Alluvione a Casamicciola, continua l’esame dei testimoni

Stamane, presso la sede di Ischia del Tribunale, continua il processo per i danni causati dall’alluvione di Casamicciola nel 2009. Quattro gli imputati: i due ex sindaci del comune termale, Giosi Ferrandino e Vincenzo D’Ambrosio, e i due ex tecnici dell’Utc, Silvano Arcamone e Simone Verde. Di fatto si tratta della seconda udienza, dopo quella del 5 aprile scorso, quando il giudice Capuano procedette all’ammissione dei mezzi di prova dichiarando aperta la fase dibattimentale. I quasi otto anni già trascorsi dai fatti rendono praticamente certo l’esito del processo, che si avvia alla prescrizione. Tuttavia l’avvocato Gennaro Tortora, difensore di Ferrandino e Arcamone, sembra intenzionato a non chiederne il riconoscimento. Nel corso della prima udienza venne ascoltato sul banco dei testimoni soltanto Vincenzo Lo Sinno, Ispettore superiore del Corpo Forestale dello Stato. Le domande del pubblico ministero riguardarono principalmente lo stato in cui versavano gli alvei delle principali “cave” casamicciolesi, deputate alla raccolta delle acque piovane, questione attorno a cui ruota gran parte del procedimento Secondo Lo Sinno, gran parte di queste cave erano completamente ingombre di fango e rifiuti di ogni genere, dal materiale edile di risulta alle carcasse di automobili ed elettrodomestici.
L’Ispettore dichiarò che negli anni precedenti alla tragedia del 7 novembre 2009, quando il fiume di fango provocato dalle forti piogge “esondò” dagli alvei uccidendo la giovane Anna De Felice, il Corpo forestale aveva già segnalato tali criticità e i rischi cui si andava incontro con la mancata manutenzione degli alvei. Fu effettuata una lunga serie di accertamenti e sopralluoghi nel quinquennio che precedette il disastro. Le conseguenti segnalazioni di pericolo, secondo il teste, non ebbero riscontri concreti da parte delle autorità competenti, locali e provinciali. La partita di un processo ormai accademico si gioca proprio sulla titolarità della competenza della manutenzione degli alvei. Su questo punto, l’avvocato Tortora fece acquisire agli atti una comunicazione della Città Metropolitana al Tribunale delle Acque diretta a chiarire la competenza della Regione per tale manutenzione.
Ricordiamo che lo scorso autunno la Città metropolitana inviò una nota al Comune di Casamicciola (che riveste il ruolo di responsabile civile nel processo): l’ingegner Maria Teresa Celano, della direzione Ambiente dell’ente metropolitano, scriveva che l’ormai consolidata giurisprudenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte di Appello di Napoli ha escluso che la conservazione e manutenzione degli alvei spetti all’ex Provincia di Napoli, e che il medesimo tribunale aveva anche chiarito che laddove debbano essere realizzati interventi di manutenzione straordinaria la competenza appartiene in via esclusiva alla regione Campania, mentre nel caso di manutenzione ordinaria deve intervenire il Consorzio di Bonifica competente per territorio, come è stabilito dalla legge regionale n.4/2003. Tuttavia, poiché l’isola d’Ischia non rientra nella competenza consortile, la Città Metropolitana ritiene che ogni eventuale intervento debba essere realizzato dalla Regione Campania. Oggi, salvo imprevisti, dovrebbe essere ascoltato l’ingegner Lupoli, funzionario della Protezione civile regionale, indicato come teste dal pubblico ministero e autore di una relazione in cui viene illustrata la titolarità della responsabilità circa la pulizia degli alvei.