CRONACAPRIMO PIANO

Ancora strade killer, qualcuno fermi questo massacro

Si chiamava Francesco Talercio, aveva soltanto diciassette anni: la sua giovane esistenza strappata da un mortale incidente a Sant’Alessandro, arrestato Davide Elia

Sono e restano tragedie impossibili da descrivere, da comprendere, da poter accettare o digerire. E’ successo di nuovo, ancora una giovane vita spezzata sulle strade della nostra isola, in quella che ormai nell’ultimo decennio risulta essere una sorta di scientifico gioco al massacro. Si corre, si è imprudenti, distratti, presi dalla frenesia e dal nervosismo.

Il conducente della Fiat Panda è accusato di omicidio stradale ed è ai domiciliari. Ecco la dinamica esatta del sinistro come ricostruita dai carabinieri. Il 9 maggio maledetto: nel 2015 nello stesso giorno aveva perso la vita Marianna Di Meglio. L’asfalto isolano si conferma così una trappola mortale

Ci si fa male e purtroppo, spesso, si muore. Quanto successo a Ischia, zona Sant’Alessandro, nella tarda serata di giovedì, è un qualcosa di assurdo. Francesco Taliercio era un ragazzo di poco meno di diciassette anni: aveva trascorso la serata in compagnia, stava facendo ritorno a casa a bordo del suo ciclomotore 50. Procedeva da Ischia in direzione Lacco Ameno in un orario in cui di traffico ce n’era davvero poco. All’improvviso sbuca una vettura che lo centra e lo uccide. Inutili si riveleranno i soccorsi dei sanitari al 118, la corsa all’ospedale Rizzoli servirà a poco: il ragazzo se ne è andato. Il resto, purtroppo, è prassi: sul posto arrivano i carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione. Si lavora per ricostruire la dinamica, che tra poco spiegheremo ai nostri lettori perché anche su questo nella giornata di ieri sono circolate diverse inesattezze.

A spezzare la giovane vita il conducente di una Fiat Panda, Davide Elia, 36 anni. L’uomo viene sottoposto a tutti i controlli di rito, compreso il test alcolemico: risulterà positivo con un tasso di 1.5 g/l, decisamente superiore ai parametri minimi fissati dalle normative vigenti. Viene così dichiarato in stato di arresto e posto ai domiciliari con l’accusa di omicidio stradale: nei prossimi giorni l’udienza di convalida davanti al gip ed alla presenza del difensore di fiducia, l’avvocato Cristiano Rossetti. Nel frattempo il sostituto procuratore di turno dispone che sulla salma venga effettuato l’esame autoptico. Il corpo di Francesco Taliercio viene così trasportato all’istituto di medicina legale del Policlinico di Napoli.

Tutto questo succede quando è notte fonda ma la notizia si è già ampiamente diffusa. Potenza dei social che hanno l’effetto dirompente di un passaparola moltiplicato alla millesima potenza. Ma è quando il sole è già sorto da un bel po’ che diventano ufficiali anche la generalità della vittima, di un ragazzo appassionato di dance music, studente del Mattei, ancora minore. Per l’intera comunità isolana è come svegliarsi da un incubo, anzi come ripiombare in un incubo visti i precedenti. Uno dei quali, peraltro, presenta una coincidenza devastante. Il 9 maggio è una data maledetta: giovedì sera un atroce destino ha portato via Francesco, lo stesso giorno del 2015 perse la vita mentre attraversava la strada la giovanissima Marianna Di Meglio. Analogia terrificante ma è chiaro che il sangue versato sulle strade isolane negli ultimi anni si presterebbe a considerazioni ben diverse (e ancora peggiori). La tristezza aleggia in particolare presso l’Istituto Mattei, la scuola che frequentava Francesco, ma un po’ tutti nel corso della giornata resteranno frastornati ed increduli per l’accaduto. Il calcio giovanile decide di sospendere le proprie attività agonistiche, il Blanco ha annullato la serata in discoteca prevista per questa sera, ma i messaggi di dolore e cordoglio arrivano davvero da ogni latitudine e longitudine. E poi c’è ancora da chiarire l’aspetto della dinamica, tutt’altro che marginale. I militari dell’Arma alla fine ritengono di averla ricostruita in maniera fedele e precisa. La vettura condotta da Davide Elia imbocca la curva all’altezza delle cantine Cenatiempo e non appena inizia il rettilineo invade la carreggiata opposta, centrando in pieno il Liberty e il povero Francesco che viene sbalzato in maniera violentissima dal mezzo. Poi la Fiat Panda termina contro il marciapiede della corsia di sinistra prima di rientrare a destra e terminare la sua corsa contro un muro. Francesco Taliercio, insomma, non è stato trascinato per diversi metri, ma è chiaro che nella sostanza cambia poco.

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Adesso è il tempo di fermarsi, di interrogarsi, di pregare e riflettere, ma lo diciamo ogni volta e poi ci accorgiamo che non cambia mai niente. E che spesso, non soltanto nelle ore notturne (ma in quella fascia alle volte si assiste a qualcosa di inverosimile) le strade si trasformano in un vero e proprio “Far West”. E non osiamo immaginare cosa sarebbero diventate senza la costante opera di prevenzione e repressione delle forze dell’ordine, a quest’ora parleremmo probabilmente di scenari apocalittici. Il problema è che abbiamo perso la testa, tutti o quasi, senza distinzione alcuna. E quello che fa maggiore impressione è che ogni volta ci ripetiamo sempre le stesse cose. Anche ieri i commenti di varia natura si sono sprecati, ma tra qualche giorno – se non a partire da oggi – tutto ricomincerà a scorrere. E continueremo a commettere i medesimi errori, e magari torneremo a piangere. Per poi dimenticare. Un vortice, un circolo vizioso e non certo virtuoso, del quale ormai sembriamo prigionieri. E la speranza, allora non resta che una: qualcuno fermi questo massacro. Ma l’impressione è che forse bisogna appellarsi solo a una preghiera. Con tutto il rispetto per i “piani alti”, non proprio la migliore delle prospettive.

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