CRONACA

Alberghi fantasma senza lavoratori, l’ultimo caso ischitano

Carriero: «È un caso isolato ma non solo isolano», Pascale: «Gli imprenditori sono con l’acqua alla gola»

L’albergo è regolare. Ospitava clienti regolarmente registrati adempiendo agli obblighi di legge. Tutti gli ospiti presenti nella struttura, infatti, sono stati denunciati al commissariato di polizia. Nella struttura, però, non lavorava nessuno. Almeno per l’ispettorato del lavoro e per il fisco. In realtà erano “fantasma”. Nessuna assunzione, nessuna contribuzione perché il personale dipendente era a nero. Sono stati i carabinieri di Ischia a scoprire questo episodio davvero singolare: nella struttura è stata accertata la presenza di 11 lavoratori irregolari su 11. Un record. Anzi, un triste record. Dopo la visita dei militari dell’Arma la struttura sta continuando a lavorare e a ospitare i suoi clienti in attesa che tutto venga regolarizzato. “Questo imprenditore è indifendibile”. Tuona Giancarlo Carriero, patròn del Regina Isabella presidente del Convention Bureau di Napoli e già presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli. “In passato ci sono stati episodi, comunque condannabili, di albergatori che contrattualizzavano i propri dipendenti solo all’apertura al pubblico della struttura e facendoli lavorare a nero per il periodo pre-apertura. Quello appena successo, invece, è un caso mai sentito prima. Sembra quasi una fake news”. Peccato, però, che non sia così.

L’albergo controllato e risultato senza lavoratori in regola “rappresenta un danno sia per i lavoratori che sono ‘costretti’ a lavorare senza contratto ma anche un danno per la nostra isola”, spiega Carriero “Perché il lavoro nero costa meno e consente a chi lo pratica un risparmio economico. Per questo, poi, ci ritroviamo alcune strutture che riescono ad offrire un weekend a prezzi stracciati. Per non dire fuori dal mercato. Senza considerare, poi, la concorrenza sleale nei confronti dei diretti competitors che inquadrano regolarmente i propri dipendenti”. Per Carriero l’albergatore è indifendibile senza se e senza ma. “Ma sia ben chiaro una cosa: questa prassi non è solita solo sull’isola di Ischia. Anzi. Nella nostra isola, fortunatamente, ci sono meno lavoratori in nero rispetto agli anni passati. Questo triste fenomeno, infatti, per fortuna, negli anni, è diminuito drasticamente”. Bisogna, però, percorrere ancora tanta strada per debellare il lavoro nero. E conclude Carriero: “Basta attraversare il mare per capire che purtroppo il lavoro nero non esiste solo sull’isola di Ischia. Un’altra forma di ‘nero’ è rappresentata da alberghi ‘mascherati’ da abitazioni”. Quelle che si trovano su Airbnb. “In quel caso, ad esempio, ci sono imprenditori che mettono a disposizione dei turisti case o alberghi sottoforma di case per le vacanze. E i lavoratori in quel caso sono in regola o anche quelli a nero?”. Un interrogativo che apre una nuova discussione.

Meno netta la posizione del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. “Quando un albergatore ricorre a dei sotterfugi per non pagare le tasse ed addirittura ad avere tutti i lavoratori senza contratto, questo rappresenta il sintomo della sofferenza di un imprenditore e di un’azienda”. E spiega: “Lungi da me difendere colui che ha posto in essere questa pratica scorretta, ma ritengo che nessun imprenditore possa provare gusto a non stare in regola. Ed allora evadere il fisco diventa una ‘necessità’. Non fornire un regolare contratto ai dipendenti o non pagare le tasse, in primis quelle comunali, è sbagliato, ma è il primo ‘rifugio’ per un imprenditore che cerca di sopravvivere”. E continua Pascale: “La realtà è che il primo socio di ogni imprenditore è lo Stato e per questo chi è in difficoltà per prima cosa cerca di fare dei tagli non pagando le tasse”. Secondo Giacomo Pascale il fenomeno del lavoro nero sull’isola “rappresenta molto altro”. “La triste realtà è che siamo all’inizio di una nuova stagione turistica e ci ritroviamo con gli stessi problemi dello scorso anno e che sono gli stessi negli ultimi dieci anni. Ogni anno ci ritroviamo a parlare di mobilità, turismo low cost, termalismo e spiagge, solo per citarne alcuni. In pratica i problemi cronici dell’isola. Ma che cosa è stato fatto rispetto allo scorso anno? Purtroppo niente e per questo poi ci ritroviamo un’isola low cost, low price con imprenditori che non riescono a pagare le tasse”. Prima del lavoro nero, infatti, ci sono numerosi imprenditori che non pagano le imposte comunali. Le casse degli Enti sono sempre più in sofferenza e nei bilanci ci sono sempre più “crediti di dubbia esigibilità” ovvero crediti vantati dai Comuni che, però, sanno bene che non riusciranno mai a riscuotere. “Ed allora – conclude Pascale -forse è arrivato il momento di darci una mossa. Così non si può continuare, altrimenti ci ritroveremo sempre più imprenditori e lavoratori in nero”. 

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