POLITICA

Affidamento del porto di Lacco, parla Pascale

Nell’ambito del processo per l’aggiudicazione della gestione dell’approdo nella stagione 2015, ieri è stato ascoltato il sindaco del Comune del Fungo

Ieri mattina nuova udienza nel processo volto accertare le eventuali irregolarità nella procedura che portò all’affidamento della gestione dell’approdo di Lacco Ameno nella stagione 2015. Come alcuni ricorderanno, sono due gli imputati: Giuseppe Perrella, il giovane imprenditore cui fa capo la società Marina di Capitello Scarl che si aggiudicò la gestione del servizio,  e l’ingegner Gaetano Grasso, tecnico che ha prestato la propria apprezzata opera presso vari uffici tecnici isolani e protagonista anche dell’episodio contestato dalla Procura. I due sono accusati di concorso di abuso d’ufficio per il rilascio della gestione del porto turistico senza la necessaria procedura ad evidenza pubblica.  

Presso la prima sezione penale del Tribunale di Napoli, dinanzi al collegio B presieduto dal dottor Francesco Pellecchia, è stato ascoltato ieri il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. Durante la deposizione il primo cittadino ha tenuto a precisare che l’affidamento della struttura fu effettuato sulla scorta di una delibera d’indirizzo redatta dal Commissario prefettizio all’epoca alla guida del Comune: Pascale ha infatti ricordato di essersi insediato proprio a giugno del 2015, dunque l’iter affidamento in sostanza non riguardava la sua amministrazione.

Il sindaco di Lacco ha spiegato che l’affidamento venne aggiudicato dalla sua amministrazione, appena insediatasi, sulla base di una delibera di indirizzo del Commissario prefettizio che all’epoca guidava il Comune del Fungo

Al sindaco sono state rivolte anche alcune domande circa il ruolo svolto dall’ingegner Gaetano Grasso, il quale come ha dichiarato Pascale prestava opera di supporto presso l’ufficio tecnico di Lacco Ameno in virtù di un accordo tra il Commissario prefettizio e il Comune di Casamicciola. Dunque l’ingegnere non era alle dirette dipendenze dell’ente di Piazza Santa Restituta. Altre domande hanno riguardato l’importo del canone di affidamento. Nella prossima udienza, fissata a dicembre, saranno ascoltati i professori Scotto e Rispoli, testimoni indicati dalla difesa, tesa a dimostrare la sostanziale correttezza dell’operato dell’amministrazione. Tra i testi indicati dal pm, lungo l’arco del dibattimento sono stati ascoltati anche il Tenente di Vascello Alessio De Angelis, ex Comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Ischia, insieme all’ufficiale Agostino Piscopo, oltre alla dottoressa Mattera, funzionaria del Comune di Serrara Fontana che illustrò la procedura che l’ente seguì per l’aggiudicazione della gestione del porto turistico di Sant’Angelo.    

Nella primavera del 2016, il sostituto procuratore Claudio Basso chiese e ottenne il rinvio a giudizio dei due imputati, protagonisti fra l’altro della contestata assegnazione della gestione portuale alla società di Perrella fino al 2020, a cui si arrivò mediante quel “project financing” proposto dallo stesso imprenditore. Le accuse del pubblico ministero in questo procedimento sono però riferite all’affidamento del porto per la stagione 2015: un affidamento avvenuto, secondo la pubblica accusa, senza il necessario procedimento a evidenza pubblica.

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Giuseppe Perrella e Gaetano Grasso sono accusati di concorso di abuso d’ufficio per il rilascio della gestione del porto turistico lacchese alla società Marina di Capitello nella stagione 2015 senza la necessaria procedura ad evidenza pubblica

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Il reato che la Procura ha ipotizzato è quello di concorso in abuso d’ufficio, perché «Grasso, in qualità di responsabile dell’Ufficio Demanio Marittimo del Comune di Lacco Ameno nonché di esecutore materiale del reato,  in concorso con Giuseppe Perrella, in qualità di legale rappresentante della società Marina di Capitello Scarl e di istigatore del reato, nell’esercizio delle sue funzioni e abusando del suo ufficio pubblico, su istigazione del Perrella (che determinandolo concorreva nel reato) rilasciava in data 5 giugno 2015 l’autorizzazione ex art. 45 bis del Codice della Navigazione alla società Marina di Capitello alla gestione degli approdi e specchi acquei» del porto di Lacco Ameno senza l’esperimento di alcuna procedura di evidenza pubblica, procurando in tal modo intenzionalmente alla società di Perrella un ingiusto vantaggio patrimoniale con l’affidamento della struttura dal 5 giugno al 31 ottobre 2015. Come è noto, le presunte anomalie che avvolgono l’ormai lunga vicenda degli affidamenti del porto lacchese, oltre ad aver attirato l’attenzione della magistratura, da vari anni sono anche motivo di una ricorrente polemica tra le forze politiche del paese del Fungo, con la minoranza che negli anni ha prodotto una lunga serie di interrogazioni nei confronti dell’amministrazione in carica, dirette soprattutto a chiedere spiegazioni sui mancati pagamenti da parte della società di Perrella circa i canoni dovuti nelle stagioni passate per la gestione del porto turistico di Lacco Ameno.

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