Adelante e i suoi dipinti di nuovo al Castello Aragonese

ISCHIA. Continuano le Manifestazioni Artistiche e Culturali al Castello Aragonese.  Protagonista della serata dello scorso venerdì 17 agosto è stato Gianni Mattera, più conosciuto come Gianni Adelante. Gianni iniziò quasi per gioco a dipingere,  a giocare con i colori,  per poi riscoprirsi artista, pittore. I suoi dipinti sono molto conosciuti e apprezzati sull’isola, ma non solo. Già l’anno scorso ci fu la sua prima mostra, proprio al Castello Aragonese presso il Carcere Borbonico.  La scelta del luogo nasce dall’ affetto tra le due famiglie Mattera, senza trascurare la magia e il fascino della location.

Mentre la prima mostra del 2017 era dedicata alla ricerca dell’esempio positivo,  quest’anno Adelante attraverso i suoi dipinti ricerca l’interludio,  la quiete in un momento di incertezza, esterna.  Dipinti come chiave di lettura,  strumento per la meditazione. Diversamente dallo scorso anno,  la mostra ha avuto luogo in due punti dislocati della parte di Levante, tra il Carcere Borbonico e il Terrazzo degli Ulivi. Questa scelta è stata studiata da Giovanni Mattera,  proprietario di parte del Castello. Lo stesso Patron ha voluto creare un’atmosfera particolare,  quasi fiabesca. Infatti, dal Carcere Borbonico (ove erano esposti i dipinti), i tanti partecipanti alla serata venivano accompagnati da un sottofondo di musica lunch suonata al pianoforte da Ciro Mozart,  verso il Terrazzo degli Ulivi ove li attendeva anche il buffet.

Un leggero venticello,  le luci soffuse, la magia del panorama, la terraferma in lontananza illuminata da  lucine, il riflesso della luna sul mare, hanno contribuito a rendere la serata, oltre che interessante, particolarmente piacevole. La nostra isola è simbolo di bellezza, ma anche madre di talenti e artisti, proprio come Adelante. E a tal proposito,  Giovanni Mattera intende ricordare l’importanza dell’arte e della cultura, e  il suo essere predisposto a valorizzarla.  Possa essere il Castello il luogo per non dimenticarlo. Perché,  come diceva Shaw: “Sì usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’ anima”.

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