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Muore sansone con tutti i filisdei

di Vincenzo Acunto

ISCHIA – La scorsa settimana parlai di politica con un pezzo dal titolo “l’arte del governare”. In esso scrivevo, a riguardo delle vicende del comune di Ischia e del suo sindaco, “Le gelosie e le rivalità esistenti tra i politici di Ischia fece si che gli stessi andassero a Casamicciola a trovare “il messia” per risolvere i problemi del paese. Perchè oggi, in quella comunità, si scandalizzano se “il Messia”, vestendo sempre le stesse vesti, si comporta allo stesso modo?”. Non pensavo di essere profeta ne di anticipare i tempi. Per chi come me ha vissuto, da ragazzo, i tempi della politica di gente come Giovanni Di Meglio, Giovanni Jannelli, Antonio Castagna, Luca Scotti,  Enzo Mazzella, Franco Iacono (per restare a quelli che avevano un respiro isolano), che erano grandi incassatori di colpi sottobanco e di repliche fulminanti, assistere a certe reazioni scomposte (somiglianti a quelle uterine di certe zitelle insoddisfatte), mi provoca reazioni di malessere constatando a come la politica, in questa nostra isola, sia caduta in basso. Ripete un antico detto napoletano, utilizzato per risaltare, un problema derivato da incontinenza giovanile, “e ghiut’a fess’ mman’ e criature”. E, nella vicenda del tribunale di Ischia, che con tanta, tanta fatica, si stava recuperando alla collettività isolana, a seguito di scellerati provvedimenti legislativi del governo Monti, in nome della “spendig review”; sembra proprio che il detto sia ampiamente calzante. Il fatto in se è ridicolo. Adiacente la ex sede del liceo classico, oggi tribunale, vi è uno spiazzo, un tempo dedicato a campetto di calcetto per gli scolari. A seguito della sistemazione del tribunale, lo spiazzo lasciato in abbandono (come è gran parte del paese) era divenuto per “facta concludentia” parcheggio per gli utenti del tribunale. Una trentina di auto che, nel tempo dalle 8,30 alle 12,30, lo occupavano non ingolfando ulteriormente la via Mazzella diventata un budello. Succede però che qualche buon tempone, dell’amministrazione locale, in cerca di visibilità (che è molto facile ottenere mettendo insieme parole come “sport” “scuola” e “giovani”), ha pensato bene di interdire l’accesso a quell’area consegnando all’informazione il desiderio dell’amministrazione di recupero, in quello spiazzo, dell’attività agonistica giovanile. Qualcuno, d’altro lato, dice che l’interdizione è dipesa a una richiesta di danni, da parte di qualche avvocato, molto perspicace, che s’era vista danneggiata l’auto a seguito del rovesciamento di una delle “porte” lasciate in abbandono nell’area. Due scemità autentiche che si potevano risolvere con una semplice telefonata ma che invece vedono il sorgere di gigli interdittori che provocavano una reazione, da ricovero, di un gruppetto di giovani avvocati (che invece di studiare le cause cazzeggiano via facebook) che  commentando la decisione municipale, usavano espressioni forti contro gli amministratori di Ischia. I quali, da par loro, e lontanissimi dalla scuola degli Enzo Mazzella, Franco Iacono, Giovanni di Meglio, Antonio Castagna (per essere acceduti alle cariche politiche dalla porta principale e non dai servizi), invece di trattenere il piccolo rospo, considerando anche la provenienza, hanno messo in campo l’artiglieria pesante e, con un gesto che si qualifica da se, hanno ritirato il provvedimento di agibilità allo stabile che ha posto il presidente del Tribunale (che forse non aspettava altro) nella condizione di chiedere al ministero la chiusura della sezione e spostarla a Napoli. Che dire di fronte a comportamenti del genere se non ripetere il detto napoletano? I cittadini dell’isola d’Ischia perdono un servizio perchè quattro ragazzotti, sindaco compreso, cazzeggiando in rete si ritengono i padroni del vapore.  Nel comportamento di Giosi Ferrandino sembra di assistere a uno dei colossal della mia infanzia “Sansone e Dalila” quando il protagonista Sansone, interpretato da Victor Mature, poichè condannato a morte, decide di far morire tutti con se. Spingendo le colonne del tempio gremito di folla, pronuncia la famosa frase “muore sansone con tutti i filisdei”. Egli si sente Sansone ma non lo è. Sa che la sua fine politica è scritta e come tutti i sindaci di sinistra che vedono incombente la loro fine (Marino docet), perdono la testa. Mentre può essere comprensibile che, in questo particolare momento, il sindaco di Ischia abbia poco in simpatia i tribunali e li chiuderebbe tutti, quello che non è comprensibile è l’atteggiamento di quelli che gli sono vicino e che gli tengono  bordone. Come è possibile che gente pacata, sobria e intelligente, come Enzo Ferrandino, Paolo Ferrandino, Carmine Barile ed anche altri, prestino il fianco a tali scempiaggini?. Non può essere il gesto sconsiderato di quattro ragazzotti, che invece di fare gli avvocati scrivono stupidaggini su facebook, a determinare un atteggiamento suicida come quello di ritirare l’agibilità e far chiudere il Tribunale. Con esso, immagina qualcuno dei predetti quali saranno le conseguenze a pioggia sul comune? Tante. Il sindaco Peppe Brandi brigò molto per aggiungere il sostantivo “Città” al municipio di Ischia al fine di poter accedere a maggiori reversali statali. Era  indispensabile avere nel territorio una serie servizi e tra essi il tribunale. Non dimentichiamo che anche la sede del liceo è formalmente nel territorio di Ischia ma di fatto è a Lacco Ameno. Etc. Etc. L’unica mia speranza, da cittadino di quest’isola, è che presto ci sia qualche TSO. Eliminando dalla scena qualche personaggio, consenta di rimettere ordine nelle cose e che Francesco Del Deo, sindaco di Forio, l’unico politico che oggi si possa ritenere tale, riesca a metterci una pezza. Altrimenti cari cittadini e cari lettori dell’isola, che avete problemi da risolvere con la giustizia (e non con i camorristi), preparatevi a triplicare i costi per difendervi. Voi sapete con chi ve la dovete prendere. Non fate distinzione individuando, tra politici e avvocati, i responsabili delle vostre pene nell’assestare qualche ceffone visto che, quando il contenuto della testa è andato all’ammasso, l’esterno di essa può essere destinatario di interesse diversi dalle carezze. Quale commento ulteriore possiamo fare a certe scemità?. Un tempo per fare l’avvocato, dopo la pratica  -seria – ed il superamento dell’esame si diventava procuratore legale che abilitava alla difesa presso la pretura e presso il solo tribunale. Non oltre. Poi dopo otto anni si diventava avvocato e poi dopo ancora otto anni si era abilitati per la difesa in cassazione. Un filtro di non poco conto che se intaccato da qualche atteggiamento poco consono, bloccava la progressione. Oggi dopo la pratica (consistente nella partecipazione formale ad un certo numero di udienze) e dopo l’esame mnemonico, si è direttamente avvocati. Diceva un vecchio avvocato “e così, simm tutt’ purtuall’ “. E così facebook la fa da padrona anche su vicende serie.

acuntovi@libero.it

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