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«Antonio era senza bombole, forse fatale la scarsa visibilità»

Recuperato anche il corpo della seconda vittima, la povera Lara, adesso è l’ora degli interrogativi. Bisogna capire cosa sia successo in quelle acque e la cosa si preannuncia tutt’altro che agevole: in fondo ci si trovava in presenza di un sub espertissimo e di un’allieva che sebbene giovanissima aveva una particolare dimestichezza con le ispezioni.

«Proprio nella mattinata di oggi (ieri per chi legge, ndr) sono intervenuti degli spleosub dei vigili del fuoco di Brindisi che con due diverse ispezioni subacquee sono riusciti a recuperare in sicurezza il corpo della ragazza condotto poi nel porto di Ischia aspettando l’esame autoptico. Le indagini sono già iniziate parallelamente con l’attività di ricerche e soccorso: siamo coordinati in questa prima fase (e lo saremo anche successivamente) direttamente dalla Procura della Repubblica di Napoli che ha già disposto una serie di atti tra cui il sequestro delle attrezzature in uso ai due operatori. Chiaramente ci saranno altre attività che verranno delegate e che stiamo già iniziando a svolgere prima che gli esiti vengano poi trasmessi all’autorità giudiziaria».

Si parla del corpo di Antonio Emanato ritrovato senza bombole e si fanno una serie di ipotesi. Potrebbe essersene liberato per tentare la risalita così come per lasciarle a Lara. Formulare ipotesi è difficile se non addirittura impossibile, ma secondo lei cosa può essere accaduto nella secca delle formiche?

«Beh, io mi limito ad eseguire degli accertamenti, in questo caso tecnici e che saranno messi a disposizione della magistratura. Posso confermare, comunque, che nel momento in cui è stato recuperato il primo sub, lo stesso non aveva addosso l’attrezzatura e dunque le bombole, che sono state invece successivamente rinvenute vicino al secondo corpo. Tutte le strade sono possibili ed aperte, nulla può essere escluso a priori ma è chiaro che in questa prima fase bisogna porre attenzione massima alle indagini per poter fornire un quadro quanto più esauriente possibile al magistrato».

L’ipotesi più accreditata resta quella del fango sollevato dalle correnti e che abbia offuscato la visuale ai due. Pensare ad altro, vista la presenza di un sub esperto come Antonio Emanato, diventa obiettivamente complesso.

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«Guardi, la secca delle formiche è un sito molto battuto da tantissimi diving che operano nel golfo di Napoli. Da quello che siamo riusciti a recuperare dai filmati ricavati dalle prime immersioni, ci troviamo in presenza di un sito in cui effettivamente ogni movimento può mettere in gravi situazioni di non visibilità. Questo potrebbe averla ridotta drasticamente, creando un ostacolo insormontabile per Antonio e Lara».

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Tre morti in pochi giorni nelle acque dell’isola. Il mare va temuto, rispettato, viene rimarcato più volte.

«Il mare non va necessariamente temuto, anzi. Va sicuramente rispettato, goduto e mai sfidato. Io ho sempre sostenuto che la migliore condizione di sicurezza possibile è l’amore per se stessi che unita alla massima precauzione fa in modo che le attività marittime – di qualsiasi natura esse siano – possano essere svolte in assoluta e totale tranquillità. Io consiglierei comunque a tutti gli operatori, sia subacquei sia a quelli che intenderanno godere del mare dell’isola d’Ischia, di raccogliere sempre informazioni preventive sui siti balneari, sulle peculiarità delle baie anche facendo ricerche approfondite. E poi vanno sempre tenute in debita considerazione le condizioni meteo marine in atto, chiedere alla realtà locale se è consigliabile accedere in un punto oppure no. Insomma, munirsi di un buon bagaglio di informazioni rappresenta comunque un inizio significativo per affrontare il mare e godersi una vacanza sicura»

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