CULTURA & SOCIETA'

All’Antoniana si è discusso delle nostre acque e delle nostre terme ricordando “De rimedi naturali” di Giulio Iasolino: Peppino di Costanzo, Gianni Balestrieri, Ugo Vuoso e Erminia Turco i relatori

Continua a Ischia il “Maggio dei libri” promosso da Lucia Annicelli - Approccio scientifico, storico, antropologico ed imprenditoriale alla Biblioteca Antonioniana comunale di Ischia col libro della Valentino Editore. Erminia Turco: “non potevamo mancare al “Maggio dei libri”, proponiamo la nostra ricchezza, l’acqua, quella che ci ha reso famosi in tutto il mondo, con un attenzione in più verso Casamicciola Terme e la sua rigenerazione urbana con i progetti dello studio Fuksas” - I saluti della direttrice della biblioteca Lucia Annicelli e della presidente dell’Associazione Parco Culturale-Ischia Caterina Mazzella – l’intervento del prof. Agostino Mazzella consigliere comunale a Ischia – quando Donna Geronima Colonna, Duchessa di Monteleone, che fece restaurare a proprie spese il bagno del Gurgitiello a Ischia, avendo ottenuto con quelle acque la guarigione, alla quale né le acque del Cantariello né i più rinomati bagni di Pozzuoli avevano giovato

La costruttiva e stimolante presentazione del libro di Autori Vari “Acque e Terme dell’Isola d’Ischia”- Valentino Editore, con l’ approccio scientifico, storico ,antropologico ed imprenditoriale domostrato, ha particolarmente interessato i partecipanti allo scorso incontro promosso dal Parco Culturale Ischia – Presidente Caterina Mazzella e facente parte della rassegna” Maggio dei Libri” promosso dalla dinamica Direttrice dott. ssa Lucia Annicelli. Dopo i saluti della Direttrice Annicelli , della Presidente Caterina Mazzella ed il doveroso ricordo di Rita Agostino scomparsa da qualche giorno, ha introdotto i lavori la giornalista Erminia Turco ,editrice e Socia del Parco Culturale.

L’ Editrice ha tratteggiato con consueta professionalità la genesi dell’ opuscolo compreso la volontà di inserire il Piano Strategico per la rigenerazione urbana e lo sviluppo del territorio commissionato allo Studio Fuksas dal Comune di Casamicciola, a seguito dei luttuosi eventi naturali che hanno colpito negli ultimi decenni la cittadina termale. Un auspicio di rinascita per la martoriata Casamicciola ! Altrettanto istruttive e chiarificative le relazioni del Presidente dell’associazione Termalisti dott. Peppino Di Costanzo,memoria storica del termalismo isolano e delle normative che ne regolano la fruizione ed il prof. Ugo Vuoso Socio del Parco Culturale Ischia e Docente di antropologia culturale all’ Università di Salerno.Le narrazioni storico antropologiche riguardo le acque termali del prof. Ugo Vuoso hanno,come sempre,suscitato molto interesse. Sono intervenuti all’ incontro ,oltre ai Soci ed ai rappresentanti del mondo associazionistico e culturale isolano, il prof. Agostino Mazzella Consigliere Comunale di Ischia ed il Prof Gianni Baledtrieri già storico sindaco di Ischia e Presidente del Centro Studi sulle acque termali ” Jasolino” in omaggio al medico calabrese che per primo studiò e fece conoscere i benefici curativi delle nostre acque termali. Chi era Giulio Iasolino e quanta parte ha avuto con l nostre acque. Giulio Iasolino (Monteleone1538 – Napoli1622) è stato un anatomista e idrologo italiano. Fu autore del primo trattato di idrologia medica, nel quale dimostra come in epoca antica i bagni termali di Ischia fossero celebratissimi: descrive i bagni, i sudatori e le arene calde e cataloga le acque termali dell’Isola d’Ischia. La sua vita, lem opere, i rapporti umani, gli edperimenti scientifici sulle risorse naturali. Diverse sono le città da lui e da altri citate che avrebbero potuto dare i natali a Giulio Iasolino. Tuttavia possiamo trovare più volte indicata Monteleone Calabro, l’antica colonia greca Hipponium e l’odierna Vibo Valentia, come luogo di nascita, che dista solo quattro chilometri dal mare del Golfo di Sant’ Eufemia.

Iasolino nacque da Mario Iasolino e Lucrezia Calfuna, discendenti da un’antica famiglia di Monteleone. Si raccontava che prima che lui nascesse ci fu una carestia così terribile nel suo paese natale che una donna divorò suo figlio e che i suoi antenati aprirono i loro granai per aiutare la popolazione a superare questa carestia. Questo nobile gesto, secondo un antico manoscritto, è ricordato su un’iscrizione su una delle porte della città. La lapide esiste ancora oggi, ma è così levigata dal tempo che risulta difficile decifrarla. Sui frammenti ritrovati di questa lapide si poté interpretare:”…]o Iyezzo/lino [in tempo/ d]i una fame/crudel[issima che la/ madre] fe de li s[oi] neona[ti]…”. Non si sa di preciso quando la famiglia si estinse, ma ad oggi ne è sparita ogni traccia a Monteleone. Non sappiamo con certezza quanti furono i suoi fratelli; sappiamo ne ebbe almeno due, uno dei quali, Vespasiano, era tenuto in gran conto sia a Monteleone che a Napoli. Egli si dedicò agli studi in età giovanile. Dapprima si cimentò negli studi letterari per poi prediligere, presumibilmente attorno ai 18 anni, la passione per le scienze naturali e la medicina. Quest’ultima in particolare lo spinse ad intraprendere i primi studi di medicina prima in Sicilia, presso l’Università di Messina, e successivamente a Napoli, dove fu allievo di Gianfilippo Ingrassia, professore di anatomia e medicina pratica, che insegnò a Napoli fino al 1556, quando decise di tornare in Sicilia, nel suo paese natale. Nonostante le ripetute sollecitazioni rivolte all’Ingrassia a riprendere la cattedra di Anatomia presso l’Università di Napoli, egli non vi fece ritorno e indicò il suo allievo Iasolino come suo possibile successore. Iasolino occupò la cattedra di Anatomia presumibilmente nel 1563. Professore universitario e medico presso l’ospedale degli Incurabili, dove compì numerose sezioni, in pochi anni Iasolino si accreditò come uno dei più rispettabili ed eminenti membri del mondo medico napoletano, al punto da essere chiamato in veste di perito a stabilire la sanità mentale di Tommaso Campanella, rinchiuso in carcere per la congiura contro gli spagnoli in Calabria.

Nello stesso periodo intrattenne corrispondenza con moltissimi letterati e scienziati, tra i quali Giovanni Faberbotanico nativo di Bamberga, insegnante alla Sapienza di Roma e membro fondatore dell’Accademia dei Lincei. Fu medico di fiducia di numerosi nobili napoletani, tra cui Donna Geronima Colonnaduchessa di Monteleone, che fece restaurare a proprie spese il Bagno del Gurgitiello a Ischia, avendo ottenuto con quelle acque la guarigione, alla quale né le acque del Cantariello né i più rinomati bagni di Pozzuoli avevano giovato. Tra i suoi pazienti vi era anche Fra Andrea Avellino, religioso appartenente al convento dei Chierici Regolari di San Paolo Maggiore, dove lo Iasolino soleva recarsi a far visita. Il 13 novembre del 1608, tre giorni dopo la morte di Fra Andrea Avellino, egli si recò al convento, ignaro dell’accaduto, con il suo allievo prediletto Marco Aurelio Severino. I monaci lo condussero a visitare la salma ed egli, con immensa sorpresa, la trovò rosea come se fosse in vita e non scorse nessun segno tipico della morte avvenuta: gli occhi erano ancora umidi e le giunture del braccio ancora pieghevoli. Con un paio di forbici fece tre incisioni sull’orecchio e con sommo stupore non vide scorrere da queste ferite siero, bensì sangue rosso e fluido. I monaci raccolsero il sangue in alcune ampolle e, anche dopo un anno dal decesso, si poté constatare che il corpo non era ancora in decomposizione e che scuotendo le ampolline il sangue era rimasto fluido. Tutto ciò egli lo affermò sotto giuramento il 15 aprile del 1614 in occasione del processo di canonizzazione di Fra Andrea Avellino, dove affermò di non aver mai visto niente di simile nel corso della sua carriera professionale e durante le copiose dissezioni di cadaveri da lui effettuate. Dobbiamo supporre che gli ultimi anni della vita di Iasolino diventarono sempre più solitari. Con molta probabilità sia lui che il fratello Vespasiano rimasero scapoli, tanto che dopo la morte di quest’ultimo, lo Iasolino rimase solo, senza parenti vicini. Il fatto che fu Vespasiano a provvedere nel suo testamento ad una tomba comune, ci dà la conferma che Giulio Iasolino non abbia avuto né moglie, né figli che avrebbero potuto occuparsi di una degna sepoltura. Morì nel 1622. Così dichiarava Papolo Bucnher: «Il mio interesse per Giulio Iasolino deriva dalla parte importantissima che questi ebbe nella storia dei bagni d’Ischia».

Col primo libro che tratti solo dell’isola d’Ischia, il De’ rimedi ebbe grande fortuna anche dopo la morte dell’autore: Nel 1726 viene pubblicato un poema didascalico di circa ottomila versi dal titolo Inarime, seu de balneis Pithecusarum libri VI in cui Iasolino, che vi appare col nome di Podalirius, fa da maestro e guida ad un giovinetto desideroso di apprendere i segreti delle acque termali. L’autore, Camillo Eucherio Quinzi S.I. indica in numerose note i rispettivi passi dello Iasolino e nella prefazione confessa che senza di lui non avrebbe mai potuto dare forma poetica ad una materia così arida. Nel 1757 Gian Andrea D’Aloisio, indica il medico calabrese come il saggio autore e anchecome il peritissimo Giasolini ne L’infermo istruito nel vero salutevole uso de’ rimedi minerali dell’Isola d’Ischia

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