CRONACA

ANMI Ischia, Luigi Della Monica nuovo presidente

La Sezione Attilio Messina dopo 12 anni rinnova le cariche elettive: il successore di Raffaele Borriello è il noto avvocato ischitano: «Siamo una componente di uomini di mare, rappresentiamo l’ideale ponte con la terraferma»

Anmi Ischia, Sezione Attilio Messina, dopo circa 12 anni rinnova le cariche elettive e nomina Presidente l’Avv. Luigi Della Monica. Subentra al dott Raffaele Borriello, Uff.le Medico MM, che lascia l’incarico per impegni lavorativi all’Estero, a sua volta già successore del dott. Giorgio Brandi. Il direttivo ANMI viene composto dal Vice Presidente Luigi Di Scala, membro del Corpo Ormeggiatori del Porto di Ischia, la preziosissima Segretaria e Tesoriera Sig.ra Stella Beciri ed i Consiglieri, Fabio Amato, Donata d’Ambra e Alessio Romeo.

Luigi Della Monica, anni 48, Comune di 1^cl (caporal maggiore) congedato con elevato profitto aprile 2001, proveniente da Compamare Napoli, destinatario di due licenze premio, l’una firmata dal Com.te Postiglione già responsabile di Circomare Procida e l’altra dal Com.teVestri, già responsabile di Circomare Ischia; Tenente Commissario del Corpo Militare Croce Rossa Italiana e Consigliere Qualificato per la diffusione e la promozione del Diritto Umanitario Internazionale.

Alla domanda si aspettava di essere nominato Presidente?:No, è un onore che spero di meritare, perché la Sezione Attilio Messina custodisce un patrimonio strorico ed umano di circa 240 soci…Cosa indende per obiettivi del Suo mandato: “prima di tutto ricambiare l’immenso affetto con cui mi stanno accogliendo i soci, via, via che mi incontrano e non si perdono in indugi ed imbarazzi ad incoraggiarmi, a ringraziarmi per avere accettato. Ma sono io che ringrazio loro, benchè sappia che gestire una associazione riconosciuta dal Ministero della Difesa non sia affare da prendere a cuor leggero…Operare in piena sintonia con il Direttivo, che custodisce un bagaglio di esperienza che io non posso avere ed essere indispensabile nello sgravare di alcuni compiti interni…Coltivare legami e gemellaggi con le altre associazioni isolane (Forio, Serrara e Procida, Capri) e peninsulari, ma anche partecipare alle attività nazionali organizzate dalle delegazioni provinciali, regionali e nazionali. Spesso ho udito frasi del tipo – Presidente ma Lei lavora troppo a Napoli. In questo voglio rassicurare i miei soci che questa mia duplice veste ischitano-napoletano possa costituire un valore aggiunto per mantenere viva la reciprocità di relazioni umane, senza ritenere troppo stringente il legame Presidente-territorio e creare un volano dalla terraferma verso la nostra amata isola.

Come vede il contatto concreto fra i giovani e la ANMI, visto che i vostri soci sono abbastanza anziani come età anagrafica e Lei non è certo un ragazzino: “Ho la fortuna di aver espletato il servizio militare con alcuni isolani coetanei, fra i quali ho già raccolto la disponibilità ad iscriversi, ma per il resto intendo nell’alveo delle gerarchie della mia associazione, arrivare a richiedere un colloquio con il Ministro della Difesa, alla luce degli ultimi eventi drammatici internazionali, per raccogliere la sua disponibilità a farsi promotore di un disegno di legge di riforma della leva volontaria. Vede Direttore, quando a denti stretti a 25 anni mi sopportavo la naja, osservavo con sommo rincrescimento che ci stavano tanti ragazzi che non dormivano la notte per avere la riconferma, la rafferma, le note caratteristiche per essere assunti in servizio permanente dopo il periodo di tre anni, quattro anni…etc…etc…Sovente ti trovavi il “Caporale di Totò” che ti rendeva la vita impossibile con il ricatto psicologico delle note caratteristiche negative per il concorso. L’Italia deve finirla di emarginare i meritevoli dietro becere politiche disgreganti delle Istituzioni. Quanti e quali ragazzi ho conosciuto nella mia vita civile che hanno abbandonato il sogno di una carriera per queste dinamiche clientelari.

Si incomincia dalla scuola superiore a pietire all’insegnante i crediti formativi e sportivi, per poi essere assegnati ai servizi più rischiosi per il miraggio del successivo concorso.

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Perdenti o semplicemente esclusi dal “sistema”. Non intendo contraddire gli Stati Maggiori della Difesa, non è mio compito, mia intenzione o mia velleità; si tratta di indurre le nostre Gerarchie istituzionali che è arrivato il momento di essere vicini alla comunità, essendo parte di essa, non rinchiusi nelle caserme.

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Questa è la finalità dell’ANMI significare alla società civile che una squadra di affiatati ex marinai militari italiani non è distante dalla concretezza, non si rinchiude nella elìte.

Siamo costantemente e quotidianamente presenti in sede, mattina e pomeriggio, in Piazza Antica Reggia, per stare in mezzo alla gente. Mi propongo di attirare giovani, proprio sulla base di questi ideali di cambiamento, perché in un’isola a vocazione marinara non posso credere che vi siano pochi aspiranti a vestire l’uniforme bianca-blue.

E’ ora per la Istituzione militare italiana di approcciare il volontario, in modo che questi si rechi spontaneamente al distretto per presentare la propria domanda di arruolamento, per poi passare la selezione psico-attitudinale, senza quei filtri concorsuali stressanti, usuranti mentalmente ed effusivi a volta di soggetti ampiamente meritevoli o fedeli allo Stato. In tal guisa, si tesse il filo di Arianna per cementare il rapporto cittadini-Stato, laddove in Italia sento spesso dire dai giovanissimi – No, il concorso non lo tento, perché non ho la “raccomandazione”, oppure dire ho servito per tre anni, ma mi hanno buttato fuori e non so cosa fare, non trovo lavoro…

In che modo ANMI si colloca rispetto al territorio insulare? Siamo una componente di uomini di mare e come tali rappresentiamo quella continuità di un ponte ideale con la terraferma. Anticamente i naviganti portavano merci rare, libri, persone, erano un punto di riferimento culturale per gli avventori del Porto Salvo per sapere cosa fosse accaduto a Pozzuoli o Napoli. L’isola senza i suoi uomini di mare non ha alcuna identità, per cui sento fortissimo il fardello di questo onore, per impedire che l’età anagrafica possa ostacolare la prosecuzione delle attività sociali.

Qualche giorno fa è venuto ad Ischia il Ministro Musumeci, intenderebbe suggerire qualcosa?Anmi è un associazione riconosciuta dal Ministero della Difesa e come tale paramilitare e proiezione dello Stato per lo Stato: Signor Ministro bisogna implementare i mezzi nautici dei nostri militari in servizio (Marina, GdF, Carabinieri e PS) perché se è vero che l’isola da 68mila abitanti in inverno ne ospita circa il triplo nei mesi estivi, è altrettanto vero che le coste isolane sono assalite da tutti i natanti del basso Lazio e dalla Costiera sorrentina verso Nord Ovest. Abbiamo bisogno di forze di polizia marittima tempestive e dotate di ogni mezzo efficiente, preventivo e se del caso repressivo.

Il fenomeno criminale delle corse per mare a largo di Cartaromana-San Pancrazio con unità da diporto guidate da bambini deve restare un fenomeno isolato e confinato al 2022, perché si deve assolutamente ingenerare nel cittadino il piacere di chiamare la Capitaneria di Porto e dopo circa 10-15 minuti vedere la motovedetta sanzionare il pirata del mare.

Presidente avete anche una componente sportiva nel Vs. Gruppo? Certamente! I D’Ambra, papà e figlia Donata, membri pure della Lega Navale, sono istruttori di vela e confidiamo presto di organizzare manifestazioni amatoriali sportive sempre più numerose, per avvicinare i nostri giovani al mare, perché se è vero che un svizzero viene amabilmente emarginato se non sa sciare, ad Ischia sento ancora di persone che soffrono il mal di mare, segno che effettivamente non hanno mai preso vera confidenza con il dio Poseidone.

Tante belle idee, ma non pensa di essere un tantino presuntuoso a volerle tutte realizzare? Io sono solo un umile caporal maggiore in Marina, ma se mi hanno eletto Presidente dico, senza i miei soci non sono Presidente e non sono niente: riuscirò solo se i marinai di Ischia mi aiuteranno. Mi lasci dedicare un pensiero ai caduti del mare, a quanti hanno sacrificato la propria vita per l’amore dei propri compagni di equipaggio, per il proprio equipaggio o per l’amore della vita dei passeggeri, ovvero per la preziosità del carico da trasbordare. Un uomo di mare è tale, perché è ama gli altri. W la Marina Militare, Patria ed Onore.

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