CULTURA & SOCIETA'

Anche a Ischia arrivò la “Ruota dell’Annunziata A Mamma Chiatta”

Molti anche sulle nostre isole i discendenti degli “esposti o jettatielli”.

“E’ figli d’A’ Madonna” arrivarono (anche adottati) pure a Ischia e in Campania con vari nomi e cognomi. A NapolI la balia che dava generosamente il suo latte ai figli di donne che non potevano (o non volevano) allattare era chiamata “a’ mamma chiatta”(foto) con evidente e tenero riferimento al seno prosperoso e fecondo delle balie, e la Madonna dell’Annunziata, quindi, era per i partenopei “A’ Mamma Chiatta” per eccellenza, l’amorevole Bàlia che si sostituiva alle povere mamme dei bambini abbandonati o ‘esposti’ o in gergo napoletano ‘jettatielli’ (=gettatelli, abbandonati), anche N.N (dal latino “Nescio Nomen”=ignoro il nome).

Sono numerosi i buoni figli della “Ruota dell’Annunziata o Mamma Chiatta” anche sull’isola d’Ischia, non solo col classico cognome Esposito (esposto), ma anche con altri che le amorevoli suore e addetti accoglienti davano dopo la raccolta caritatevole dalla “ruota” con altri cognomi a seconda della condizione e sempre sotto il segno veneratissimo dell’Annunziata, la Nuova Mamma che li aveva amorevolmente accolti dal triste abbandono. Clamoroso fu il caso di diversi anni fa quando alla seguita trasmissione tv “Maurizio Costanzo show” furono presentate due persone ischitane con nomi di antichi protagonisti storici molto noti (uno a. C. e l’altro d.C.) in quanto percorsi di epoche di studio in tutti i volumi scolastici: i due additati come discendenti di quei lontani Protagonisti (!), ma in realtà provenivano dalla gloriosa carità napoletana della “Ruota dell’Annunziata -A Mamma Chiatta-”, come il noto inquieto artista Vincenzo Gemito (Napoli 16.07.1852 – + 1.03.1929) cui è dedicata una strada a Ischia di cui fu ospite e glorificatore. Erano bambini abbandonati ancora in fasce, perché nati in famiglie troppo povere per poterli allevare o perché spesso nati fuori del matrimonio “figli della colpa”; di notte, attraverso la piccola finestrella la madre li adagiava furtivamente nella lignea “ruota degli esposti”(foto). Lo squillo di una campanella avvisava della deposizione, mentre la madre si dileguava nel buio, curva sotto il suo dolore, mentre il triste fascino della ruota era fatta girare dalle suore o dalle balie che vegliavano nella stanza all’altro lato del muro e il bambino era accolto nel brefotrofio (col ‘mierco’=marchio, con l’immagine della Vergine, sul retro riferimenti, riportati dal 1650 anche su appositi registri) e da quel momento per il buon popolo napoletano da “jettatiello”(buttato via) diventava un “figlio della Madonna”, come se il passaggio attraverso il giro della ruota determinasse una nuova condizione e la onnipotente protezione della Madre del Dio Bambino comportasse l’accettazione pietosa e senza pregiudizio di quello che era stato spesso frutto del peccato.

La meritoria opera della Ruota inizia con la Congregazione della SS Annunziata e già nel 1318 essa chiedeva al re Roberto d’Angiò l’esproprio di un piccolo fondo per la costruzione di una chiesa e di un ospedale, sostenuta in parte dalle generose offerte del popolo napoletano. Gli Angioini sostennero l’iniziativa concedendo alla Congregazione privilegi e donazioni: il nuovo complesso dell’Annunziata dal 1343 (chiesa, ospedale, ospizio e conservatorio delle esposte) si prodigò molto per evitare il fenomeno dell’infanticidio o dell’abbandono dei neonati , rappresentando presto uno dei più importanti ospedali ed enti assistenziali della città, che ha un legame particolare con l’artistico complesso (foto) della Basilica dell’Annunziata Maggiore (con la Ruota degli Esposti chiusa il 27 giugno del 1875) ubicata a Forcella, ma madri sventurate continuavano ancora ad abbandonare neonati sui gradini della Chiesa. Una statua dell’Annunziata era quella con le scarpette consumate in quanto la Vergine SS, secondo la voce popolare, si recava negli ospedali ad accarezzare i bambini. La nostra isola conserva la stupenda venerazione a Maria SS Annunziata con la Chiesa del 1602 a Campagnano nel comune d’Ischia ed Arciconfraternita del 1778 a Panza, comune di Forìo. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani; docente Liceo; poeta; emerito Anc-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasquale Baldino@libero.it)

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