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Casamicciola aspetta dal Pio Monte l’ottava opera di misericordia

Con tutto il rispetto per l’arch. Prof. Pica Ciamarra, autore di un progetto di restauro e recupero dell’edificio, con il beneplacito della Soprintendenza e il gradimento dell’Amministrazione comunale, riteniamo che una cubatura di 24.000 metri non possa, in questo momento tragico per Casamicciola, diventare un Centro termale a 5 stelle o comunque struttura turistica di èlite. Gli isolani non sanno molto del Pio Monte della Misericordia, la cui storia sociale e culturale è prestigiosa e meritoria. La storia di questo Ente ha inizio nel 1600, quando un gruppo di aristocratici incominciò a riunirsi, tutti i venerdì, all’Ospedale degli Incurabili di Napoli, davanti al Pozzo dei Pazzi di Giorgio Cattaneo ( venivano calati nel pozzo i malati di mente che così avrebbero dovuto guarire). Questi aristocratici erano i secondogeniti di nobili famiglie che si impegnarono a raccogliere fondi per fare assistenza agli affamati, ai senza tetto, agli ammalati, ai carcerati. Ecco i nomi dei 7 cavalieri fondatori, nel 1602, dell’Ente: Cesare Sersale,Giovan Andrea Gambacorta,, Girolamo Lagni, Astorgio Agnese, Giovan Battista D’Alessandro, Giovan Vincenzo Piscicelli e Giovan Battista Manso. Ottenuto il benestare del Re Filippo III, i cavalieri acquistarono 2 edifici nel Decumano Maggiore, in via dei Tribunali a Napoli. I sette cavalieri che si riuniscono tradizionalmente ogni venerdì (in quanto il venerdì è il giorno della morte di Cristo) si dedicano alla beneficenza e all’assistenza dei più deboli, inanellando quattro secoli di “ pietas”.

Il 1606 fu l’anno in cui, grazie all’impegno di uno dei fondatori, il marchese Giovanni Battista Manso e un associato, Luigi Carafa Colonna, venne incaricato il grande Michelangelo Merisi ( Caravaggio) della pittura di una grande tela, dal titolo “ Sette opere di Misericordia” che- ancora una volta  – (l’opera è stata concepita e voluta dall’artista “ inamovibile” dalla sede in cui è stata posta) incanta migliaia di turisti che visitano il palazzo di Via Tribunali. Il quadro raffigura la Madonna col Bambino e due angeli e presenta simbolicamente i vari aspetti della misericordia, precisamente quelli elencati da Cristo nel Vangelo di Matteo.Ora, noi che siamo soltanto opinionisti di un giornale locale, che non siamo nell’orbita del potere politico né di quello dell’imprenditoria privata,noi a cui rimane solo un po’ d’intuito e di esperienza di come vanno le cose del mondo, abbiamo la sensazione che per l’edificio diroccato di Casamicciola del Pio Monte le cose si stanno mettendo in una maniera che, se rispetta il valore storico-architettonico e la vocazione alberghiero-termale, più volte indicata dal Consiglio Comunale di Casamicciola, non sembra rispettare la destinazione pubblica ( F6 secondo la delibera n.6 del 7/9/74), così come non sembra rispettare la destinazione sociale che – in origine – il Pio Monte aveva dato prima all’edificio di Piazza Bagni, di fronte al Gurgitello, sotto Casa Barbieri, poi –  12 anni dopo il terremoto del 1883 – al nuovo edificio di via Marina.

Dal 1983, anno i cui i governatori diedero il diritto di superficie per 50 anni ad una società privata, si susseguirono una serie di atti amministrativi talmente ingarbugliati ed inestricabili da spingere i 7 governatori a “segretare” gli atti di tutta la complessa questione. Ora si parla dell’imminente ingresso di un pool di imprenditori privati che vorrebbero creare un Centro Termale di lusso. In linea generale siamo favorevoli all’afflusso di capitali privati di rischio, ma in tal caso e dopo il recente terremoto, chiediamo al Comune di tener fede alla destinazione pubblica del complesso e all’Ente Morale Pio Monte chiediamo di tener fede al proprio scopo sociale, che è quello di attuare le 7 opere di Misericordia. E’ chiaro che eventuali ricavati da vendita del complesso sarebbero reimpiegati dall’Ente per opere di beneficenza. Ma il Pio Monte deve sentirsi in debito morale con Casamicciola, con i diseredati e bisognosi di questo Comune. E’ a loro innanzi tutto che deve dimostrare il senso di “pietas”. Non può dimenticare la testimonianza che esso stesso lasciò su una lapide nel cimitero di Casamicciola, in memoria dei morti per il terremoto del 1883: “ Il Pio Monte della Misericordia in eterno gli sarà ricordo e religione di non lasciare mai l’opera santa che rende possibile al poverello i benefici delle storiche terme”. Attendiamo che, dopo il nuovo terremoto, il Pio Monte lasci un’altra lapide, sulla facciata esterna dell’edificio di via Marina: “Il Pio Monte della Misericordia mette a disposizione del popolo di Casamicciola lo storico edificio, a beneficio dei martoriati dalle calamità naturali”.

Non si tratta di costruire case all’interno della struttura, ma di trovare il modo di creare strutture e infrastrutture di cui possa beneficiare la collettività locale, non solo pochi investitori privati: Non dimentichiamo che, nel corso degli anni, sia pure in maniera confusa ed approssimativa, si sono attuate, nel complesso del Pio Monte, infrastrutture come parcheggi temporanei, spazi per bimbi, spazi per eventi. C’è, insomma abbozzata una vocazione pubblica; non possiamo ora farne solo meta per ricchi turisti in cerca di cura del corpo e della bellezza.

Franco Borgogna

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