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Alluvione a Casamicciola, ascoltato l’ispettore Lo Sinno

Mercoledì mattina, presso la sede di Ischia del Tribunale, ha avuto di fatto inizio il processo per i danni causati dall’alluvione di Casamicciola nel 2009. Quattro gli imputati: i due ex sindaci del comune termale, Giosi Ferrandino e Vincenzo D’Ambrosio, e i due ex tecnici dell’Utc Silvano Arcamone e Simone Verde. Il giudice Capuano ha proceduto all’ammissione dei mezzi di prova e ha dichiarato aperta la fase dibattimentale. In programma vi erano le deposizioni dei primi due testi. Il maresciallo Battello, pur inizialmente presente, non è stato tuttavia ascoltato, perché gli orari del suo lavoro confliggevano coi tempi dell’udienza. È stato sentito quindi soltanto Vincenzo Lo Sinno, Ispettore superiore del Corpo Forestale dello Stato. Le domande del pubblico ministero riguardavano principalmente lo stato in cui versavano gli alvei delle principali “cave” casamicciolesi, deputate alla raccolta delle acque piovane. Secondo Lo Sinno, gran parte di queste cave erano completamente ingombre di fango e rifiuti di ogni genere, dal materiale edile di risulta alle carcasse di automobili ed elettrodomestici. L’Ispettore ha dichiarato che negli anni precedenti alla tragedia del 7 novembre 2009, quando il fiume di fango uccise la giovane Anna De Felice, il Corpo forestale aveva già segnalato tali criticità e i rischi cui si andava incontro con la mancata manutenzione degli alvei. Il pubblico ministero ha quindi richiamato una lunga serie di accertamenti, sopralluoghi, segnalazioni avvenute nel quinquennio che ha preceduto il disastro. Ha citato anche il sequestro avvenuto nel 2004 di un abuso edilizio proprio sulla sponda del letto di lava a Cava Negroponte.

 

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