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Ischia, il mercato comunale e l’indagine “infinita”

ISCHIA. Chiamatela pure indagine infinita. Perché, se da una parte il pubblico ministero ha formulato richiesta di archiviazione, ecco che dall’altra parte della barricata c’è chi – per il tramite del proprio difensore di fiducia – ha avanzato atto di opposizione alla richiesta medesima. La vicenda in questione è quella legata al mercato comunale di via Morgioni e nello specifico all’assegnazione dei box ed è figlia di una articolata denuncia inviata alla Procura della Repubblica di Napoli, che ha svolto una serie di accertamenti con delega d’indagine ai carabinieri della Compagnia di Ischia. Ebbene il pm dott. Francesco Raffaele ha fatto segnare una prima significativa svolta chiedendo al gip di chiudere il procedimento non ravvisando evidentemente alcun estremo di reato. Lo stesso osserva che nella sua richiesta che “con riferimento alla contestazione di cui agli artt. 633-639 bis, va detto che le indagini effettuate hanno dimostrato come alcuni box dell’area mercatale erano effettivamente occupati abusivamente, ma non si è riusciti a identificare gli occupanti; in particolare erano state rinvenute varie ‘masserizie’ non ricollegabili, però, a soggetti precisi”. Ancora il pubblico ministero aggiunge poi che “per quanto riguarda l’ulteriore contestazione (art. 328 c.p., ossia omissione di atti d’ufficio, ndr) va detto che, in seguito alla riforma apportata dalla legge 86/90, sono punibili i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio i quali indebitamente rifiutino, omettano ovvero ritardino atti i quali devono essere compiuti, senza ritardo, esclusivamente per ragioni di giustizia, sicurezza od ordine pubblico, igiene e sanità; ancora, che il sopra indicato delitto è punito esclusivamente a titolo di dolo, e non anche laddove il comportamento omissivo derivi da colpa. Fatta questa necessaria premessa, va detto che il mancato ‘scorrimento’ della graduatoria relativa alla assegnazione dei suindicati box (in assenza di elementi di segno contrario) fa emergere esclusivamente l’incapacità dell’amministrazione comunale di gestire problematiche del genere”. Avete letto bene, il magistrato parla di incapacità che è cosa ben diversa dalla colpa o dal dolo. Da qui la richiesta di archiviazione.

LA DENUNCIA DI VINCENZO FERRANDINO E RAFFAELE DE ROSA

Prima di passare all’opposizione alla richiesta di archiviazione, è il caso di soffermarci su quella che è la denuncia che venne sporta all’autorità giudiziaria da Vincenzo Ferrandino, indirizzata al Comune d’Ischia e nello specifico a tutti gli amministratori potenzialmente coinvolti in quelli che erano i fatti esposti nel documento. Si arriva al dunque e nello specifico all’espletamento della procedura concorsuale stabilita con una determina del febbraio 2007, poi successivamente si approvava la relativa graduatoria: dalla stessa risultavano assegnatari per tipologia alimentare e tipologia non alimentare 32 box, per i quali si procedeva a stipulare i relativi contratti con concessione decennale. Nella denuncia si ricorda poi che inspiegabilmente i box regolarmente occupati nell’area mercatale risultavano essere soltanto quattro a fronte dei totali 32 messi a bando dal Comune. I denuncianti rammentavano anche che nel corso degli anni il Comune non avesse proceduto allo scorrimento delle graduatorie e fanno anche esplicito riferimento a disinteresse, inerzia e soprattutto mancato decollo del nuovo mercato, cui si accompagnava un palese e sempre crescente degrado della struttura. Si evidenziava, inoltre, che “inutilmente gli assegnatari e concessionari dei box hanno più volte denunciato (singolarmente e congiuntamente), la situazione di illiceità in cui versa l’intera area mercatale, dal momento che a fronte della concessione e dell’apertura di soli 4 box, molti degli spazi non assegnati sono a tutt’oggi occupati abusivamente da soggetti estranei alle graduatorie di cui alla procedura concorsuale n. 245 del 20 febbraio 2007”. Insomma, siamo davanti ad una struttura che non è mai effettivamente decollata come era negli auspici.

“CHIARE LE RESPONSABILITA’ PENALI DEGLI AMMINISTRATORI”

Poi la denuncia di Ferrandino e De Rosa entra nel vivo: “Restano ben chiare e ferme precise responsabilità di ordine penale e di inadempimento contrattuale grave – scrivevano i due – in ordine al mancato scorrimento delle graduatorie del concorso per l’assegnazione dei box, all’occupazione abusiva di box da parte di soggetti estranei alle graduatorie di cui alla procedura concorsuale, al mancato controllo delle aree interne ed esterne, all’omissione di atti d’ufficio relative alle denunce delle occupazioni abusive, all’omissione in atti di ufficio relative alla verifica de visu da parte della polizia municipale delle occupazioni sine titulo di box assegnati ad altri soggetti partecipanti al concorso”. I due aggiungevano che “in modo particolare vanno in questa sede segnalati i gravi pregiudizi commerciali in danno dei pochi concessionari dei box che hanno visto le loro attività commerciali avviarsi verso un disastroso crollo, non solo per quanto riguarda le mancate vendite, ma soprattutto esposti nel corso di questi anni al deterioramento dei beni inutilmente ‘depositati’ presso le strutture fatiscenti del ‘nuovo’ mercato: danni resi finanziariamente insostenibili per l’impossibilità di far fronte al pagamento dei fornitori unitamente al proporzionale indebitamento causato dalla necessità di dover ricorrere aprestiti per tentare in extremis il salvataggio delle proprie attività commerciali”. Oltre al danno, come si dice in gergo, c’è anche la beffa perché come rimarcano i firmatari della denuncia “nella giornata del giovedì gli spazi esterni vengono occupati da bancarelle che vendono i medesimi prodotti dei titolari (Ferrandino e De Rosa) dei box interni ed un sabato al mese viene svolta la ‘festa del fine mese’ con concessione degli spazi esterni all’area mercatale, senza che le autorità preposte si curino dei disagi e delle mancate assegnazioni dei box interni al mercato”. Insomma, una serie di soprusi che hanno indotto i due commercianti a rivolgersi all’avvocato Marzia Scarpelli.

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L’AVV. SCARPELLI: DAL PM ERRONEA CONSIDERAZIONE

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E adesso, esposti i fatti, passiamo all’opposizione della richiesta di archiviazione. Nell’atto indirizzato dal legale al gip si sottolinea innanzitutto che “il magistrato inquirente muove da un’erronea considerazione in punto di fatto e di diritto che inficia il ragionamento decisorio; in particolare il PM sintetizza le ragioni della richiesta di archiviazione in ordine al denunciato reato di occupazione abusiva ritenendo che ‘con riferimento alla contestazione di cui agli artt. 633-639bis c.p., va detto che le indagini effettuate hanno dimostrato come alcuni box dell’area mercatale erano effettivamente occupati abusivamente, ma non si è riusciti ad identificare gli occupanti; in particolare sono state rinvenute varie “masserizie”, non ricollegabili, però, a soggetti ben precisi’. Invero, come si evince dagli esiti delle deleghe di indagini del 3.10.2017 e del 14.11.2017, il responsabile del 18° servizio sottotenente del Comando Polizia Locale, Scotti Giovanni, con nota n. 19104 del 21.6.2017, riferiva che ‘i locali contraddistinti dai nn. 1 e 28 risultano chiusi e non si vede all’interno, mentre il n. 2 è chiuso e occupato con scatoloni e cesti pieni di abbigliamento …’. Del pari, il dott. Antonio Bernasconi responsabile del servizio 11 del Comune di Ischia, unitamente al MM Di Scala e Impagliazzo, si limitano ad elencare i box che effettivamente risultano occupati abusivamente, ma sugli stessi non è stato effettuato un reale controllo per poter risalire agli occupanti abusivi”.

L’ACCUSA: ACCERTAMENTI SUPERFICIALI E BLANDI

 

Poi si scende ancor più nel dettaglio: “Infatti tutta la delega fa riferimento ad un’occupazione basata sul ‘si vede un banco frigo’, ‘si vede uno stand con abbigliamento e varie grucce’, ‘chiuso e non si vede all’interno’; con ciò risultando la mancanza di accertamento, anche mediante accesso con forza pubblica all’interno dei box occupati abusivamente, per poter risalire ai proprietari dei materiali intravisti all’interno dei magazzini. Di ciò ne è prova il fatto che al fascicolo processuale, manca qualsivoglia atto di sopralluogo all’interno dei box occupati abusivamente di cui alla denuncia originaria.

Pertanto, alla luce di quanto innanzi, e ferme restando le valide argomentazioni dell’organo inquirente in ordine alla sussistenza del reato di  occupazione abusiva dei box nell’area mercatale, andavano svolte approfondite indagini mediante il sopralluogo all’interno dei box occupati abusivamente per individuare i responsabili delle condotte di occupazione abusiva e delle condotte omissive dell’amministrazione comunale nei confronti degli irregolari”. E ancora: “Con riferimento al reato di cui all’art. 328 c.p., oltre alla considerazione di cui innanzi – e dunque circa le condotte omissive dell’amministrazione comunale nei confronti degli irregolari occupanti dei box – giova rilevare che dalle dichiarazioni del dott. Antonio Bernasconi responsabile del servizio 11 del Comune di Ischia (del 19.9.2017) emerge con assoluta chiarezza l’indolenza e la totale inerzia dell’Amministrazione comunale, come ritenuto in denuncia. Infatti egli riferisce che ‘la procedura concorsuale n. 245 del 2007 essendo scaduta è stata rinnovata con bando n. 225 che ha portato alla graduatoria approvata con determinazione n. 943 del 4.9.2012. tale graduatoria è anch’essa scaduta e non più utilizzabile’. Pertanto anche con riferimento a tale ipotesi di reato, non è condivisibile la conclusione cui perviene il PM secondo il quale il ‘delitto [in parola] … in seguito alla riforma apportata dalla L. 86/90,  … è punito esclusivamente a titolo di dolo, e non anche laddove il comportamento omissivo … [dei] punibili i pubblici ufficiali e … incaricati di pubblico servizio … derivi da colpa’. La fattispecie è perfettamente integrata per quanto denunciato e per quanto riferito dal medesimo Bernasconi e, comunque, andavano quanto meno escussi i responsabili dell’Amministrazione comunale, anche in ragione  delle rilevate condotte omissive dell’amministrazione comunale sia di quanti, pur risultando in graduatoria non erano stati immessi nel possesso dei box, sia nei confronti degli irregolari occupanti dei box”. Da qui la richiesta conclusa: “Alla stregua di quanto innanzi, il sottoscritto difensore chiede che il Giudice per le indagini preliminari voglia ordinare la prosecuzione delle indagini sui temi indicati nella presente opposizione ed eventualmente indicandone ulteriori da eseguire, non potendo ricadere sulla persona offesa l’inerzia dell’Amministrazione comunale dal momento che i fatti-reato denunciati sono idonei a ledere l’interesse a tutela del quale è stata posta la norma incriminatrice. Infatti, come precisato dalla dottrina e dalla giurisprudenza, perché si realizzi la fattispecie di reato è necessario, non solo che la condotta dell’agente sia conforme al comportamento tipizzato dalla norma penale, e quindi antigiuridica, ma deve necessariamente realizzarsi anche l’effettiva lesione del bene protetto, come accaduto nel caso di specie per entrambe le ipotesi di reato denunciate e come provato dalla documentazione fiscale comprovante i rilevantissimi danni economici patiti dai Sigg.ri Ferrandino e De Rosa”.

Gaetano Ferrandino

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