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Accusato di stalking, arriva il proscioglimento per un foriano

Per il 55enne M.P., dopo la remissione di querela da parte dell’ex moglie, il giudice ha statuito di non doversi procedere per quasi tutte le accuse, e di assoluzione per la condotta del periodo più recente

Cade l’accusa di stalking aggravato. Per M.P., grazie alla remissione di querela a suo tempo sporta dalla moglie, il giudice ha deciso di “non doversi procedere”.

Ieri mattina nell’aula penale della sezione di Ischia del Tribunale il giudice ha pronunciato il dispositivo nei confronti del 55enne che per alcuni mesi era anche stato confinato ai domiciliari, fino a quando venne scarcerato grazie all’azione intrapresa dall’avvocato Gianluca Maria Migliaccio, che ne aveva assunto la difesa.  In udienza la donna ha spiegato che i rapporti tra i due sono andati progressivamente migliorando negli ultimi tempi, fino a normalizzarsi senza le pesanti criticità registrate in passato, anche per quanto concerne la corresponsione dell’assegno di mantenimento.

L’imputato era accusato di atti persecutori con l’aggravante costituita dalla commissione nei confronti dei figli (e non solo dell’ex moglie), oltre che di violazione degli obblighi di assistenza familiare e di elusione del provvedimento del Tribunale circa la possibilità di incontrare i figli

I capi d’imputazione per l’uomo, nato a Napoli ma residente sull’isola, erano due: nel primo, M.P. era accusato «del reato previsto e punito dagli articoli 81, 61 nn. 2 e 5, 612 bis (atti persecutori, ndr) commi 1,2 e 3 codice penale, perché, mediante condotte reiterate, successivamente alla fine della convivenza familiare con la moglie [..] e i tre figli minorenni [..] , avvenuta nell’anno 2011, allorquando per condotte violente di maltrattamenti era sottoposto a misure cautelari personali, via via aggravate per violazione di esse, offendeva, minacciava di male ingiusto o di morte e molestava, anche mandando suoi conoscenti presso la casa dei figli, soli in casa (12.2.2016) per costringerli a parlare a telefono con lui, appostandosi presso l’abitazione dei predetti familiari, quindi persone alle quali è stato o è legato da relazione affettiva, nella quale si introduceva contro la loro volontà, aggredendo con minacce gravi la moglie e il figlio quindicenne arrivato a difendere la madre; così causando alla moglie e ai figli minorenni un perdurante e grave stato di ansia e paura, nonché suscitando nelle stesse un fondato timore per la loro incolumità e, anche, per l’incolumità della figlia più piccola, e, infine, costringendo la vittima ad alterare le abitudini di vita non uscendo di casa per paura oppure adottando idonee cautele per evitare spiacevoli incontri, ossia evitare introduzioni abusive nella loro casa. Con la circostanza aggravante di avere commesso i fatti di cui ai capi precedenti profittando di circostanze oggettive (ora tarda) tali da ostacolare pubblica o privata difesa, nonché quelle di aver commesso il fatto in danno di persona con la quale è stato legato da relazione affettiva».  Fatti verificatisi a Ischia e in zone limitrofe, dagli inizi del 2016.  Il capo B, invece, contemplava i delitti previsti e punti dall’articolo 570 commi 1 e 2 (violazione degli obblighi di assistenza familiare); 81 cpv, 388 codice penale (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice), «perché, serbando una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie e comunque non facendosi carico delle proprie responsabilità familiari e, in particolare, omettendo di versare a favore del coniuge e dei figli minorenni, nella sua interezza l’assegno mensile stabilito, faceva mancare loro i mezzi di sussistenza; nonché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, mediante anche condotte descritte al capo precedente (tra le quali quella del 12.2.2016 e quella del 14.12.2017, quando si presentava a casa dei figli con la scusa di dover prendere effetti personali nonostante fosse già stato allontanato dall’anno 2011) eludeva l’esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Napoli, nella parte in cui statuiva l’affidamento esclusivo dei figli alla madre e lo svolgimento di incontri con i minori in modo protetto». Fatti, questi, accaduti a Ischia fin dal 2010.

La remissione di querela, formalmente dichiarata ieri durante la deposizione dell’ex moglie, ha indotto il giudice a dichiarare il proscioglimento per l’accusa di stalking aggravato (cioè  anche in danno dei minori)  previa esclusione delle aggravanti, e per la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice che consisteva nella prescrizione di vedere i figli in determinati giorni.  Per la mancata corresponsione del mantenimento, il non doversi procedere è stato dichiarato per la condotta fino al marzo 2018 in virtù di una precedente sentenza risalente alla stessa data, mentre per la condotta successiva il giudice ha pronunciato l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

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