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ANTONIO LONGOBARDI «Un atto di coraggio e buon auspicio, ma per la ricostruzione serve uno sforzo unitario, finora assente»

«La riapertura del bar Monti è un piccolo segnale senza dubbio beneaugurante. Tuttavia, la ricostruzione della zona sarà lunga e difficile. Per una vera ripartenza ci vuole ben altro: un piano urbanistico, innanzitutto, visto che la priorità va alle abitazioni da rimettere in piedi. Quello per cui ci dobbiamo battere è la prescrizione di norme e regole per la ricostruzione, compresa la nomina del commissario. Non c’è stata una lotta da parte dell’intera isola per questi obiettivi. Sembra che si attenda passivamente che gli eventi accadano, ma non è così che si raggiungono tali scopi. E forse ci saremmo riusciti se l’intera isola avesse lottato unita dal primo giorno dopo il sisma per ottenere regole e commissario, non dopo dieci mesi. E comunque siamo ancora in attesa:  sembra tutto normale, ma non lo è affatto. Ecco perché non si può affidare all’iniziativa del singolo imprenditore: sono ovviamente molto felice che il Bar Monti riapra al pubblico, è un atto di coraggio, ma di sicuro le iniziative isolate non possono bastare. Il nostro avrebbe dovuto rappresentare un modello di ricostruzione per tutta l’Italia: l’intera isola avrebbe dovuto unirsi per pretendere un’azione unitaria di ricostruzione per quei tre chilometri quadrati dove il sisma ha colpito duro. Invece adesso tutta l’isola risente di questo mancato coordinamento».

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