ADESSO BASTA
Missione dei sindaci campani (con folta delegazione isolana) a Palazzo San Giacomo: i politici incontrano la vicesindaca di Napoli Laura Lieto, delegata del presidente ANCI Manfredi, per urlare la necessità di frenare le demolizioni divenute ormai una piaga sociale. In molti a Napoli a manifestare in Piazza Municipio. E l’avvocato Molinaro presenta una articolata proposta di legge

Tutti insieme, come in un viaggio della speranza. Un mix di volti e storie diverse si è riunito ieri pomeriggio a Napoli, in Piazza Municipio, davanti a Palazzo San Giacomo. Decine di cittadini, giunti da tutta la Campania (soprattutto dalla provincia di Napoli), hanno preso parte alla manifestazione contro la demolizione delle loro abitazioni, che nella maggior parte dei casi rappresentano l’unico tetto sotto cui vivere. Molti sono arrivati con un carico di speranze, perché dopo la notifica della R.E.S.A., è rimasta solo quella. Rabbia e rassegnazione si mescolano tra loro, con quest’ultima che sembra prevalere in alcuni casi. L’incontro tra i sindaci campani e il presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli e della città metropolitana, è fissato per le 15. L’obiettivo è convincere l’associazione che riunisce i Comuni italiani a sostenere la richiesta di sospendere le demolizioni degli immobili abusivi. In Campania sarebbero circa 70.000 gli edifici da abbattere, con 10.000 concentrati solo a Ischia, rappresentata sia a livello istituzionale (presenti Enzo Ferrandino, Dionigi Gaudioso, Irene Iacono, Giacomo Pascale e Angela Albano) che dai manifestanti con striscioni e bandiere. Ma sono pochi sia quelli giunti dall’isola che in generale perché a fronte di questi numeri nella piazza non avrebbe dovuto esserci posto neppure per uno spillo. E l’impressione è che senza una levata di scudi massiccia difficilmente si approderà da qualche parte. In ogni caso, a proposito di Ischia, dall’isola arriva anche l’avvocato Bruno Molinaro, che sta conducendo da anni una battaglia sia pure dal punto di vista legale per fermare le ruspe, che è stato incaricato dai sindaci regionali di sottoporre a Manfredi una proposta di legge da portare presso le sfere istituzionali più elevate per provare a mettere un freno a quella che ormai è a tutti gli effetti non più un’emergenza quanto piuttosto una tragedia sociale.
Quando arriva il momento di mettere “palla al centro”, però, trova conferma un’indiscrezione che era trapelata con forza già a partire dalla prima mattinata. Gaetano Manfredi, evidentemente alle prese con altri indifferibili impegni istituzionali, non è presente in municipio e per l’incontro con i colleghi ha delegato la vicesindaca Lieto, la quale si confronta per oltre un’ora con la delegazione prima di congedarla. Attraverso di lei (che in ogni caso, va detto, rappresenta il Comune di Napoli e non l’associazione che raggruppa i Comuni italiani, ma facciamo finta che vada bene lo stesso), all’ANCI viene chiesto di farsi promotrice di una moratoria di 12 mesi sulle demolizioni e di sostenere la proposta di Molinaro nelle sedi istituzionali, anche grazie alla pressione della politica locale. Il disegno di legge suggerisce un ordine di priorità per le demolizioni: prima gli immobili di proprietà di persone condannate per reati di stampo mafioso, poi quelli che rappresentano un pericolo accertato per l’incolumità pubblica e privata, seguiti dagli ecomostri a forte impatto ambientale o costruiti su suolo demaniale. Solo in seguito si procederebbe con gli edifici non abitati stabilmente, come seconde case o residenze estive, e infine con le altre tipologie non incluse nelle precedenti categorie. Il secondo articolo propone una sospensione temporanea delle demolizioni, il terzo punta sullo sviluppo dell’housing sociale (una strada che oggettivamente fin qui è stata percorsa e battuta troppo poco ma che pure potrebbe rappresentare una soluzione tampone in attesa di tempi migliori), mentre il quarto prevede l’equiparazione dell’ordinanza di abbattimento a una condanna penale, così da poter prescrivere l’abuso edilizio. E siccome questo avviene dopo sette anni e mezzo, capirete come con questo cavillo praticamente la quasi totalità delle demolizioni sarebbe evitata.


«Al Senato sta per essere approvato il cosiddetto “SalvaMilano”, che consentirebbe la regolarizzazione postuma di grattacieli alti più di 80 metri. Non è accettabile che da un lato si sanino ecomostri e dall’altro, a Napoli e in provincia, si abbatta la prima casa di chi non ha alternative. È una discriminazione assurda: pensate che a Procida vogliono demolire un’abitazione di appena 20 metri quadrati e a Ischia una in cui vive una bambina disabile», ha dichiarato l’avvocato Molinaro uscendo da Palazzo San Giacomo. Poi ha aggiunto: «Tutto questo non è giusto, ripugna la coscienza civica, anche perché la Corte Europea ha affermato il principio sacrosanto che in una società democratica il domicilio è inviolabile e dunque non può essere demolita la casa di un cittadino sprovvisto di alloggio alternativo. Insomma, quello che si sta facendo per Milano sia fatto anche per Napoli e Provincia. Qui si colpiscono solo i più vulnerabili…».