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Appalti N.U., nessuna “vittima” tra corrotti e corruttori

ISCHIA – Nel corso delle indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti dei rifiuti a Forio e Lacco Ameno, c’è un capitolo dedicato alla gara che si svolse all’ombra del Torrione. Nello specifico gli investigatori rimarcano che in data 27 dicembre 2011, la Commissione di gara del Comune di Forio presieduta da un componente esterno di quell’Ente, ovvero dal Dirigente Finanziario del Comune di Lacco Ameno Oscar Rumolo, specularmente nominato secondo l’accusa per indirizzare l’aggiudicazione dell’appalto, inizialmente assegnava la gara al Consorzio C.I.T.E, riconducibile all’imprenditore Carmine Gallo, nel cui entourage dirigenziale risultava inserito Carlo Savoia, uomo di fiducia del Presidente della Provincia Luigi Cesaro.

Nell’informativa si legge che “l’analisi delle risultanze investigative emerse, facevano fondatamente ritenere che il gruppo di pressione oggetto delle presenti indagini, aveva equivocamente operato su due separate ma parallele trattative di corruzione. Tale perfida condotta, veniva perseguita grazie alle illecite proroghe che di volta in volta venivano rinnovate alla concorrente Ego Eco di Vittorio Ciummo, società che già gestiva il servizio in

quel Comune. Questa impropria attività d’altronde risultava già oggetto di comprovate transazioni corruttive accertate tra il Ciummo ed i suoi uomini con il Rumolo, soggetto deputato dall’organizzazione ed al ritiro delle ingenti tangenti concordate con l’imprenditore.

Risulta opportuno però spiegare che questo appalto veniva bandito in conseguenza della sospensione di una precedente gara, già aggiudicata alla CITE e bloccata da un analogo ricorso presentato dalla Ego Eco, nella cui Commissione di gara era presente l’architetto Maisto Elpidio di S.Arpino, ex dipendente del Consorzio Unico di Bacino, recentemente trasformatosi per la provincia di Caserta in GISEC.

Gli eventi successivi sono già storia e dunque noti a tutti: in conseguenza del ricorso operato dalla Ego Eco srl, motivato dalla carenze di uno dei requisiti (essere iscritti quale ditta nell’albo gestori rifiuti anche per la categoria “conto proprio”) da parte delle due società che la avevano preceduto in graduatoria (CITE e BUTTOL), la gara veniva affidata proprio alla società del Ciummo.

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“UN’UNICA SAPIENTE REGIA TRA CORROTTI E CORRUTTORI”

 

In questa articolata vicenda, si registrava un tourbillon di contatti, presunti accordi e promesse disattese, in cui i tanti attori che rivestivano incarichi di prestigio quali il Sindaco del Comune interessato Franco Regine, ed il Consigliere regionale Pdl De Siano, unitamente ai tanti altri pubblici amministratori coinvolti, recitavano un preciso e spesso diverso ruolo, che consentiva a tutti di perseguire il medesimo ruolo, la manipolazione delle gare di appalto di loro interesse. Dietro alle quinte di questo proscenio, un’unica sapiente regia che si prefiggeva un solo ed interessato obbiettivo: fare cassa ai danni degli imprenditori e degli inconsapevoli cittadini che versavano i loro contributi per la raccolta dei rifiuti, ignari di finanziare ed alimentare un sistema politico assolutamente corrotto. D’altro canto però, questi imprenditori coinvolti, che ad una prima lettura potrebbero apparentemente sembrare solo delle vittime, cercavano con affanno il loro personale aggancio politico, assumendo il ruolo di un essenziale ingranaggio del sistema, in danno anche delle altre imprese escluse

dalla spartizione degli appalti. Quello che emergeva dalle indagini era un quadro devastante per la “Res Publica”, in cui le responsabilità dei politici come l’Onorevole Cesaro, il Consigliere De Siano e gli altri soggetti identificati, apparivano gravi quanto evidenti. In egual modo risultava disarmante la regolarità con la quale venivano perpetrate le indebite

ingerenze nelle gare di appalto degli Enti locali controllati, totalmente “amministrate”

dal sodalizio politico criminale oggetto delle presenti indagini.  Il degrado che caratterizzava la scena politica della provincia napoletana, risultava ben sintetizzata nel complesso intreccio delle ramificazioni amministrative, instaurate dal gruppo di pressione rappresentato da De Siano, il quale operava un metodico rapporto di affiliazione con quelle imprese che diventavano società di riferimento per le loro attività concessive, e dalle quali pretendevano soldi in contanti ed alle quali imponevano assunzioni di dipendenti. Una interpretazione delle mansioni politiche che ne sviliva la reale essenza, considerandone gli incarichi esclusivamente per la loro potenzialità di poter dominare ed indirizzare le varie

pubbliche amministrazioni, per meri consociativi interessi personali. Questa subdola ed oscura condotta che con il tempo diventava di pubblico dominio, determinava

nella cittadinanza quel diffuso senso di sfiducia nelle varie pubbliche

amministrazioni, dalle cui scelte venivano esclusi a favore di quei pochi furbi che

riuscivano a salire sul carro vincente ed a godere delle loro feudali concessioni. In tal senso, se da un lato la maggior parte degli indagati apparteneva alle fila del Pdl, eclatante appariva invece il coinvolgimento nel sistema del Sindaco Pd Franco Regine, questa circostanza confermava che il colore politico risultava del tutto strumentale alle finalità degli appartenenti al gruppo di pressione che era composto da un manipolo di mistificatori, che vestivano una casacca anziché un’altra, per mera opportunità affaristica.

 

MATARESE AI POLIZIOTTI: REGINE MI DISSE DI USCIRE DALLA COMISSIONE

 

Gli inquirenti allegano poi la denuncia che venne redatta all’epoca dai consiglieri comunali Vito Manzi, Davide Castagliuolo ed Antonio Trofa, che di fatto diedero il “là” all’attività investigativa della Procura della Repubblica di Napoli. Tra l’altro lo stesso Trofa, all’epoca dei fatti esponente della minoranza, venne sentito dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione della Questura, rilasciando una serie di dichiarazioni che rinforzavano il suo teorema accusatorio sulla gara per l’affidamento del servizio rifiuti, che avrebbe avuto ben poco (praticamente nulla di cristallino. Con una serie di risposte alle domande dei poliziotti che di seguito riportiamo sotto integralmente (specificando che la voce A.D.R. sta per “a domanda risponde”, ndr):

 

ADR – “Sono al corrente del fatto che in merito alla composizione della Commissione di gara relativa all’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani presso il Comune d Forio, alcuni componenti dell’Amministrazione avrebbero esercitato pressioni nei confronti dell’Architetto del Comune Giovanni Matarese, persona deputata a ricoprire perla propria esperienza il ruolo d Presidente di Commissione, a rinunciare a tale candidatura. In tal senso bisogna ricordare che il dott. Rando aveva precedentemente trasmesso una circolare interna in cui chiedeva a chi ne avesse i requisiti, a proporre la propria candidatura per la composizione di tale Commissione”.

 

ADR – “Mi risulta che per le varie Commissioni di gara che si sono susseguite per l’aggiudicazione del servizio, sono stati scelti quali componenti della stessa, dipendenti del Comune che non avevano specifiche esperienze nel settore, in totale contrasto con quanto previsto proprio dalla citata circolare emessa dal Rando medesimo; Nelle prime commissioni il ruolo di presidente è stato ricoperto proprio dal Rando mentre nell’ultima commissione è stato nominato tale Rumolo Oscar, ragioniere del Comune di Lacco Ameno”.

 

Concetti chiari e forti che venivano ribaditi e se vogliamo amplificati anche da Davide Castagliuolo, il quale dinanzi ai poliziotti dichiarava quanto segue: “Sono al corrente del fatto che in merito alla composizione della Commissione di gara relativa all’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per il Comune of Forio, non sono stati seguiti criteri di opportunità”, per poi aggiungere che “in particolare mi risulta che per le varie Commissioni di gara che si sono susseguite per l’aggiudicazione del servizio, sono stati scelti quali componenti della stessa, dipendenti del Comune che non avevano specifiche esperienze nel settore, in totale contrasto con quanto previsto proprio da una citata circolare emessa dal Rando medesimo…”. Ma attenzione, però, perché le dichiarazioni più importanti agli agenti della Questura le rende proprio l’arch. Gianni Matarese. Il quale dapprima ricorda di essere dipendente del Comune di Forio dall’anno 1999 e nel corso degli ultimi dieci anni ho maturato un’ampia esperienza quale presidente di commissione, relativamente alle gare di appalto nell’ambito dei lavori pubblici” e poi fa un passaggio che per gli investigatori ha una valenza di non poco conto: “Ricordo che verso la fine dell’anno 2010 di una lettera interna con la quale Rando Vincenzo, responsabile della Ragioneria del Comune di Forio, mi chiedeva sia se ero in possesso ci esperienza quinquennale nella materia di gara, sia se ero disponibile a partecipare alla relativa

Commissione. Prima di dare risposta, fui convocato dal Sindaco nel suo ufficio e quando vi entrai era presente anche l’Avv. Di Maio. In quella circostanza il Sindaco mi disse che dovevo rinunciare all’incarico di componente d Commissione, cosa che io feci, apponendo in calce alla stessa lettera di Rando di essere impossibilitato a partecipare per motivi di carichi di lavoro già gravanti presso il mio settore. Da allora non ho più avuto notizie in merito né mi sono interessato della vicenda…”.

 

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