Alessandro Iacono: «Vi racconto la mia vita da apicoltore»
Una passione scoppiata all’età di 4 anni diventata una professione che consente anche di esportare miele artigianale (e il marchio Ischia) lontano dai nostri ristretti confini. Una storia tutta da raccontare e, naturalmente, da leggere

“Ho conosciuto la passione per le api all’età di quattro anni, quando ad Avellino scoprì l’allevamento dei miei zii. Tornavo spesso lì e mio zio mi ha a mano a mano insegnato la sua filosofia e le tecniche base per gestire le api. Col tempo mi ha insegnato tutto ciò che so su questi insetti e, di generazione in generazione, questa passione è stata tramandata fino a me, che oggi sono un apicoltore”.
Così si presenta Alessandro Iacono, giovane apicoltore della frazione di Panza, produttore del celebre miele artigianale “Oro d’Ischia”, conosciuto qui e all’estero come uno dei migliori mieli dell’Isola e della Campania. “Si fa presto a dire ‘salviamo le api’, ma non basta mettere un po’ di acqua e zucchero sulla finestra per farlo e non è utile nemmeno improvvisarsi apicoltori: un apicoltore inesperto può provocare più danni che benefici in una situazione di criticità. Ad ogni modo, faccio questo lavoro anche per dare il mio massimo contributo, grazie alle mie conoscenze, per la reale salvaguardia delle api”, ci dice.
Alessandro fa questo lavoro con passione, dedizione e sacrificio sin da giovanissimo, e trova enorme soddisfazione nel lavorare con le api, perché utilizza le tecniche che conosce anche per salvarle, in un certo senso. Nella sua esperienza si è trovato a salvare le api molte volte: “Ho salvato diversi alveari. Quando mi capita una situazione del genere, cerco sempre di valutare attentamente la situazione, perché se l’alveare può restare dov’è senza arrecare danni alle stesse api o agli altri, è giusto che resti dov’è; se invece l’alveare è in pericolo perché può dar fastidio alle persone e per questo può essere soggetto ad azioni poco sensibili da parte delle stesse, allora in quel caso è necessario intervenire per salvare le api. Anche se è difficoltoso intervenire, un apicoltore può portare in salvo migliaia di api ed è suo dovere farlo”. Il giovane apicoltore ci ricorda dell’episodio che più l’ha segnato nella sua esperienza: “Uno dei salvataggi più importanti che ho fatto è stato il primo, quando una persona mi chiamò molto preoccupata per delle api in pericolo e fui colpito dalla sensibilità della donna, che non intraprese azioni avventate di sua volontà per spostare l’alveare. Il mio primo recupero è stato sicuramente il più significativo nella mia esperienza, si trattava di un grappolone d’api davvero molto grande, in prossimità di diverse abitazioni. Noi, io e mio padre, le abbiamo tratte in salvo e le abbiamo adottate, dando loro tutte le cure necessarie per far progredire la colonia”.
Alessandro è da sempre impegnato nel suo tentativo di portare in alto il nome di Ischia nel mondo, dando il suo piccolo contributo con la produzione del suo miele artigianale: “Io intendo chiaramente far conoscere Ischia grazie ad un prodotto ischitano di elevata qualità. Il prodotto che produco deve avere degli standard qualitativi molto alti. Far conoscere sia all’isolano che al turista un miele completamente artigianale di questo tipo, fa sì che anche il nome di Ischia venga portato in alto e questo è certamente uno dei miei obbiettivi”. Non tutte son rose e fiori nel suo mestiere, che infatti, come ci racconta, comporta molte soddisfazioni ma anche sacrifici: grazie alle api ha imparato un nuovo modo di pensare, grazie alla straordinaria organizzazione e collaborazione reciproca di questi piccoli insetti totalmente volti al miglioramento della collettività, un po’ quello che dovremmo fare noi umani insomma. Tra i tanti sacrifici che il mestiere comporta, le quattro o cinque punture al giorno sono l’ultimo dei problemi: gli antagonisti nemici delle api sempre pronti ad effettuare raid vandalici contro alveari ed allevamenti privati, il costante e quotidiano impegno per la cura delle api e la sveglia alle 4 in estate per evitare di lavorare per troppe ore sotto il sole con una spessa tuta protettiva addosso sono alcune delle criticità che questo lavoro comporta.
Non sono mancate le brutte esperienze, come ci racconta lui stesso: “Da piccolo ad Avellino vedevo mio zio lavorare con le api anche senza protezioni e credevo di poterlo fare anche io senza alcun problema, senza pensare che lui utilizzasse tecniche particolari, e nel volerlo assolutamente imitare, mi avvicinai alle arnie e le api iniziarono a pungermi a decine. Quella è stata un’esperienza che mi ha segnato ed insegnato tanto”. Alessandro è inoltre da sempre sensibile ed attento ai temi del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dell’uso indiscriminato di pesticidi tossici per gli insetti e per l’ambiente. Chiaramente il giovane apicoltore punta il dito contro il progresso, il quale ha inevitabilmente portato a queste conseguenze che già oggi iniziamo a pagare sulla nostra pelle. Oggi c’è molta sensibilizzazione sul tema, e secondo Alessandro c’è maggiore attenzione e rispetto verso l’ambiente, ma ancora molto va fatto, con l’impegno di tutti. “Dal canto mio faccio il possibile anche contro l’uso dei pesticidi tossici in agricoltura che stanno portando sull’orlo dell’estinzione anche le api, insetti essenziali per la vita sulla terra e di conseguenza per la sopravvivenza dell’uomo. L’uso di queste sostanze e di metodi sempre più tecnologici per le coltivazioni hanno portato alla distruzione della catena biologica che governa l’ecosistema, dove ‘l’insetto buono mangia l’insetto cattivo’, mantenendo un equilibrio perfetto tra fauna e flora. Oggi invece gli insetti o i batteri che colpiscono negativamente le colture prevalgono su quelli che invece danno un apporto positivo alle piante e agli altri insetti ed animali”. Da qui l’appello del giovane: “Oggi si è arrivati quasi ad un punto di non ritorno: bisogna fare di più, con l’impegno di tutti, per una maggiore sensibilizzazione e per un reale azzeramento dell’inquinamento, affinché in un mondo più sostenibile ci siano migliori condizioni di vita per tutti, animali, uomo e piante”.