Anci in piazza per la dignità dei Sindaci, c’è anche Pascale
Il sindaco di Lacco Ameno ha aderito alla manifestazione indetta dall’associazione nazionale Comuni d’Italia: che, naturalmente, ha presentato una serie di proposte al premier Mario Draghi
Ha partecipato anche il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale alla manifestazione dell’Anci a Roma in piazza Santissimi Apostoli. «Fare il Sindaco – soprattutto nei piccoli Comuni – non è semplice. È una vera e propria missione, che si compie perlopiù per amore della propria terra. Farlo in un Comune che ha vissuto l’esperienza del terremoto, poi, è ancor più complesso.
Il primo cittadino lacchese: «Fare il Sindaco – soprattutto nei piccoli Comuni – non è semplice. È una vera e propria missione, che si compie perlopiù per amore della propria terra. Farlo in un Comune che ha vissuto l’esperienza del terremoto, poi, è ancor più complesso»
Purtroppo la legge italiana non agevola il nostro operato. Le norme vigenti ostacolano – e anche molto – l’esercizio del nostro mandato e a rimetterci sono soprattutto i cittadini. Non entro nei tecnicismi ma basta sapere che i lacciuoli burocratici frapposti dalla legislazione vigente, pongono un serio limite alla nostra rappresentatività presso le istituzioni statali e rallentano l’operato della macchina amministrativa», ha spiegato il primo cittadino di Lacco Ameno illustrando le motivazioni che lo hanno portato all’adesione «ad un’importantissima manifestazione a Roma, che ha visto riunire 600 Primi Cittadini d’Italia. E’ stato un momento di confronto molto importante, coadiuvato dall’ANCI, di cui ringrazio il Presidente De Caro per la riuscita dell’evento», ha detto.
«Ci ritroviamo indagati qualunque cosa accada nei nostri comuni per il solo fatto di essere sindaci. Non vogliamo l’immunità, non vogliamo l’impunità, vogliamo essere giudicati per quelle che sono le responsabilità di un sindaco. Ma le responsabilità vanno circoscritte, non si può essere responsabili di qualunque cosa. Negli anni si rischia di non trovare più candidati a sindaco, soprattutto nei comuni più piccoli. Sono andato stamattina a Palazzo Chigi, e ho trovato una grande disponibilità da parte del presidente Draghi. Conviene anche lui con noi sul fatto di modificare l’ordinamento giuridico». Così il presidente dell’associazione nazionale Comuni d’Italia e sindaco di Bari Antonio Decaro ha parlato a 600 sindaci presenti alla manifestazione dell’Anci a Roma. Quella sulla responsabilità e la dignità dei sindaci non è l’unica richiesta. «Tutti si possono candidare tranne i sindaci, senza dimettersi sei mesi prima; sembra una forma di razzismo istituzionale o qualcuno ha paura del consenso dei sindaci. Non devono averne paura, devono permetterci, come avviene per le altre figure istituzionali, di candidarci».
E nel documento consegnato a Mario Draghi ci sono in totale, nero su bianco, sei richieste. Si tratta della possibilità per i sindaci sopra i 20 mila abitanti di candidarsi in Parlamento, così come avviene per i Presidenti di Regione, esercitando successivamente il legittimo diritto di opzione. Ed ancora della possibilità per i sindaci sino a 5 mila abitanti di fare più mandati e sino a 15 mila abitanti di farne tre. Decideranno gli elettori/cittadini se quel sindaco ha fatto bene o male, come in ogni democrazia matura. Chiesto anche che ai sindaci va applicato il medesimo regime sanzionatorio applicato agli altri organi elettivi e di governo in caso di procedimenti penali e che ai sindaci va applicato uno status giuridico ed economico proporzionato alle responsabilità e alle funzioni. I primi cittadini hanno anche chiesto un intervento sui poteri di ordinanza sindacale, ai sensi degli articoli 50 e 54 del TUEL che delimiti la responsabilità, ai soli casi specificamente previsti dalla legge, di esercizio o mancato esercizio del relativo potere. Ed infine chiesta una precisa definizione che qualifichi l’attività di indirizzo politico e l’attività di gestione amministrativa. «Noi sindaci abbiamo a cuore le nostre città e vorremmo lavorare in un clima di maggiore serenità. Non chiediamo l’immunità o scudi penali ma la giusta proporzione in merito alle nostre responsabilità», dice il presidente di Anci Campania, Carlo Marino, in piazza insieme a una foltissima delegazione di sindaci della Campania. «Le nostre richieste – aggiunge Marino – riguardano maggiori tutele e rispetto del nostro lavoro. Occorre infine prendere atto di come in questi anni i nostri compiti siano cresciuti esponenzialmente mentre le risorse, sia umane che finanziare, si sono drasticamente ridotte. Il tutto in un quadro di regole complesso, confuso e contraddittorio. Per questo ora ci attendiamo da Governo e Parlamento un’iniziativa vera e decisa». Ai SS. Apostoli anche tanti parlamentari. come Maurizio Gasparri, Vittorio Sgarbi.
Presente anche Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd: «Siamo al fianco della comunità dei sindaci, esposti ogni giorno e sempre in prima linea nell’affrontare i problemi della collettività. Siamo in piazza con loro a testimoniare il sostegno alla richiesta di maggiori tutele e rispetto per il loro lavoro. Innanzitutto è necessario intervenire su alcuni profili di irragionevolezza legati al regime di responsabilità per gli atti amministrativi che assumono con tanto impegno e sacrificio nella gestione quotidiana delle loro amministrazioni. La seconda questione riguarda la modifica della legge Severino sulle incompatibilità successive alla cessazione del mandato. Riteniamo che la norma che impedisce di assumere per due anni una serie di incarichi e funzioni sia ormai obsoleta e antistorica. Terzo tema che sosteniamo con forza per dare dignità al lavoro dei sindaci riguarda gli emolumenti che devono essere adeguati alle responsabilità, al carico di lavoro e alle incombenze che svolgono a servizio della comunità». «Noi siamo pronti a supportare in Parlamento queste battaglie – conclude De Luca – così come stiamo facendo in queste ore anche e soprattutto per la sostenibilità dei bilanci. Sta infatti per essere approvata una norma, sulla base degli emendamenti presentati a mia prima firma e sostenuti da tutto il Pd, per evitare il default di 1400 comuni e per garantire la tenuta dei bilanci e le risorse indispensabili per assicurare i servizi essenziali per i cittadini. Siamo e saremo sempre al fianco dei sindaci, per valorizzare e dare dignità a chi ogni giorno lavora per le nostre comunità».