Appello all’avvocato Santaroni: intitoli la sala polivalente della Siena al professor Edoardo Malagoli
Molti di noi ischitani sognavano un destino diverso per la bella terra della Siena. Ho abitato alcuni anni in uno dei palazzi che vi si affacciano direttamente sopra. Quando ancora la terra era coltivata, con passione e duro lavoro, dalla famiglia dei “ mangiaterra”. Negli anni ’70, da consigliere comunale, insieme a compagni e colleghi, ci battemmo affinché da via Pontano, a proseguire per il Borgo di Celsa, si creasse, solo una sobria strada pedonale che fiancheggiasse il mare. Ha prevalso un altro progetto. Ormai tale progetto è, pur tra tanti intralci ed imprevisti, in via di ultimazione e indietro non si torna. D’altronde, un parcheggio alle porte di Ischia Ponte può contribuire alla vivibilità del borgo, che in alcuni momenti è asfissiato dal traffico e dai gas di scarico. Poi oltre ad alcuni negozi, c’è la Sala Polivalente, del cui utilizzo, per ora, poco ci è dato sapere. Eventi congressuali? Meeting, convegni, altre forme di studio e confronto? Sarebbe, però, bene che in quel luogo, di cui una via ci ricorda i soggiorni di Giovanni ( Gioviano) Pontano, umanista del ‘400, un’altra è dominata dal Palazzo vescovile, con annesso Museo diocesano ed ex sede di uno storico e prestigioso Seminario, e poi lo Scuopolo ( Scoglio), che fu dimora del governatore dell’isola Orazio Tuttavilla ( oggi Palazzo Malcovati), quindi il Palazzo Onorato e l’ex Fonte dei sassi, fino ad arrivare al monumentale Castello Aragonese e alla Baia di S.Anna col Parco Archeologico Marino di Aenaria, sarebbe bene che la società proprietaria del complesso Siena, destinasse la Sala Polifunzionale anche ad eventi di cultura umanistica, storica, archeologica o attinenti il mare e le sue implicazioni. La sala come anticamera didattica del Borgo di Celsa. Proprio di fronte all’ingresso del Complesso del parcheggio e Sala Congressi ha abitato per anni quello che è stato un “ maestro” per tanti giovani isolani, il prof. Edoardo Malagoli. Si dà il caso che a dicembre di quest’anno, più o meno in coincidenza con la fine lavori del complesso alla Siena, ricorreranno 100 anni dalla nascita del “ professore”. Quale omaggio alla memoria più idoneo che intitolargli la Sala Polifunzionale?
Avv.to Santaroni, non ci conosciamo, ma so che Lei è molto legato al mondo cattolico e al Vaticano. Saprà anche che, in passato, un Vescovo di non larghe vedute, ostacolò il libero insegnamento di Malagoli al Liceo, perché ritenuto ateo e dunque pericoloso per le idee e la formazione dei giovani. Però, avvocato, Lei sa benissimo che i tempi sono cambiati, la Chiesa è cambiata, è “ in uscita” direbbe l’attuale Papa e va “ incontro” alla diversità non “ contro”.E poi, senza volere fare invasione nel campo filosofico, Malagoli non era “ ateo”. Il prof. era profondamento spinoziano ( crociano lo era per altri aspetti). Lo era nel senso di “ Deus sive Natura”, la concezione cioè che l’Universo e la vita non sono una contrapposizione tra il divino e l’umano, ma un inestricabile nesso tra “ Natura naturans” e “Natura naturata”; una sorta di panteismo, nel quale il pensiero universale è capace di vedere le cose in ciò che esse hanno di eterno. Ma ci fermiamo qui per non sconfinare in un campo che non ci è proprio. Dobbiamo al decano dei giornalisti locali, amico Peppino Mazzella, il ritratto-intervista più bello che riguarda il prof. Malagoli. E’ stato raccolto da Mazzella in “ Tempi d’Ischia – Gli incontri con gli uomini che hanno fatto l’isola d’Ischia e le opinioni su chi le fa”. L’intervista risale al 1987, quando Malagoli aveva 69 anni. L’incontro tra il giornalista e il professore avvenne a casa “ Spadara”, chiamata così dalla località dove era situata. Racconta Mazzella che, nonostante il professore avesse a disposizione 1800 mq2 di terreno coltivato e nonostante avesse un progetto approvato per due piani, volle costruire un solo piano. Questo era l’uomo! Malagoli era intriso di cultura umanistica e meridionalista napoletana: da Benedetto Croce a Guido Cortese, a Francesco Compagna, Epicarmo Corbino, Alfredo Parente, Fausto Nicolini, Adolfo Omodeo. Pur essendo stato segretario cittadino a Brescia, del PLI e pur essendo stato candidato all’elezione per la Camera dei Deputati per 2 volte, Malagoli sapeva di non essere tagliato per la politica. In lui il pensiero finiva per prevalere sull’azione e il rigore etico aveva la meglio sui necessari compromessi che la politica impone.
Voglio ricordare sul Golfo ( il prof. aveva, verso la stampa locale, il massimo rispetto e niente affatto la sottovalutazione snob di molti pseudo intellettuali di oggi) che, nel periodo bresciano aveva diretto il Giornale di Brescia ( 1952/53) e collaborato alla Rivista letteraria “Costume” del grande Enrico Emanuelli. Alla villa Spadara di Forio, Edoardo aveva impiantato un piccolo cantiere navale in proprio ( amava il mare e le barche). Qui aveva costruito anche la gloriosa imbarcazione “ Rikki Tikki Tavi”, ormeggiata poi nel porto di Casamicciola. Ma, prima della Spadara, di Forio, Edoardo aveva vissuto con la moglie Angiola Maggi, proprio di fronte al Miramare e Castello e di fronte alla Siena. Anche in quell’angolino antistante la casa in fitto, lavorava alla sua barca e a pochi metri c’era il punto di “ ammaraggio”. Malagoli non era il mio professore di liceo, eppure ne respiravo tutto l’afflato didattico-culturale. Nelle conferenze, dove rimanevo incantato da un eloquio elegante e suadente; in incontri a casa sua, insieme agli amici Almerico Di Meglio e Raffaele Mattera, nei quali si parlava di giornalismo locale, di Italia Nostra, del Piano Regolatore Beguinot. Le pareti della sua casa, tappezzate di libri, vecchi, ingialliti dal tempo, hanno segnato i miei anni liceali. Il prof. Malagoli ha amato, in particolare, alcuni suoi alunni che si erano dimostrati brillanti, come Giorgio Vuoso, Franco Iaccarino, ma anche una figura controversa come Giovanni Zamboni, a riprova che il prof. non si lasciava condizionare da steccati ideologici.
Stupiva i suoi studenti con domande incalzanti del tipo “ che cos’è il bello?” o “ Che cos’è il bene” e tutti si arrovellavano nel cercare la risposta giusta. Instillava nelle menti dei giovani il sano seme del dubbio. E’ per tutto questo che, credo, Malagoli meriti, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita, avvenuta ad Offida, nelle Marche, luogo poi anche di sepoltura – di essere ricordato proprio in quel luogo del “ muro rotto” della Siena, da dove partiva, in barca, verso la libertà rappresentata dal mare. Sarò, saremo tutti grati all’avvocato Santaroni se terrà presente questa esigenza di ricordo. Non so se l’assessore alla cultura al Comune d’Ischia sarà ancora Salvatore Ronga per tutto il 2018. Certamente è persona sensibile e culturalmente attrezzato per poter aggiungere la sua autorevole voce a questo umile e disinteressato appello. Se cambierà titolare l’assessorato alla cultura, mi auguro ugualmente che sia persona in grado di esaltare valori che vanno ben al di là delle feste di quartiere e di una malintesa corsa all’evento fine a se stesso. La Siena merita di diventare la Porta d’Ingresso storico-culturale di uno dei borghi più belli d’Italia.
Franco Borgogna