LE OPINIONI

Alla Chiesetta del Cretaio visita pastorale del grande Vescovo Pietro

di Pasquale Baldino

Ieri venerdì 1 marzo il grande Vescovo mons. Pietro Lagnese è stato in visita pastorale presso la Chiesa del Cretaio, ove alle ore 11 ha celebrato la S. Messa. Prosegue in tal modo il viaggio del Vescovo attraverso le venticinque parrocchie della diocesi d’Ischia e questa alla parrocchia di Fiaiano dedicata a Maria Madre della Chiesa e che comprende il bel tempio del Cretaio (o Rotaro), nel Comune di Barano d’Ischia, è la diciannovesima tappa. La processione alla Chiesetta del bosco del Cretaio è particolarmente sentita e ricordata anche dallo scrivente, in quanto i suoi servizi giornalistici (fu un coraggioso scoop agli inizi anni ‘80) sul quotidiano napoletano “Il Mattino, provocarono l’immediato intervento della Sovrintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici con l’autorevole e compianto dr. Pieluigi Mazzella, spirito ischitano molto sensibile, e quindi l’acquisizione del Comune di Barano d’Ischia (c’era allora il Commissario prefettizio dr. Nicola Giudicepietro, poi il Sindaco prof. Giuseppe Gaudioso) scongiurando in definitiva il disegno speculativo del nuovo proprietario del cespite Salvatore Cosentino, che il venditore, assumendo di essere proprietario a titolo di usucapione (possesso pubblico, pacifico e continuo), aveva ceduto. Infatti, a seguito dell’acquisto con atto del notaio Antonio Arturo del 30 ottobre 1979 l’acquirente richiedeva al Comune la trasformazione della Chiesetta -indicata come “vecchio e fatiscente manufatto”- in residence, sottraendo in tal modo l’edificio religioso del 1731 dedicato al SS Crocifisso (foto dello scrivente) al culto pubblico, ma anche alla sua naturale destinazione di luogo sacro, in quanto erano state rimosse le lapidi che ricordavano gli interventi di restauro e l’antichissimo Crocifisso spagnolo del XV secolo. Tanti percorsi fatti entrare dalla Ricerca culturale degli Allievi dello scrivente in apposite pubblicazioni. Del resto l’Autorità ecclesiastica, che pure qualche iniziativa avrebbe potuto adottare, non aveva preso provvedimenti, benché quella storica Chiesa non fosse stata sconsacrata e, quindi, come per i secoli passati, aperta al culto. Infatti, prima dell’abbandono e crolli, la Chiesetta del Rotaro funzionava nei venerdì di Quaresima per la pia pratica della Via Crucis e il 3 maggio, occasioni di sentito fervore e devozione dei fedeli fiaianesi, che, in seguito agli allarmi giornalistici lanciati dallo scrivente, organizzarono una vasta sottoscrizione (guidata dal compianto e buon Giovanni Cenatiempo) alla vigile Sovrintendenza, invocando l’esproprio e il restauro al culto. Lo scrivente è, pertanto, orgoglioso per quel decisivo impegno civile, come fu ugualmente su “Il Mattino” per la Torre saracena (lo stesso per il celebre Torrione a Forìo!), Chiesetta dell’Assunta, lapidi Corafà, Sudatorio, casa e pendìo Corafà, registri parrocchiali di S. Giorgio, tutti Beni di Testaccio, suo paese natale. Del resto “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”(Costituzione, art. 9) e Papa Francesco al par. 232 dell’Enciclica “Laudato sì” indica come “una comunità si libera dall’indifferenza consumistica” difendendo e coltivando l’identità comune della propria storia, edifici, piazza, ambiente naturale e urbano, monumenti abbandonati, come quelli appena elencati. Grazie, grande Vescovo Pietro, per la prima visita pastorale a quella lontana e immortale Memoria!

*Pasquale Baldino – Responsabile e promotore diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (email: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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