LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia e la rivoluzione verde (e non solo)

DI LUIGI DELLA MONICA

L’insediamento del Governo Draghi, felici che siano i suoi estimatori o disperati i suoi detrattori, pone gli isolani al centro di ogni iniziativa progressista e di riforma, per la indiscutibile necessità di transizione ecologica. Infatti, ci sono diversi esperti di settore che mi “pressano” a rendermi promotore di eventi congressuali per discutere delle tematiche di rivoluzione “green” non solo a rilevanza locale, ma aventi carattere di interesse generale. A parte lo spunto del progetto “Insula Maior” voluto dal presidente dell’Assoforense Giampaolo Buono, sto verificando che si affollano idee, iniziative e forti speranze di cambiamento. Ho ricevuto dal non più giovane Umberto Cuomo, figlio del compianto Comandante Giovanni Cuomo, che non ho avuto l’onore di conoscere in vita se non per il tramite dello spessore dei valori trasmessi ai suoi discendenti diretti, quanto ad autorevolezza ed irreprensibilità nel lavoro individuale ed amore per l’isola, una serie di idee innovative per la riqualificazione del territorio, targate dal movimento “La Buona Destra”. Nelle riproduzioni fotografiche si parla di una ciclabile che unisca le pinete del comune di Ischia e faccia godere allo sportivo la sublime strada panoramica del lungomare “Cristoforo Colombo”, realizzata in “plastic road” un materiale provenienti dagli studi “biotech”, che consente la rapida manutenzione ed il basso impatto ecologico-ambientale.

Effettivamente ricordo che l’intero territorio è pieno zeppo di ciclofili e praticanti del nobile sport del ciclismo, ma non sussistono alternative alla circolazione in mezzo ai veicoli a motore, con notevole pericolo per la loro incolumità e spesso vengono mal sopportati dagli automobilisti. Eppure la tanto invocata ordinanza prefettizia stagionale di interdizione dell’imbarco ai veicoli intestati ai veicoli residenti in Campania non offre adeguata valvola di sfogo a chi vorrebbe ovviare alla mancanza di uno scooter con una pista ciclabile fruibile in sicurezza. Tuttavia, credo che Ischia senza un adeguato rilancio delle infrastrutture portuali non potrà mai decollare come volano economico e culturale. E’ giusto professare un’ideologia di “Insula Maior” e di superamento della divisione in sei comuni, soprattutto alla luce della irreversibile avanzata del mare sugli spazi costieri e vitali dell’isola, fenomeno che presuppone una cooperazione indiscriminata di tutte le comunità isolane. Il fenomeno è dei giorni scorsi, l’acqua del Porto d’Ischia trasborda sulla terra ferma, producendo non pochi disagi e sciagure agli operatori economici già prostrati dalla emergenza epidemiologica, che cercano di “sgomitare” per riemergere dal fatturato “0”. Questi ristoratori, che pure hanno diritto alle opportunità di lavoro, non sono però i soli danneggiati dalla c.d. acqua alta, perché i collegamenti marittimi, già resi a singhiozzo dalle avverse condizioni meteo marine, aumentano lo spessore dei volumi d’acqua, spostati dalle stazze delle grosse unità navali, le quali di norma da Pozzuoli ed almeno quattro o sei corse da Porta di Massa sono le uniche a sfidare, talvolta, la burrasca per garantire il contatto con la penisola.

Posso affermare la mia insanità di mente, se un deprecabile futuro omesso contenimento del problema porterebbe nelle stagioni autunnali ed invernali alla inibizione dello scalo di Ischia Porto, durante il fenomeno della acqua alta? Io ricordo soltanto che dal lontano 17 settembre 1854 il porto è una perla di ingegneria idraulica e di bellezza paesaggistica rimasta inalterata. Non credo sia stato fatta mai una operazione di dragaggio, presumo neppure durante la realizzazione della celeberrima piattaforma di imbarco aliscafi “Italia 90”, la quale è stata recentemente smantellata e portata a discarica. D’accordo, vi è il progetto di Giunta del comune di Ischia del 27 febbraio 2020, che in data 08 aprile 2020 con protocollo n. 0013150/2020 chiedevo per conto terzi di visionare. Non lo ho potuto visionare nemmeno il “rendering”, poiché immagino che gli uffici comunali siano impegnati in ben altre faccende che dare credito ad un ficcanaso che protocolla una istanza, motivata da chissà quali interessi di parte. Posso narrare all’opinione pubblica che il “Covid” e tanti altri fattori hanno indotto i miei clienti a non essere più miei clienti, vale a dire si sono garbatamente defilati e ben guardati dal proporre un ricorso al TAR per conseguire il prefato progetto. Forse non avevo titolo, non voglio presumere di essere nel giusto, ci mancherebbe, ma sinceramente mi indigno allorquando odo nelle conversazioni occorse con alcuni che l’acqua alta sarebbe imputabile ad un fenomeno naturalistico cagionato dal principio fisico idraulico dei cosiddetti vasi comunicanti.

Nella vita non sono assolutamente un fisico, un ingegnere idraulico, oppure un tuttologo, ma asseriva nientedimeno che Albert Einstein “non è un merito aver scoperto la legge della relatività, quanto quello di spiegarla a mia nonna”. E’ possibile che il pensiero locale sia difforme del vero? Io non ho elementi per poterlo affermare, perché non ho visto, sul sito istituzionale del comune di Ischia, che un capitolato di spese per 16 milioni di euro circa, ma non riesco ad immaginare chi ad Ischia abbia la forza aziendale e finanziaria di eseguire una tale opera infrastrutturale ed inoltre non comprendo i tempi di esecuzione. Io credo che la virtù di una istituzione risieda nella partecipazione della base e della popolazione alle iniziative del ceto dirigente: non si tratta di politica spicciola, qualunquista ovvero dell’uno vale uno, ma di praticità. Io non credo che l’operatore turistico della riva destra sia felice di chiudere la sera per il protocollo Covid e la mattina successiva per l’allagamento del sedile di porto.

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Quello che mi sgomenta è che soltanto io abbia avuto questa bizzarra idea di riflettere sulla genesi e sulle modalità progettuali della riqualificazione del porto d’Ischia e della spiaggia del lido. Siamo tornati alla logica del “me ne frego”? Ma davvero non interessa a nessuno quando si realizzerà una così grande opera. Vedo una virtù a lamentarsi per il dopo, ma prima che le criticità possano manifestarsi nessuno pensa in grande da prima. Ancora, sono ansiosissimo di vedere il progetto di contenimento dell’invasione marina ad Ischia Ponte, che è stato varato nel gennaio 2021, sempre con delibera di Giunta, visibile sempre sul sito internet, in veste di capitolato di spese per circa 3 milioni di euro e nulla di più. Pur essendo in epoca “Covid” si potrebbe organizzare una conferenza online illustrativa e quindi argomentare e commentare in armonia con il principio democratico della partecipazione l’opportunità storica per “l’insula major” di dotarsi di un porto all’avanguardia della funzione di collegamento navale e di ricezione diportistica; di avere una barriera protettiva frangiflutti adeguata al godimento del ponte aragonese a vantaggio della comunità e dei turisti, con l’ovvia considerazione che il “Castello” è patrimonio culturale e paesaggistico di tutti e ribadisco di tutti. La realtà è questa: al di là degli sterili campanilismi che portano a discorrere oziosamente se Procida sia meritevole o meno del suo traguardo del 2022, se Capri sia bella perché azzurra a differenza della isola verde, che di verde ha soltanto la sua bella pietra lavica da cui si ricavano fanghi di bellezza e\o terapeutici. Nessuno si è posto il problema che fra la frana del Monte Vezzi, qualche sporadico incendio sulle zone di Fiaiano e le malattie di molte conifere a Ischia Porto, ormai il dissesto è un mostro reale anche sull’entroterra isolano. Io stesso venti anni or sono assistevo alla caduta di un pino ad alto fusto nel parco privato del tanto “noto” Palazzo Scalfati di Ischia Ponte che accompagnava la mia infanzia come quello della cartolina datata anni 50’ del Pino di Posillipo… Ora ci troviamo in una cuspide storica del Governo Draghi fra un Ministro del Turismo leghista ed una delega al Sud ad una signora deputata proveniente da Salerno. Ischia potrà, ma sottolineo dovrà, rendersi parte diligente, parallelamente all’evento Procida 2022, per la sua duplice veste di perla economica e turistica del Sud al dialogo istituzionale, favorendo e promuovendo dal canto delle sue potenzialità recettive una moltitudine di eventi congressuali, idonei a creare occasioni di confronto e crescita culturale e politica.

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