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Antonello Impagliazzo: «Il reddito di cittadinanza? Una misura di civiltà»

ISCHIA – Sullo spinoso argomento del reddito di cittadinanza è intervenuto anche Antonello Impagliazzo, organizer meetup “Amici di Beppe Grillo” di Ischia. «Quando esce l’annuncio di una nuova legge, qualcuno va a controllare al CAF, perché la maggior parte della gente, non essendo pratica dei meccanismi istituzionali, non calcola che va fatto prima il Governo, poi il Governo deve fare tutta la sua trafila eccetera. Quei pochi casi sporadici ci saranno stati, ma sicuramente non ci sono state né code chilometriche né chissà quale impazzimento. La circostanza è stata sfruttata da qualcuno che l’ha lanciata come una cosa grossa, come se tutti i CAF fossero stati presi d’assalto: non è affatto così».

Per quanto riguarda nello specifico il reddito di cittadinanza, Impagliazzo ha affermato che esso è «una misura che sta nel nostro programma orami da lungo tempo. Oggi in tv Pasquale Tridico (ministro del Lavoro proposto dai Cinquestelle, ndr) ha confermato che le coperture finanziarie ci sono, è tutta questione di come si vogliono usare quei soldi. Quelle coperture, evidentemente, sono scomode per molti, perché si parla di riduzione dei costi della politica, dell’abolizione di enti inutili e di tutta un’altra serie di cose. Il reddito di cittadinanza è una misura espansiva, perché una persona che non ha nulla e che viene ad avere all’improvviso un reddito, quel reddito non gli finisce nei risparmi o nella banca come quando dai i soldi a chi ha già i miliardi, ma finisce nel consumo, soprattutto locale. Questo dovrebbe migliorare la situazione delle imprese, che potrebbero dover assumere, e quindi man mano dovrebbe ridursi anche il numero di persone che hanno necessità del reddito di cittadinanza».

Secondo Antonello Impagliazzo, il reddito di cittadinanza produrrebbe anche altri considerevoli vantaggi. «Il reddito di cittadinanza eviterà che le persone debbano per forza accettare lavori sottopagati pur di sopravvivere. Se il lavoro ti viene proposto tramite i centri per l’impiego, è ovvio che il centro per l’impiego non ti potrà proporre un lavoro a condizioni illegali, tanto più che la proposta prevede anche il salario minimo di nove euro. Il reddito di cittadinanza, inoltre, è una misura di civiltà, perché non si può lasciar morire di fame la gente. Poi è integrativa, perché è stata fatta con dei paletti. Il cittadino ha degli obblighi, come quello di lavorare otto ore alla settimana per il proprio Comune. Cosa che sarebbe molto utile anche per migliorare determinate situazioni in quegli enti che hanno più difficoltà di bilancio. Ha inoltre l’obbligo di seguire dei corsi che vengono proposti per condurre le persone a specializzarsi nei lavori che servono, quelli che il mercato richiede».

«La vera sfida – ha aggiunto Impagliazzo – è quella di far funzionare bene i centri per l’impiego, che non devono essere più un ufficio registro per i disoccupati, ma effettivi centri per l’impiego. Più funzionano, più persone vanno a lavorare e più facilmente lo Stato si toglie dalle spalle il peso di alcune persone che percepiscono la sovvenzione, quindi riduce il numero di sussidi che deve dare. Il reddito di cittadinanza esiste in varie forme in Europa e in altri paesi del mondo. Viene considerata una misura di civiltà, e persino l’Unione europea non ha nulla in contrario al riguardo. Una misura del genere, in un modo o nell’altro, sarà inserita a prescindere anche in Italia nel momento in cui si formerà il Governo: chi da una parte, chi dall’altra, tutti i partiti hanno proposto delle misure in tal senso. La necessità di introdurre il reddito di cittadinanza esiste, altrimenti la pace sociale va a farsi friggere. La gente – ha chiosato Impagliazzo – può diventare pericolosa quando non ha nemmeno il pane a tavola».

 

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