POLITICAPRIMO PIANO

«Adesso Serrara Fontana rinasca dalle ceneri»

Analisi impietosa e dura di Roberto Iacono, ex consigliere del Comune montano che ripercorre il “film” che ha portato al fallimento de “La Torre” ed alla sentenza choc del Tribunale di Napoli. Le accuse non risparmiano nessuno, dagli attuali amministratori al “fantasma” Cesare Mattera: «Ma è giunta l’ora che ognuno faccia la propria parte»

Avvocato, dopo quanto successo verrebbe da dire tutti… giù dalla Torre a Serrara Fontana. Dal Tribunale è arrivata una mazzata pazzesca, ma si può parlare di fulmine a ciel sereno?

«Ma no, assolutamente no, ormai parliamo di un argomento trito e ritrito che ha una sua chiara genesi. Qualche decennio fa ricordo che era all’opposizione Franco Iacono, detto “Garibaldi” che dell’argomento legato alla gestione della società partecipata faceva davvero uno dei suoi cavalli di battaglia. Insomma, parliamo di fatti e vicissitudini che partono da lontano, da lontanissimo, altro che fulmine a ciel sereno».

Che cosa è successo? Come si è potuti arrivare ad una sentenza del genere che oggettivamente ha pochi precedenti sulla nostra isola, ammesso che ce li abbia?

«Guarda, la questione è davvero molto semplice, molto più di quanto si possa credere. Parto da un presupposto, ritengo sia necessario dividere l’aspetto giudiziario da quello politico. Per quanto concerne il primo io, da operatore del diritto, mi auguro che i protagonisti di questa vicenda e coloro i quali hanno amministrato il Comune in quegli anni abbiano gli strumenti e le ragioni per poter impugnare quella sentenza, che peraltro è di primo grado. Altra cosa invece è la sfera politico-amministrativa, ma io auspico che tutti coloro che sono coinvolti riescano a risolvere nella maniera migliore le questioni personali. »

Intanto il Comune dovrà mettere mano alla tasca versando oltre un milione di euro. Si tratta di una somma che mette a repentaglio la sopravvivenza dell’ente, insomma detto chiaramente si rischia il dissesto o una “botta” del genere può essere assorbita?

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«Qui è difficile fare una valutazione oggettiva. La somma indubbiamente è pesante, ma non sono dentro a certe dinamiche perché dopo cinque anni trascorsi sui banchi della minoranza mi sono un po’ allontanato da quelle che sono le dinamiche del Comune di Serrara Fontana a causa di impegni lavorativi in terraferma. Quello che posso dire è che adesso sarà fondamentale da parte da parte della minoranza essere presente e ficcante su quanto sta succedendo: e sono certo che su questo argomento anche tu e il vostro giornale sarete sicuramente presenti visto che ormai siete tra i pochi sensibili e attenti su determinate questioni. Ma il problema di fondo qui ad onor del vero è un altro».

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Quale?

«Bisogna capire qual è la volontà degli attuali amministratori. Che poi, e qui non vorrei sbagliarmi, sono coloro che già governano nel nostro Comune chi dal 2001, chi dal 2006. L’attuale sindaco Irene Iacono, tanto per fare un esempio, è amministratrice a Serrara Fontana dal lontano 2006 e credo che già in quegli anni ci fossero le prime mancanze da parte dell’ente nei confronti della società partecipata poi finita in stato di decozione»

Le faccio la domanda più scomoda e forse nel contempo più scontata: è anche solo lontanamente pensabile che chi era al comando della cosa pubblica non si fosse reso conto di quello che stava succedendo?

«Anche qui la risposta deve essere calibrata, nel senso guardando la questione giuridica e quella politica. I fatti andrebbero studiati ad un esperto del settore, di quella materia, io mi occupo di altro in campo giurisprudenziale. Quello che posso dire è che queste sono abitualmente procedure documentali e da quando si evince da atti e sentenza vi è proprio una carenza di documentazione relativa alla gestione della società La Torre, con particolari responsabilità da attribuire al Comune di Serrara Fontana che era socio della partecipata. Questo mi sembra un dato di fatto che viene evidenziato in maniera chiara, marcata, inequivocabile».

Ha parlato della necessità di intervenire da parte della minoranza, che deve essere possibilmente anche ficcante. Ma detto con estrema sincerità, a Serrara Fontana esiste ancora una minoranza?

«Allora, io credo che questa sentenza da un punto di vista politico rappresenti una sorta di spartiacque per il paese. E intendo che crea un ponte tra quanto avvenuto in passato e ciò che è accaduto fino ad oggi. Per quanto riguarda il ruolo dell’opposizione, le questioni da analizzare sono due. La prima riguarda la minoranza in senso stretto: oggi annovera tra le sue fila un soggetto che alle ultime elezioni amministrative si è candidato a sindaco, e parlo di Cesare Mattera, e che ad oggi è presente di fatto solo virtualmente all’interno del consiglio comunale serrarese e il suo nome lo si sente pronunciare solo quando il segretario comunale ad inizio seduta fa l’appello dei presenti. Questo già è un primo problema con il quale fare naturalmente i conti, problema che però finisce con l’acuirsi in maniera ancora maggiore».

Perché?

«Perché quando parliamo di Cesare Mattera non dobbiamo dimenticare che si tratta di uno tra i fautori e gli artefici della creazione della Torre. Solo chi ha memoria corta dimentica che la società partecipata fu costituita durante la sua sindacatura».

Insomma, un gran casino. Stai a vedere che qui davvero è colpa di tutti, nessuno escluso?

«Certe cose non le dico io, le racconta la storia. Il 10 maggio 2002 sindaco di Serrara Fontana era Cesare Mattera, non certo qualcun altro. Quindi non vedo quale atteggiamento di ferma opposizione si potrebbe mai adottare contro quanto è successo, mi pare abbastanza ovvio».

Ma secondo lei oggi chi più degli altri dovrebbe avere il buon senso, dopo quanto successo, di fare un passo indietro?

«Non sono certamente io colui che può o deve stilare l’elenco di coloro che farebbero bene a fare un passo indietro o meno. Posso soltanto dire che il consiglio è presieduto da un sindaco che dovrebbe far rispettare le leggi ed essere simbolo di terzietà all’interno del consiglio comunale e questo sia nei confronti degli altri consiglieri che (soprattutto) della comunità di Serrara Fontana. Lo stesso sindaco che tra l’altro vede che ormai da anni ci sono soggetti che non si presentano alle sedute di civico consesso: Irene Iacono dovrebbe pretendere che quantomeno giustifichino la loro assenza e qualora questo non avvenga bisognerebbe agire con determinazione e procedere alla revoca della carica. Non leggo il regolamento del Comune da alcuni anni, ma ricordo che al suo interno fosse presente un articolo specifico che riguarda proprio l’assenza dei consiglieri e la loro eventuale sostituzione. Toccherebbe al sindaco garantire una adeguata rappresentanza del popolo in seno alle istituzioni, però mi rendo conto che qui torniamo sempre a quei piccoli tatticismi che magari ci si può giocare nella prossima campagna elettorale, ad esempio se il buon Cesare Mattera dovesse decidere di essere di nuovo della partita. Che sarebbe un po’ un paradosso, dopo che uno per cinque anni non si è fatto mai vedere. Questo è quello che posso notare dall’esterno, poi ovviamente consentimi un distinguo».

Certo, prego.

«Ovviamente Palma Iacono e Fanny Mattera sono persone che svolgono con grande impegno e dedizione il lavoro sul territorio al servizio dei cittadini di Serrara Fontana. Ed è chiaro che sono figure alle quali abbiamo il dovere di stare vicino anche perché sono le uniche voci presenti all’interno del consiglio comunale e quindi necessitano di una mano che certo non gli arriva da altri soggetti dell’opposizione. E credo di essere stato abbastanza chiaro…».

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