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Teatro, strappano applausi gli Attori per Caso

Di Restituta Rando

foto Lucia De Luise

ISCHIA – Un weekend ricco di teatro quello appena trascorso, che ha visto sul palco del teatro Polifunzionale gli Attori per caso guidati dalla regia di Salvatore Ronga, un esperimento atteso e ben riuscito così come sottolineato dal numeroso pubblico che ha riempito la sala tutte e tre le serate. Voci di strada, di bar, di paese; voci equivoche, sfuggenti, sussurrate, spifferate, urlate, cantate. Voci che corrono veloci, da un orecchio all’altro, deformandosi, accavallandosi, contrastandosi. Ad animare la quiete del borgo Sant’Antonio è un vociare sotterraneo, che scivola freneticamente da un uscio all’altro, dal Caffè alla bottega del ramaio, dal venditore di ceramiche al cameriere. Un gioco ben evidenziato e valorizzato dalla compagnia “Attori per caso”, che per la prima volta si esibiscono diretti dal sempre originale ed elegante Salvatore Ronga. A donare vitalità alla scena, è stato il piano live del Maestro Luca Iacono, che ha accompagnato le vicende e i personaggi sul palcoscenico, amplificando così la tensione emotiva dei punti nevralgici della commedia, ma anche introducendola al pubblico e ricalcandone i ritagli più comici. Tutto ruota attorno a quello che appare un singolo tradimento: la proprietaria del bar all’angolo della strada corrisponde l’amore di un giovane cameriere e accetta di fuggire con lui; ma il marito, dal canto suo, nonostante abbia tentato di allontanare il giovane, si mostra alla fine sollevato dalla partenza, perché può così svelare la propria relazione con la sorella di quello. Un passo indietro nel tempo, al 1919, anno in cui Raffaele Viviani ha scritto questo copione, in uno stretto vicolo, in cui la vita si svolge a metà fra il dentro e il fuori e si definisce non nell’azione ma nelle parole. Importante il peso di queste, perché più vengono pronunciate e più si trasformano, ingigantendosi e aggiungendo colori sempre più pittoreschi al quadro fornito. È stata, però, anche la commedia degli sguardi, occhiatacce mirate, intese, occhi tutt’altro che discreti, sempre allerta, a spiare dalla porta per cogliere tutto quanto accada. E insieme i contrasti, gli ossimori di una coscienza comunitaria che ha nel pettegolezzo la sua inclinazione ma si ostina a sostenere la propria riservatezza. Nascono così le situazioni più farsesche, come quando scoppia una rissa e vi si trova coinvolto un passante. Simpatia, umorismo e ipocrisia hanno primeggiato sul palcoscenico, dove a essere protagonisti non sono stati gli amanti adulteri, bensì il borgo stesso, con i suoi racconti snocciolati sottovoce. A proteggere gli uomini, ai quali gli attori hanno vivacemente dato vita, era Sant’Anna, ritratta su una tela posta in alto alla scenografia, la quale si è realizzata in due pannelli recanti le insegne delle botteghe e dei negozi della strada. Coordinazione ben definita, ritmo veloce e incalzante, personaggi sempre in movimento, battute mordaci, incisive, senza lasciar spazio al silenzio per un adattamento calorosamente applaudito dal numeroso pubblico in sala.

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