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Allarme accattonaggio sulle strade dell’isola

ISCHIA – L’ultimo episodio è di pochi giorni fa, accaduto sul territorio del Comune di Ischia, nella centralissima zona a cavallo tra via Roma e Corso Vittoria Colonna, praticamente in corrispondenza della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie. Una donna stava parcheggiando la propria autovettura, una Toyota Yaris, all’esterno della filiale del Banco di Napoli e pare fosse intenta a scendere dalla macchina per effettuare un prelievo dal vicino sportello bancomat. Gli si è avvicinato un ragazzino dell’età tra i 7 e 10 anni che ha iniziato a chiedere l’elemosina, pian piano alzando i toni fino a chiedere con insistenza “dammi i soldi, dammi i soldi”. Nemmeno le urla della donna sono servite a far desistere il bambino, con la madre imperturbabile che osservava la scena a debita distanza. Alla fine, la signora ha rinunciato a sbrigare la sua commissione e si è rapidamente allontanata, mentre i due mendicanti attendevano nuovi soggetti verso cui “pretendere” l’elemosina. A quanto si è appreso, pare che i due vivano in località Cuotto, nel Comune di Forio.  L’accaduto è gravemente significativo oltre che illuminante su un fenomeno come quello dell’accattonaggio, sempre più diffuso dalle nostre parti.  Da troppo tempo, infatti, le vie dei centri storici dell’isola, la zona adiacente all’ingresso dell’Ospedale, le chiese e diverse zone delle biglietterie degli aliscafi vedono una quotidiana e rilevante attività di accattonaggio. Sarebbe ora che i sindaci chiedessero l’intervento delle rispettive Polizie Municipali per fermare questo fenomeno con controlli e interventi, non soltanto di tipo repressivo ma soprattutto preventivo. Sono tante le voci che si levano affinché le forze dell’ordine prendano provvedimenti, anche forti, per debellare l’accattonaggio e soprattutto per minare alla radice il “racket” organizzato dagli stessi genitori che sfruttano i propri figli minorenni. Sequestrare la merce che alcuni di loro vendono e sanzionare con un’ammenda chi viene trovato ad elargire denaro agli accattoni costituirebbe un iniziale deterrente per impedire il degrado che quotidianamente viviamo lungo le nostre strade e piazze. Gli introiti delle sanzioni potrebbero servire a implementare un fondo per aiutare i “nuovi poveri”, una fascia che purtroppo anche sull’isola è in preoccupante aumento. Potrebbe apparire paradossale colpire con sanzioni pecuniarie chi fa l’elemosina, ma ciò significherebbe dimostrare la reale intenzione di stroncare questo fenomeno increscioso, fondato sul racket dello sfruttamento dei più deboli. La carità è certamente un atto di grande valore sociale, ma in moltissimi casi gli stessi accattoni di giovanissima età sono spesso stati avvistati muniti di cellulari e i-phone di ultima generazione, del valore vicino ai mille euro. Non è la prima volta che tale problematica sociale desta l’attenzione generale: molti ricorderanno la campagna anti-accattonaggio messa in opera dall’amministrazione del Comune di Ischia nel primo mandato del sindaco Giosi Ferrandino, specialmente per opera dell’allora assessore Luigi Boccanfuso, oppure, in tempi ancor più recenti, la “crociata” che l’ex presidente del consiglio comunale di Casamicciola, Giuseppe Zabatta, lanciò nel giugno 2013 al motto di “tolleranza zero” verso un fenomeno che spesso vede gli zingari come terminali di vere e proprie organizzazioni criminali, le cui radici vanno ben al di là dell’isola stessa.

 

 

 

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