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Affaire rifiuti, il processo “aspetta” Rumolo?

ISCHIA. Riprende stamane il processo sulle presunte tangenti per gli appalti della gestione rifiuti sull’asse Forio-Lacco Ameno, che vede coinvolti numerosi personaggi del mondo amministrativo e politico dei due Comuni. Durante l’udienza dello scorso 6 ottobre, svoltasi presso la quarta sezione del Tribunale di Napoli, collegio C, presieduto dal giudice Rescigno, non ci fu spazio per l’ammissione dei mezzi di prova. Vennero infatti rilevate  alcune omesse notifiche. Oggi dunque verrà accertata non soltanto la regolarità di tali notifiche, ma anche la correttezza delle elezioni di domicilio per i vari imputati. Solo dopo tali operazioni verranno affrontate eventuali questioni preliminari e si procederà all’ammissione dei mezzi di prova. Il rinvio con ogni probabilità è motivato anche dalla volontà di favorire il “ricongiungimento” col processo della posizione del dottor Oscar Rumolo, stralciata in sede di udienza preliminare lo scorso 10 giugno a causa di un errore nella notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, dovuto a un caso di omonimia di uno dei difensori. Una mossa che ovviamente non risultò molto “gradita” al sostituto procuratore Graziella Arlomede, visto il rischio di perdere un potenziale imputato che, sebbene sia caduta l’accusa di associazione a delinquere, rivestirebbe comunque il ruolo passivo in alcuni presunti episodi corruttivi, come prospettati dalla pubblica accusa. Da allora, l’errore di notifica della Procura per Rumolo (compreso il mancato avviso di conclusione delle indagini a uno dei difensori) si è nuovamente ripetuto, costringendo il giudice Rescigno, in quel momento in veste di Gup, a disporre la restituzione degli atti alla Procura e alla rinnovazione della comunicazione. Il prossimo 6 marzo toccherà al gup Di Palma decidere nell’udienza preliminare sulla terza domanda di rinvio a giudizio, anche se stavolta pure per Rumolo salterà la contestazione di associazione a delinquere da parte della Procura, ormai “arresasi” visto che tale ipotesi di reato era già caduta dinanzi al Tribunale del Riesame per gli altri imputati (cioè il senatore De Siano e Vittorio Ciummo, patron della Ego Eco). Probabile dunque che il tempo necessario alle eventuali questioni preliminari possa essere funzionale alla  “riunione” delle varie posizioni degli imputati in un unico processo, escludendo la paventata possibilità di esiti contraddittori fra procedimenti autonomi. Processo che, come molti ricorderanno, fu originato dall’inchiesta deflagrata nel gennaio 2016, quando l’applicazione delle misure cautelari nei confronti di alcuni dei quattordici indagati rese di dominio pubblico le indagini effettuate dalla Squadra Mobile di Napoli sotto il coordinamento della Sezione reati contro la  Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli, dopo la presentazione di un esposto da parte di tre consiglieri del  Comune  di Forio.

 

 

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