POLITICAPRIMO PIANO

Il K.O. di Caldoro “spezza” il sogno della Di Scala

La mancata elezione all’uninominale dell’ex presidente della giunta regionale condanna la consigliera baranese a non poter ritornare sullo scranno di Palazzo Santa Lucia: decisivo anche l’exploit dei 5stelle nel napoletano, che ha davvero reso la missione impossibile

Tutti i sogni muoiono all’alba, recita un antico adagio. Quelli di un esponente politico isolano, a onor del vero, sono tramontati nella tarda serata di lunedì, quando sono cominciati a circolare i nomi degli eletti al Plurinominale in Campania dopo la distribuzione dei seggi (già dal primo pomeriggio si conoscevano i nuovi deputati e senatori che erano stati eletti nei collegi uninominali).

Maria Grazia Di Scala

E’ il boom grillino sul territorio regionale ma ancor di più nella provincia di Napoli a tradire l’attuale consigliera comunale di Barano, Maria Grazia Di Scala, che nelle elezioni politiche di domenica 25 settembre aveva trovato un appiglio per poter ritrovare il seggio in consiglio regionale che gli era sfuggito all’ultimo appuntamento con le urne, quello che sancì l’investitura bis del governatore Vincenzo De Luca. Ma torniamo al plurinominale che ha visto eletti i seguenti candidati. A fare la parte del leone ovviamente i pentastellati che portano alla Camera dei Deputati Giuseppe Conte, Gilda Sportiello, Raffaele Bruno, Alessandro Caramiello, Sergio Costa, Carmen Di Lauro, Carmela Auriemma e Marianna Ricciardi. Fratelli d’Italia piazza invece Marta Schifone, Michele Schiano di Visconti e Luca Scancariello. Per Forza Italia – ed è proprio qui che guardava con attenzione la Di Scala – “brindano” invece Antonio Tajani, Annarita Patriarca, Marta Fascina e Tullio Ferrante. Nel Pd infine si affermano il ministro uscente della Salute Roberto Speranza e Marco Sarracino, per Azione-Italia Viva infine Ettore Rosato.

Non basta l’elezione di Annarita Patriarca: le sue dimissioni libereranno il posto a Francesco Cascone ma non all’avvocatessa, che era la seconda dei non eletti. E intanto a Procida Luigi Muro canta vittoria dopo l’esito del voto

Stefano Caldoro

L’elezione di Annarita Patriarca mette in condizione la stessa di dimettersi da consigliere regionale. Le subentra il primo dei non eletti in Forza Italia, ossia Francesco Cascone. Maria Grazia Di Scala, purtroppo, è la seconda dei non eletti ed a nulla le servirebbero anche le possibili dimissioni della Fascina e di Tajani, pezzi da novanta del partito che fa capo a Silvio Berlusconi e che risultano eletti anche in altri collegi. A condannare l’esponente politico baranese – che, ironia della sorte, nel frattempo dal momento della sua candidatura a Palazzo Santa Lucia ha lasciato Forza Italia per approdare a Fratelli d’Italia – è stata la mancata elezione all’uninominale del leader della minoranza in consiglio regionale ossia Stefano Caldoro, che a sua volta paga il boom griilino. L’ex presidente della giunta regionale non era candidato altrove e di fatto il suo k.o. ha lasciato ai box anche la Di Scala che a questo punto dovrà attendere tempi migliori (e che sembrano tutt’altro che a breve termine, salvo sorprese). In realtà uno spiraglio di salvezza ci sarebbe ancora, quello che a Stefano Caldoro sia affidato qualche incarico di sotto governo che potrebbe portarlo a lasciare Palazzo Santa Lucia: ma già l’ipotesi è remota, se a questo aggiungete anche il fatto che non sarebbe obbligato per legge a farlo capirete che la combinazione è quasi pari a un 6 al Superenalotto.

La Patriarca festeggia l’elezione con Raffaele Cardamuro

Nel frattempo i postumi da campagna elettorale si registrano anche nella vicina isola di Procida dove a modo suo, ma questo è un costume decisamente diffuso, ognuno canta vittoria. Stavolta tocca a Luigi Muro, consigliere di minoranza e simpatizzante di lungo corso della destra e di Fratelli d’Italia: “Nonostante un elevato astensionismo che notoriamente penalizza il centrodestra a Procida la coalizione ha nettamente vinto in controtendenza con il dato provinciale e campano. Fratelli d’Italia è il primo partito con percentuali che superano di 15 punti il dato provinciale e addirittura quello nazionale, attestandosi a circa il 28 %. Era un’elezione importante perché consente di valutare a due anni e mezzo dalle prossime comunali lo stato di salute delle forze attualmente in campo. Certo, le comunali son altra cosa e nessuno lo sa meglio di me, ma il dato ci incoraggia a proseguire la nostra azione di proposta e di contrasto al malgoverno dell’Amministrazione Ambrosino. Il Sindaco si è affrettato con un cervellotico post a innalzare il vessillo della vittoria ma i numeri sono impietosi. L’amministrazione in carica, con il Sindaco membro dell’Assemblea nazionale del PD, con la candidatura e la venuta a Procida del Ministro Franceschini regista della gestione iper clientelare delle manifestazioni legate alla Capitale della cultura non riesce né ad essere il primo partito dell’isola né a superare la soglia dei 1000 voti. Il Sindaco tenta di appropriarsi dei voti dei 5 stelle che (almeno in quota parte) sono legati indissolubilmente al reddito di cittadinanza ed alla speranza che lo stesso sussidio non venga messo in discussione. Insomma grande soddisfazione dalle nostre parti con una rinnovata spinta per dimostrare che l’Amministrazione comunale nata per le note vicende del sabato che precedeva le elezioni comunali non ha né smalto, né competenze né prospettive politiche per guidare la nostra isola che sta trascinando sempre più in una stanca gestione del quotidiano che fa rimpiangere la vecchia Democrazia cristiana senza averne le qualità umane e politiche”.

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