CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME Quando la Verità si uccide tra le righe

di Lisa Divina

Ogni tanto qualcuno (come te) decide di perdere 2 minuti preziosi a leggere un mio articolo, qualcuno commenta in privato, qualcun altro commenta in pubblico. Ogni commento è un microcosmo di convinzioni personali. Devo confessarvi che è sempre stimolante leggervi e sentirmi ispirata o a volte mi si apre la mente a nuove rocambolesche elaborazioni. Un commento recente ha destato in me una particolare attenzione pruriginosa. In sintesi affermava una serie di convinzioni tutte individuali sui contenuti “facili” negli articoli di giornale. Questa costatazione non solo mi ha scaturito una certa perplessità e una serie infinita di domande ma ha anche creato il fil rouge per questo articolo. Nel leggerlo notavo come la reazione sbagliata acquisisca valenza giusta solo perché abbiamo preso una posizione in merito, magari con la nobile causa votata all’ottimismo, (tanto ottimista o pessimista la verità non se la caga nessuno). Ma riflettendoci sopra, non posso non metterlo in relazione con la mia percezione della lettura di notizie sparse qua e la e mi si evidenzia facilmente la diversificazione nel Fare giornalismo, un’arte millenaria che si destreggia su vari campi. Ha il potere di comunicare alle masse, di farci sapere cosa sta succedendo nel mondo e direziona l’attenzione del lettore. Ma questo forse è chiaro a pochi.

Ora mi chiedo: perché non utilizzare questo potente mezzo per trarre dei vantaggi? Invece di leggere l’articolo come inutile polemica, per evitare di entrare nel ruolo di un frustato qualsiasi, magari si potrebbe trarre un consiglio recependo il messaggio come critica costruttiva. E poi mi chiedo ancora: perché chi potrebbe o, addirittura, dovrebbe agire sugli argomenti evidenziati non solo tace senza reclamare diritto di replica ma, per di più, nemmeno agisce direttamente sul problema infischiandosi di temi e argomenti che ci danno la mappa di quanto Ischia sia caduta in basso? E perché alla gente piace tanto vivere in questa “bella bugia”? Perché nel leggere la notizia ci arrabbiamo con chi l’ha scritta se è solo un narratore e non ci si indigna davanti a problemi o verso il modo di non affrontarli – a volte volutamente da parte di chi dovrebbe risolverli? E quindi: Chi ha ucciso la verità? Vero è che siamo tutti bravi a polemizzare. Come fanno anche i commercianti della nostra bella isoletta che pur cercando di apparire positivi sulle previsioni Pasquali hanno dovuto poi sostenere lo scontro con la Verità dei numeri sotto la linea che raccontano qualcosa di poco ottimistico nel totale. Queste informazioni, ben scritte nelle righe, sono fatti, che ci piaccia o no. É la realtà per molti, forse non tutti, ma se anche fossero pochi andrebbero presi in considerazione come tutti vorremmo per noi stessi. Altrimenti si scade dal positivismo all’ipocrisia. Quando leggiamo un articolo, non dovremmo fermarci alla superficie, né lasciarci trascinare dalla polemica. Invece, possiamo estrarre dati nascosti tra le righe. E se pure l’articolo sembra inutile, si può provare a scavare più a fondo. Entrando in quel mondo nascosto agli occhi negli spazi vuoti celando le verità a coloro che si perdono nei meandri delle parole, come in un labirinto di significati apparentemente senza senso. Ma se proprio non vuoi capire puoi restare comodo a leggere il tuo giornale uccidendo la verità ancorato alle tue convinzioni individuali come un gatto attaccato ai marroni del mondo, nella convinzione che tutto procede nel migliore dei modi.

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