CULTURA & SOCIETA'

Addio a Mercede Mattera, ultima icona di Serrara Fontana

Chiuse a lutto le serrande del bar Epomeo: custodiva la ricetta della minestra salva gioia e tanti racconti di un paese antico

E’ scomparsa a 98 anni Mercede Mattera, simbolo di Fontana e di un’isola che, forse, non c’è più. Le esequie ieri, nella parrocchia di S. Maria della Mercede di Fontana, a pochi passi dal suo Bar, L’ Epomeo, dove tra una bruschetta e un bicchiere di vino, accoglieva i turisti che, in viaggio verso la cima più alta dell’isola, decidevano di fermarsi per rifocillarsi e farsi raccontare qualche storia.

A loro riportava, spesso traducendo dal dialetto fontanese, la storia dei nevaioli, giovani di Serrara Fontana che riempivano le fosse di neve per poi farne del ghiaccio da vendere a Ischia per farne granite. DI queste fosse se ne ha ancora testimonianza lungo la strada che conduce alla cima dell’Epomeo. «Il ghiaccio non esisteva – raccontò allegra in un’intervista del 2014 – si raccoglieva la neve e si conservava in una fossa poi, d’estate, con martello e scalpello, si tagliava e si portava a vendere a Ischia per fare il “ratta ratta”. Andiamo compagni che il vento è secco e la neve fa battere i denti».Dall’alto dei suoi 90 anni Mercede da Fontana, custodiva il segreto, ormai quasi del tutto svelato, della minestra salvagioia, un misto di erbe selvatiche cotte insieme, dalle proprietà diuretiche e digestive. Nel 2014, in occasione del terra madre day, organizzato dalla Famiglia D’Ambra per Slow Food, ne cucinò un pentolone per tutti i partecipanti. Quasi come se pronunciasse uno scioglilingua riusciva ad elencare tutte le erbe, in dialetto fontanese, naturalmente: “‘u papagn, ‘aborrace, tunz e paparastiell”e ancora ereva molle, raspulillo, rapicciola, papagno, papagno de lo suonno, cardille, rapesta, fenucchiesarevatiche, borrace, tunzo, paparastiello, cardogne e cardogne molle. Sono questi i nomi del misto di erbe selvatiche che vanno cotte insieme per creare questa minestra, alla quale si aggiungono i fagioli, dalle proprietà diuretiche e digestive.

Nei momenti di carestia, fu sempre Mercede a raccontarcelo – questa minestra era l’unico sostentamento della famiglia che, alle pendici del Monte Epomeo, riconosceva le varie erbe tra bietola, rucola, tarassaco e erbe spontanee, e le cucinava insieme. Durante la vigilia di Ipomea del Negombo la famiglia D’Ambra del ristorante Il Focolare organizzò una cena per salvare l’ambiente. Il concetto di base era lo stesso che utilizzava Mercede: fare “la spesa” nel bosco, raccogliere e così conoscere ciò che si aveva intenzione di salvare. “Ciao Mercede, grazie per avermi fatto mangiare i migliori bucatini con il coniglio della storia. Non ho mai capito quali fossero gli ingredienti, ma sicuramente c’era l’amore per la terra, quella condizione particolare di essere isolani sì, ma di montagna. C’erano le erbe coltivate negli stessi posti battuti dal sole e dal vento, il tiano di terracotta vecchio di secoli, c’era la forza e la tradizione di chi ha fatto diventare, nel tempo, un piatto di terra la pietanza tipica di un’isola. Un sapere e sapore ancestrale che adesso già manca. Che tu possa cucinare ancora più in alto, oltre la tua Fontana, da oggi in Paradiso se ne vedranno bene”. E’ questo il ricordo del regista e sceneggiatore Corrado Visone, al suo si aggiunge quello di Silvia d’Ambra che aggiunge “Mercede mi ha insegnato tanto”. “Oggi Serrara Fontana- scrive invece il giornalista Pasquale Raicaldo che l’ha raccontata con la sua penna – e l’isola d’Ischia perdono un’icona e un simbolo, uno di quei motivi per cui vale la pena esserci e scoprire Ischia, ché qui – nei suoi volti veraci e in quello che oggi si chiama storytelling – risiede la sua straordinaria anima, non sulle sue spiagge né negli alberghi tirati su, uno dopo l’altro, per collezionare camere da offrire al disincantato e distratto turismo di massa. La sua terra le sia lieve”. Ciao Mercede, continuerai a vivere tra noi ogni qualvolta racconteremo di te e delle tue storie a chi vorrà conoscere la parte più vera della nostra isola.

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