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Turismo: «Non c’è una governance regionale e non si fanno scelte»

PROCIDA – Grande interesse, nei giorni scorsi,ha riscosso sui social un post scritto da Giuseppe Giaquinto di “Procida in Movimento”, corredato da un breve ma significativo video, nel quale si scorge la quantità esagerata di natanti, di ogni tipo e dimensione, che, in un qualsiasi fine settimana di luglio stazionano, praticamente con la prua di uno attaccata alla poppa di un altro (foto di Vanna Palladino), nell’ampia baia de “La Chiaia” che si apre sul porticciolo di Corricella.

La questione, sulla quale pende, tra l’altro, anche una recente interrogazione presentata dal consigliere comunale e commissario di Forza Italia, Menico Scala, ha riaperto la discussione, mai chiusa per tanti procidani, sulla funzione di un Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, istituita con D.M. 27/12/2007 dell’allora Ministro all’Ambiente e alla Tutela del territorio e del Mare Pecoraro Scanio, della quale, daoltre dieci anni, oramai, in un contesto gestionale alquanto confuso, non si è compreso a chi e a cosa possa essere utile.

“Domenica 8 luglio 2018 – scrive Giaquinto – la baia della Chiaia e della Corricella ancora una volta Regno di Nessuno. Centinaia e centinaia di barche di piccole, medie e grandi dimensioni che sostano indisturbate davanti al nostro patrimonio senza alcuna contropartita per il nostro territorio ma che sversano rifiuti, inquinano con i loro motori, distruggono con le loro ancore. E’ la dimostrazione di quanto il Regno di Nettuno e l’area marina protetta rappresenti per Procida l’ennesima occasione mancata o valga soltanto per limitare o multare i pescatori e i diportisti procidani. L’amministrazione comunale deve riprendere con decisione il discorso dei campi boe per limitare l’afflusso, incassare soldi, preservare il sistema marino e proteggere l’ambiente circostante. Se il Regno di Nettuno è ancora ostaggio degli interessi localistici e della politica si proceda a regolamentare comunque l’afflusso e a controllare ogni abuso. La politica procidana faccia sentire la propria voce anche rispetto ad una gestione dell’area marina protetta che sembra concentrata solo su Ischia. La medesima attenzione – conclude Peppe Giaquinto – va riservata, da parte delle autorità preposte, al controllo della sicurezza davanti alle spiagge isolane dove centinaia di natanti mettono a dura prova la salute del mare e la pazienza dei bagnanti”.

Una possibile chiave di letteraad una situazione che potrebbe arrecare grossi danni, in particolare sotto il profilo della sostenibilità ambientale, ad un area già fortemente antropizzata, ci viene offerta da Agostino Ingenito, Presidente Abbac Associazione dei Bed & Breakfast ed Affittacamere della Campania, che dice: «La verità è che non c’è una governance del turismo nella nostra Regione e non si fanno scelte. Se Procida diventa parcheggio discount di barchette al largo è perché non si è deciso che fare delle nostre bellezze e svenderle senza fare progetti. Che ce ne facciamo di barchette della domenica che inquinano, affollano il nostro mare e sono occupate da escursionisti con la pastiera? Il Golfo di Napoli e le isole non fanno scelte e le loro amministrazioni vanno avanti senza progetto».

Tra i tanti commenti al post di Giaquinto, la proposta di Vincenzo che scrive:“Sarebbe ora di finirla con l’invasione delle barche, guardate la Chiaia che diventa invivibile. Facciamo qualcosa, tassiamoci ma mettiamo ste benedette boe per il numero chiuso”.

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L’idea sembra tanto di buon senso quanto di difficile realizzazione, almeno nel breve periodo.

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Guglielmo Talierci

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