CULTURA & SOCIETA'

Alessandro Siani e l’esame di maturità

L’anno scolastico è terminato e, con i primi caldi stagionali, si avvicina il momento dell’esame di maturità per gli studenti della scuola superiore. Un momento sempre delicato che rappresenta il primo, vero, banco di prova, quasi un rito collettivo e individuale per l’ingresso nel mondo degli adulti. Alessandro Siani traccia una sorta di guida semiseria tra ricordi personali e auspici.

«Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni. Notte di sogni, di coppe di campioni. Notte di lacrime e preghiere. La matematica non sarà mai il mio mestiere». Il testo che ho sviscerato è straconosciuto, una sorta di colonna sonora per molti studenti, svariate generazioni che a squarciagola cantano la famosissima canzone di Antonello Venditti.

Ero talmente confuso nei giorni precedenti all’esame che quando un mio amico mi chiese «che porti all’esame?», risposi «mamma e papà». L’ansia da prestazione ti mette nelle condizioni di essere buffo, goffo, privo di memoria. E l’unica cosa che ricordi è l’espressione «e se mi dimentico tutto». Ecco questa è l’unica frase che non scordi mai la notte prima degli esami. Sostituita in seguito solo da quella che pronuncerai la mattina dell’esame, ovvero: «non mi ricordo nulla». Molti consigliano di affrontare le giornate precedenti «all’evento degli eventi» cercando di dormire serenamente, di camminare, di mangiare leggero. Proprio tutto quello che non accade mai. Non si cammina. Il divano va omaggiato e rispettato. È quello il luogo da frequentare e in alternativa c’è la sedia della scrivania. L’alimentazione è a base di Nutella, tre volte al giorno. Una sorta di prescrizione medica. Mattina pomeriggio e soprattutto la sera. E se finisce la Nutella, inizia lo schifezza tour che si chiude a grande richiesta persino nel frigorifero del vicino di casa. Carboidrati e grassi sono i più richiesti. Secondo lo studente stressato non aiutano affatto soia, crusca e orzo perlato e solo in latino si può immaginare che Roma sia «Kamut mundi». A Napoli, la formula pre esame diventa italo-anglosassone: «Nutella party».

La notte non si riposa: è insonne, fra appunti che non trovi, posizioni nel letto che non trovi: l’unica cosa che trovi sempre è la Chat Gpt, l’intelligenza artificiale che dopo averla inondata di domande su tutto e il contrario di tutto, ti risponde alle 4 del mattino: «Io sono intelligente, ma tu mi stai facendo diventare scemo! Spegnimi e va’ te cocc!». «Cocc» dal dialetto napoletano «cuccare», dormire. Un verbo che non ti riguarda perché appena chiudi gli occhi parte l’incubo: una classe vuota, un banco, un insegnante, una domanda e tu interrogato. Naturalmente ti cola una goccia di sudore sul viso perché non ti ricordi nulla. Quando ti risvegli pensi solo: le simulazioni non mi sono servite a niente. Hai ricordi evanescenti, tipo, quando avevi letto su un sito web che quest’anno il più gettonato all’esame di maturità 2025 era Cicerone, a seguire Seneca e Tacito. E soprattutto Plinio il giovane: lui, giovane. Perché tu sei invecchiato, sei diventato ormai un classico in poche settimane.

Ti ricordi che si parlava di probabilità di «tracce» ma il vero problema è che non c’è più traccia di te. Ti chiedi dov’è finita quella bella spensieratezza, quel meraviglioso fancazzismo… Per un attimo l’hai messo da parte perché sai dentro di te che stai per vivere un’avventura, una sfida, un’esperienza che ti segnerà per sempre e che in fondo ti mette alla prova, ma la commissione d’esame di te stesso sei tu! Goditi ogni momento, dai la giusta importanza all’evento e andrà alla grande. Ascolta un po’ Venditti. Ma soprattutto ascolta te stesso. Nessuno è migliore di te.

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