Al “Mattei” un focus sui disturbi del comportamento alimentare tra i giovani
L’incontro, organizzato insieme all’associazione Artemisia, una voce per l’anoressia, a Food for Mind e alRotaract Isola Verde, ha visto la partecipazione di importanti esperti e di giovani che hanno portato la loro testimonianza
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), noti anche come disturbi del comportamento alimentare (DCA), sono delle malattie psichiatriche complesse, a origine multifattoriale, con complicazioni sul piano psicofisico e rilevanti ripercussioni sulla sfera sociale. Per contrastare questa piaga sociale è stata istituita la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi Nutro di Vita”. Da allora ricorre ogni 15 marzo ed è partita su iniziativa di un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia, a soli 17 anni, per bulimia. Questi disturbi, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “bingeeating”, sono un problematiche molto gravi per la loro diffusione tra i più giovani. Stando ai dati del Ministero della Salute ad esserne colpita è principalmente la popolazione femminile con un rapporto tra femmine e maschi di circa 9 a 1, anche se il numero dei maschi è in aumento soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale. Si tratta di patologie subdole e spesso sottovalutate sia da chi ne soffre che dai familiari. Per tale motivo è assolutamente necessario sensibilizzare le persone verso questo tema, soprattutto i più giovani. Con questo spirito di prevenzione, presso l’Istituto Mattei di Casamicciola, si è tenuto un incontro dal titolo “Disturbi alimentari, un mostro tra noi” che ha visto la partecipazione di importanti relatori, tra i quali esperti del settore e giovani che hanno vinto la loro battaglia contro questi gravi disturbi. Il convegno, organizzato in sinergia conil Rotaract Isola Verde,è cominciato con l’intervento di Marco Trofa, rappresentante d’Istituto: «L’appuntamento di oggi è molto importante perché vuole essere un momento di sensibilizzazione e di prevenzione. I disturbi del comportamento alimentare, noti come DCA, sono molto frequenti tra gli adolescenti e la nostra fascia d’età, tra i 14 e i 18 anni, deve sviluppare una cultura su queste tematicheal fine di poterle individuare nella vita di tutti i giorni. Parliamo di malattie molto subdole che influenzano anche la sfera psicologica e al primo campanello d’allarme sarebbe opportuno aprirsi con i familiari e gli specialisti. Prevenire è meglio che curare e il mio auspicio è che ogni studente esca arricchito e più consapevole da questo incontro». Subito dopo ha preso la parola Gianmaria Ferrandino, presidente del club Rotaract Isola Verde: «Come realtà isolana siamo sempre felici di sostenere incontri come questo che intendono gettare un faro su tematiche di stretta attualità. I disturbi del comportamento alimentare sono una piaga che attanaglia tantissimi giovani e vorrei ringraziare per l’ospitalità il Mattei e Marco Trofa, rappresentante d’istituto, che ha da subito sposato il nostro progetto con entusiasmo.Un ringraziamento particolare va anche ai relatori di oggi per il loro importante lavoro di prevenzione e di informazione. Inoltre, mi preme sottolineare che il nostro club continuerà ad organizzare iniziative con e nelle scuole isolane dedicate ai giovani isolani perché vogliamo creare un ponte tra le istituzioni e il mondo giovanile». All’incontro era presente anche Paolo Massa, presidente dell’associazione Artemisia, una voce per l’anoressia epapà di Artemisia scomparsa nel 2015 a soli 22 anni: «La mia battaglia contro i disturbi del comportamento alimentare continua incessantemente e la mia associazione, ormai da vari anni, si prefigge lo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni su questi temi, dando una mano alle famiglie che si trovano a fronteggiare queste malattie.Il ricordo di Artemisia mi spinge ad andare avanti e ritrovarsi nelle scuole è sempre una grande occasione per fare luce su queste problematiche, spesso sottovalutate o sottaciute. La prevenzione è la nostra arma migliore a disposizione ed è fondamentale riconoscere i primi sintomi di un malessere onde evitare complicazioni più gravi. La scuola, in questo senso, ha un compito importantissimo che è quello di creare un ambiente sano in cui parlare apertamente di queste tematiche al fine di riconoscere qualsiasi segnale». Da remoto sono intervenuti il dottor Leonardo Mendolicchio medico, psichiatra, psicanalista e direttore scientifico della rete Food for Mind e la dottoressa Maria Elena Porciella, medico chirurgo specializzato in medicina preventiva con master in nutrizione e dietologia. Dai loro precisi e puntuali interventi è emerso che l’approccio migliore per contrastare i DCA è individuarli fin dal loro esordio. Non sempre è facile perché sono malattie che coinvolgono anche la sfera mentale della vittima portandolo a chiudersi in se stessi e a non parlare con nessuno. Tra le malattie più conosciute, abbiamo sicuramente l’anoressia e la bulimia, ma ce ne sono tante altre come il “bingeeating”, termine che significa letteralmente “abbuffata di cibo” e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto sta mangiando.I due esperti, poi, hanno posto l’accento sull’effetto negativo dei social che molto spesso promuovono immagini di corpi perfetti che risultano essere spesso modelli inarrivabili. Inoltre, hanno condannato una società molto cinica che troppe volte lascia indietro chi è in difficoltà. L’appello finale dei due medici è stato quello di non avere timore di parlare del proprio disagio perché gli specialisti possono aiutare i giovani in difficoltà con un approccio empatico e professionale. All’incontro hanno preso la parola anche Angy Russo (da remoto) e Alessandra Colicchio (in presenza), due ragazze che in passato hanno vissuto sulla loro pelle l’impatto devastante dei disturbi alimentari e che hanno trovato la forza di raccontare la propria storia. La loro testimonianza è stata fondamentale per dare agli studenti contezza del problema. Per Angy Russo si è trattato di un periodo estremamente complesso: «Oggi sono guarita dai disturbi alimentari che mi affliggevano da adolescente, ma di quegli anni ho ancora un ricordo molto forte. In seguito a degli abusi, mi sono ammalata prima di bulimia e poi di anoressia nervosa. Ero arrivata a pesare pochissimo e i miei parametri vitali erano incompatibili con un cura vera e propria. L’unico che si è preso cura di me è stato il dottor Leonardo Mendolicchio che mi ha letteralmente salvato la vita. Senza di lui non sarei qui a raccontarvi la mia storia». Alessandra Colicchio ha affermato che la malattia l’ha influenzata moltissimo durante l’adolescenza: «Mi sono ammalata di disturbi alimentari all’età di sedici anni perché mi sentivo grassa e inadeguata. Così ho cominciato a non mangiare e a cadere in un vortice che mi ha portato a isolarmi dalla società. Ricordo che non uscivo di casa e dormivo tutto il giorno. A un certo punto, però, è scattato un click nella mia testa che mi ha fatto capire quanto fossi in pericolo. Ho avuto paura di morire e da quel momento in poi mi sono aperta al mondo. Insieme ai miei genitori, ho chiesto aiuto a Paolo Massa e al Team di Food for Mind che ringrazierò per tutto il resto della mia vita. La mia testimonianza vuole essere un appello ai voi ragazzi e ragazze a non chiudervi in voi stessi e ad avere il coraggio di chiedere aiuto laddove pensate di avere qualche disturbo». L’incontro si è concluso con qualche altra riflessione e con alcune domande poste ai relatori.