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Amore tossico

“Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile. Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me. Una dipendenza reciproca. Come una medicina, che può farti bene e male al tempo stesso”, così afferma Chuck Palahniuk autore del famoso best seller “Fight Club”. Ed ecco questo è esattamente quel che accade quando si parla di dipendenza, e nello specifico di dipendenza affettiva. Spesso sottovalutata rispetto alle più note dipendenza da alcol, droga, gioco d’azzardo, quella affettiva è da considerarsi altrettanto disfunzionale e lesiva. Avere costantemente bisogno di “qualcosa” per “sopravvivere” è sbagliato, avere bisogno di “qualcuno” lo è allo stesso modo.

Essere dipendente affettivo significa che si ama l’altro non per com’è, ma per come lo fa sentire. La persona amata diviene la soluzione a tutti i problemi, una sorta di “salvatore”, e allo stesso tempo diventa lo scopo dell’esistenza, la sua assenza, pur temporanea, getta nel panico, poiché ci si identifica a tal punto nell’altro che se viene a mancare, manca anche la stessa persona. Pur di mantenere stabile la relazione queste persone sono disposte ad annullare ogni desiderio ed ogni inclinazione personale per risultare sempre più simili all’idea che pensano il partner abbia di loro. Essendo una dipendenza vera e propria, ci sono delle comunanze con l’uso di sostanze stupefacenti, come l’ebrezza che si prova nel momento in cui la dipendenza è soddisfatta dalla presenza dell’altro, presenza necessaria al benessere.

Come nelle droghe, la “dose” richiesta è sempre maggiore, fino a che separarsi dal compagno diviene quasi insopportabile. Il rischio è che la coppia si chiuda in se stessa, si nutra e si alimenti solo di sé. Questo investimento totale e totalizzante sull’altro comporta una ossessione fobica di perderlo. Questa dipendenza prevale nelle donne che spesso desiderano “salvare” il partner, cambiarlo. Ciò porta ad una relazione che si basa sul persistente bisogno di aiuto. Il partner finisce per essere intrappolato poi in un circolo vizioso in cui si sentirà solo, salvo e al sicuro se con la donna, che così vedrà rafforzata la sua dipendenza.  Non esiste una soluzione unica, applicabile a tutte le coppie, ma come sempre il primo passo è riconoscere di avere un problema. Facendo un percorso con un professionista si potrà andare a fondo dei bisogni sottostanti che portano ad avere un comportamento dipendente.

Un amore particolarmente “tossico” è quello narcisista, questa dipendenza è difficile da individuare, ma è estremamente dolorosa. Il termine come noto deriva dal mito di Narciso, talmente innamorato della propria immagine che finisce per morire annegato nel tentativo di specchiarsi in uno stagno. Ma l’essere ammaliati dalla propria immagine esteriore è solo uno degli aspetti del narcisismo, il più delle volte marginale. Il narcisista non concepisce un “oggetto d’amore” altro da sè e dunque la sua capacità di amare è inficiata. Un individuo di questo genere non è in grado di amare, perchè tutto è riconducibile a sè, al proprio ego, a tutto ciò che confermi e aumenti la propria grandiosità. Ciò conduce ad una strumentalizzazione dell’altro che diviene quasi un trofeo. E “prestazioni” sono gli appuntamenti le uscite, essere bravi amanti diventa sinonimo di grandezza.

Essendo costantemente preoccupato per il crollo delle proprie certezze e dell’immagine di sé che ha in mente, si sente spesso minacciato da qualsiasi situazione possa minare queste credenze e, dal momento che ne va della sua sopravvivenza psichica, è disposto a mentire ed ad ingannare l’altro, pur di mantenere integro l’ideale che si è costruito. Il narcisista è in genere un bugiardo patologico, vive la propria vita in maniera del tutto inautentica, e questa inautenticità è automaticamente traslata alla coppia. Questo amore tossico è uno dei prediletti dai dipendenti affettivi, poichè lasciati sempre in balia in una subdola condizione di insicurezza. Il dipendente è completamente soggiogato, sottoscacco del narcisista  che conosce perfettamente i suoi punti deboli. Il narcisismo è un meccanismo di difesa e come tale serve a proteggere da qualcosa che potrebbe far male. È necessario che si inizi un percorso terapeutico affinchè il narcista comprenda le proprie mancanze, così come il soggetto dipendente, che non può aiutarsi da solo nè aiutare l’altro con la forza dell’amore. Questo è solo un esempio di amore tossico ma ne esistono di molteplici, quel che bisogna capire è che qualunque cosa crei dipendenza, è sbagliata. “non posso vivere senza di te”, non è da considerare sempre un’espressione romantica, talvolta è molto meglio dire “non posso vivere che con te”. L’amore è questo essere, esistere con qualcun’altro, non per e in funzione dell’altro, avere bisogno completamente dell’altra persona in tutto e aspettarsi altrettanto, non è sinonimo di amore. Non dobbiamo aver bisogno di qualcuno, dobbiamo amarlo, non dobbiamo essere indispensabili, dobbiamo essere amati.

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“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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