CULTURA & SOCIETA'

Il Natale a Fontana ieri, oggi e domani

Il calendario natalizio del Comune montano ha regalato svariate occasioni di divertimento e intrattenimento, ma se guardiamo le immagini del Natale 1996 ecco che…

DI ARIANNA ORLANDO

Il calendario natalizio del Comune di Serrara Fontana ha contato moltissimi eventi dei quali le unità amministrative devono sicuramente essere orgogliose in quanto la valorizzazione e la riqualificazione di un territorio passa anche attraverso queste iniziative. A partire dagli inizi di dicembre infatti si sono alternate occasioni di incontro e festa sia per i grandi che per i più piccoli e tali eventi, iniziati con il villaggio e i gonfiabili, si sono conclusi con l’incontro con la befana nel giorno del 6 gennaio. Utilissimi ai fini della socialità anche gli eventi a cura delle associazioni presenti sul territorio. Scoprendo però le immagini del natale 1996 in quel di Fontana, una riflessione è un intuito ed è quasi un’esigenza: esistevano un tempo in questo paesino di montagna una vivacità e un colore che abbiamo perso in qualche luogo introvabile. Eppure è memoria tattile, oltre che visibili. Le immagini, girate da Massimo Trofa e tuttora reperibili su YouTube, presentano un 24 dicembre pieno di festa. Il cielo è un vetro azzurro sopra le cose, l’aria un velo cieco.

Ci assiste un senso di curiosità e di premura nel corso di tutto il video ove si mettono in scena il quotidiano e gli attori del quotidiano. Rinverdiscono da una memoria quasi dimenticata i negozi di alimentari che riempivano la strada principale del paesino. Le ghirlande di rosso sfavillante attorniavano le merci esposte come un’edera e per esigenza naturale comunicavano quell’idea natalizia prepotente di festa e luccichio. I volti delle persone alternano espressioni diverse ma autentiche e riconoscibili: si riconoscono il paese di campagna, la mancanza di aspirazione a diventare città, le esperienze degli antenati lasciate dall’antico “scarparo” che persino il 24 dicembre era intento al suo lavoro. E oggi di “scarpari” così non ne fanno più! E invece a Fontana si era fieri della propria identità: Pasquale, che faceva il calzolaio, amava il suo lavoro e Gilda apriva ogni mattina il suo negozio di alimentari con grande solerzia e impegno. A Fontana esisteva un modo di esistere e di fare comunità che rendeva un Natale meno strutturato di quelli di adesso-con eventi e feste- più autentico perché le persone avevano un contatto con la realtà per nulla fotografico, per nulla mediato dal buongusto delle parole scelte con cura.

Di fronte alla scelta di essere come eravamo o di essere ciò che siamo in verità ci convertiamo ogni giorno – con o contro voglia – a ciò che saremo. E cosa saremo? Probabilmente un pubblico più esigente, probabilmente i bambini del futuro vorranno vedere renne olografiche sfrecciare per le strade del paese o mangiare uno zucchero filato luminescente. Forse dimenticheranno persino la storia del Bambin Gesù e della sua grotta, del suo viaggio da esule, dei no che gli furono detti, della croce e dei chiodi. Sicuramente dimenticheranno o non sapranno mai che quelle strade che percorreranno indomiti sui mezzi dei loro anni future sono le nostre strade e le strade che abbiamo ereditato dai visi stampati nel video del 1996 quando Fontana era il paese che riconosciamo, lontano da quello di adesso.

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