la scuola”, promossa proprio da Amazon a beneficio delle istituzioni scolastiche, che permette ai clienti dell’azienda di Seattle di selezionare la scuola che desiderano supportare, e alla stessa Amazon di donare alle Scuole selezionate e che abbiano aderito all’Iniziativa, una percentuale degli acquisti effettuati dai clienti sotto forma di credito virtuale.

Alle Scuole selezionate e che abbiano aderito all’Iniziativa, sarà consentito di utilizzare il credito virtuale donato da Amazon su catalogo di oltre mille prodotti venduti e spediti dall’azienda. Si tratta di un’iniziativa che ha validità dal 28 agosto 2019 al 29 febbraio 2020. Le scuole potranno riscattare il credito virtuale accumulato per tutta la durata dell’iniziativa e fino al 30 Aprile 2020. Ad essa ha aderito anche la scuola media Scotti di Ischia. E a leggerla così, si tratta di un meccanismo con vantaggi per l’azienda e per i vari istituti scolastici, che potranno accumulare risorse per acquistare prodotti utili alla didattica o comunque all’infrastruttura scolastica.

Tuttavia, in un momento di crisi economica come quella attuale, che sta stringendo nella sua morsa tantissime attività commerciali anche sull’isola, l’iniziativa viene vista da taluni come un ulteriore colpo distruttivo al tessuto economico locale. Perché, ci si domanda, favorire il gigante americano del commercio elettronico, a danno delle poche librerie che ancora resistono sul territorio? È un dilemma acuito dalla recente chiusura di alcuni esercizi commerciali, anche in piena stagione turistica, come ha dimostrato il dibattito illustrato su queste colonne nelle ultime settimane. Non è semplice arrivare a formulare considerazioni univoche, specialmente dinanzi all’accelerazione che la telematica ha impresso a ogni settore della vita e dell’economia. Di certo, tale accelerazione sembra ancora troppo rapida per permettere al commercio locale di adeguarsi senza lasciare sul terreno diverse “vittime”.

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carlo

Chiunque può vendere su Amazon, anche i negozi di Ischia, a patto che mantengano prezzi concorrenziali. Questo è libero mercato, ci si adegua ai tempi o si chiude. Io a parità di prezzo scelgo l’ecommerce in particolare Amazon. Ischia sei antica !!!

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