CRONACA

La guerra frena il turismo, l’allarme: «Si è arrestata la domanda»

Nell’imminenza dell’inizio della nuova stagione turistica, parla Luca D’Ambra: «Non partiamo bene. Adesso puntiamo su Procida Capitale»

La guerra in Ucraina mossa dalla Russia rischia di rivelarsi letale per il turismo made in Italy dopo due anni di Covid. Solo a Pasqua l’assenza dei visitatori provenienti da Mosca si tradurrà in alcune decine di milioni di euro mancati incassi per le nostre strutture ricettive. I turisti russi sono considerati top spender, al pari di americani e cinesi. Grandi amanti degli hotel a cinque stelle e delle boutique di abbigliamento griffate, nel 2019 sono stati circa 1,7 milioni i russi che hanno soggiornato in Italia per turismo, con 5,8 milioni di presenze.  Ma non solo. «Fino a qualche settimana fa settimane fa ci è stata una buona domanda. Poi dall’inizio della guerra le prenotazioni si sono totalmente arrestate». Così esordisce Luca D’Ambra, presidente di Federalberghi Ischia e Procida.

«Stavamo prospettando una buona stagione a partire dal mese di maggio mentre per aprile ed in particolare per le festività legate alla Pasqua ci aspettavamo una reazione last minute. Adesso, però, davvero non sappiamo che cosa aspettarci»

«Stavamo prospettando una buona stagione a partire dal mese di maggio mentre per aprile ed in particolare per le festività legate alla Pasqua ci aspettavamo una reazione last minute. Adesso, però, davvero non sappiamo che cosa aspettarci», continua il presidente degli albergatori che sottolinea come «dopo due anni di pandemia, scenari che non inneggiano alla vita, non mettono voglia di pensare alle vacanze». Ad aprile le strutture ricettive tricolori dovranno rinunciare per effetto della guerra in Ucraina a circa 175mila pernottamenti di turisti russi e a quasi 20 milioni di curo di fatturato, avverte Assoturismo. Una città come Roma perderà senza i turisti russi circa 150 milioni di euro nel 2022, calcola FederaIberghi. Nel 2021 la meta di shopping preferita dai turisti provenienti da Mosca è stata Milano, con il 39% delle vendite totali nell’ambito degli acquisti tax free. In Sardegna e in particolare in Costa Smeralda, meta privilegiata degli yacht russi che adesso sono in fuga, è allarme rosso: nel mercato turistico isolano la Russia incide per 1’1,5 per cento in termini di presenze, circa 220mila a stagione. A rischio anche Venezia. Il Veneto accoglieva nel 2019 un milione di visitatori russi. Nel 2021, a causa della pandemia, gli arrivi dalla Russia si sono drasticamente ridotti, con un crollo di oltre il 90% nella regione, In Toscana, secondo Coldiretti, erano attesi quest’anno non meno di 200mila turisti russi, concentrati tra Pasqua e agosto, altrettanti in Liguria, più di centomila in Puglia.

«Nel 2019 avevamo 1,3 milioni di visitatori russi in Italia e si tratta certamente di una delle nazionalità che più spendono nell’ambito del tax free shopping. Ma la tragedia che stiamo vivendo va oltre qualunque numero, tanto da impattare in generale sul clima e sul senso di incertezza che sta attanagliando un po’ tutti i viaggiatori»

«Nel 2019 avevamo 1,3 milioni di visitatori russi in Italia e si tratta certamente di una delle nazionalità che più spendono, per esempio, nell’ambito del tax free shopping. Ma la tragedia che stiamo vivendo va oltre qualunque numero, tanto da impattare in generale sul clima e sul senso di incertezza che sta attanagliando un po’ tutti i viaggiatori, anche gli italiani che devono partire per l’estero», continua Luca D’Ambra.

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Si rischia un effetto a cascata. «Immaginiamo che la situazione possa avere un impatto anche sugli stranieri che provengono dai Paesi limitrofi alla crisi, che magari temono le minacce di Mosca e che sono impegnati a far fronte all’arrivo di milioni di profughi ucraini», prosegue. «Abbiamo perciò urgente bisogno di regole chiare e certe per poter programmare. Serve poi un monitoraggio del settore, che necessita ancora di sostegni per uscire definitivamente da questi due anni di crisi profonda». Sull’isola di Ischia il turismo proveniente dalla Russia non è mai stato top, «ma una nicchia importante che, inevitabilmente, perderemo». E poi ci sono anche altre risvolti. «Stanno arrivando le prime disdette anche da parte degli americani che avevano scelto di passare nei prossimi mesi le vacanze in Italia. Sono preoccupati dalla vicinanza con l’Ucraina. Il risultato, ad un mese dall’avvio della nuova stagione turistica, non è dei migliori. «Il nostro settore è in crisi, la pandemia ha causato perdite di fatturato dell’80 per cento. Le nostre aziende sono senza liquidità e non sono nemmeno nelle condizioni di poter sfruttare le agevolazioni offerte dal Pnrr, come il credito di imposta sugli investimenti in digitalizzazione». Luca D’Ambra però non si abbatte. «Stiamo lavorando tanto su Procida Capitale della Cultura. Una meta, quella dell’isola di Arturo, che, inevitabilmente porterà turisti e visibilità anche sull’isola di Ischia».

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