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RIFLESSIONI

di Francesco Alberoni

Fra le infinite notizie ed immagini che ci propinano tutte le reti Tv non ce n’è una sullo stato di guerra fredda o di preparazione bellica che la Nato svolge nei Paesi dell’Est europeo, in particolare in Polonia.

Alla fine della Seconda guerra mondiale i Paesi dell’ovest europeo hanno fatto una grande opera di pacificazione. Lo stesso non è avvenuto all’est dopo la fine dell’Unione Sovietica. Anziché una conferenza amichevole per concordare confini e rapporti fra le varie repubbliche ex sovietiche come avrebbe voluto Gorbaciov, hanno prevalso la volontà di potenza americana ed i rancori, i desideri di rivalsa, gli odi secolari della Polonia verso la Russia, le antiche tensioni dell’Ucraina, frettolosamente unificata. E la Nato, che tanto ha contribuito alla pace in occidente, qui, invece, ha schierato contro la Russia enormi armamenti, missili nucleari e fa continue esercitazioni militari.

Questa politica è stata voluta dagli Usa e dall’Inghilterra, che hanno così impedito il formarsi di un’Europa dall’Atlantico agli Urali come desiderava De Gaulle perché così sarebbe diventata una potenza mondiale. Approfittando della crisi ucraina e del referendum in Crimea hanno anche imposto sanzioni e, di fatto, espulso la Russia dall’Europa. Invece hanno appoggiato il mondo islamico, si sono alleati col Pakistan, l’Arabia Saudita e le monarchie del golfo, tutte nazioni islamiste che hanno finanziato l’Isis, la guerra civile in Siria e prodotto le massicce emigrazioni in Europa. Anche la Turchia faceva parte di questo fronte, aiutava l’Isis e attaccava la Russia.

Ma qualcosa sta cambiando. La Turchia, in preda ad una grave crisi politico-economica, cerca di ristabilire buoni rapporti con la Russia. In Europa orientale non ci sono più solo rancori antirussi, ma anche antioccidentali. L’uscita dall’Europa di Londra lascia questi Paesi privi della sua funzione equilibratrice, quindi più soli e non è detto che alcuni di loro non finiscano paradossalmente proprio a guardare alla Russia come polo stabile e alle immense possibilità di sviluppo euroasiatico. Gli americani e la Nato si opporranno in ogni modo ad un processo del genere e dobbiamo perciò aspettarci venti di guerra sul confine orientale dell’Europa.

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