CRONACAPRIMO PIANO

Langellotto e i camion “ischitani” benedetti a Sant’Agnello

L’ennesima vicenda che vede coinvolto il discusso imprenditore che muove molta della terra raccolta dall’alluvione del 26 novembre 2022 pur senza risultare ufficialmente da nessuna parte. La vicenda della “parata” dei mezzi pesanti e del sacerdote, con l’intervento del sindaco che proprio non l’ha presa bene. Tutto questo, passando per un servizio televisivo delle Iene e per le minacce indirizzate a un cronista de “Il Fatto Quotidiano”

Torna prepotente alla ribalta mediatica la figura controversa dell’imprenditore Salvatore Langellotto. L’imprenditore condannato per camorra ha «mostrato» i suoi nuovi autotreni in una video intervista che ha suscitato polemiche. Da noi ad Ischia è ormai figura stabile dal 26 novembre del 2022 e non certo per opere caritatevoli. Come molte altre realtà in chiaro scuro nella movimentazione delle terre, la parte maggiore dei 12.615.412,81 € che sono finanziabili sugli stanziati per Ischia se ne va, inopinatamente, nel movimento terra. Materiale utile sull’isola parte via mare su navi dedicate principalmente verso una cava di Quarto. Verso una discarica che ha una storia di sversamenti illegali quantomeno discutibili. I cinque camion schierati sul sagrato della parrocchia dei santi Prisco ed Agnello, un giornale locale per una videointervista e la benedizione di un parroco. I camion sono quelli della ditta di Salvatore Langellotto, gli stessi camion che trasportano molta della terra di Ischia. Gli autotreni nuovi di zecca che Langellotto mostra e fa benedire sono gli stessi impiegati per la movimentazione delle terre ed il trasporto dei fanghi alluvionali di Casamicciola Terme e dell’emergenza idrogeologica di Ischia. Come documentiamo con le nostre foto in esclusiva, l’imprenditore ha libero accesso ai cantieri ischitani ed agli scali dedicati per il trasporto fanghi e terre di Ischia.

La storia di Ischia, gli interventi post alluvione si incastrano in questo contesto con la vicenda dei camion benedetti dal parroco sul piazzale della parrocchia di Sant’Agnello. Nel video pubblicato e poi rimosso dal giornale on line Langellotto fa appunto cenno alla benedizione e poi, su domanda dell’intervistatore, si dilunga sui progetti e sugli affari futuri. Progetti che inevitabilmente ci riguardano. La vicenda della benedizione consumatasi 30 dicembre del 2023 sta suscitando discussioni e perplessità a Sant’Agnello, Comune della penisola sorrentina di circa 9.000 abitanti animando anche la stampa nazionale che ha rimpallato la notizia, parlando dell’inchino della chiesa a un imprenditore dal trascorso poco edificante. L’imprenditore edile che vive nel comune costiero, nel 2015 è stato recluso nel carcere di Trani per una sentenza di condanna in via definitiva che nei tre gradi di giudizio ha fatto ritenere ai magistrati che Langellotto si fosse fatto largo nel mercato della vendita del calcestruzzo in virtù del sostegno e dell’appoggio del clan camorristico Esposito. Una ricostruzione sempre respinta dall’imprenditore, ma che i giudici hanno ritenuto certa al punto da condannarlo a 4 anni e sei mesi di reclusione per illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso e per concorso esterno in associazione camorristica. E’ stato scarcerato dopo tre anni e due mesi perché ha beneficiato di uno sconto di pena per buona condotta ed è tornato in pista nel mercato dell’edilizia e del calcestruzzo.

Nel merito c’è stata la levata di scudi di Antonino Coppola, cardiologo e sindaco da alcuni mesi a Sant’Agnello, che con il giornale Stylo 24 ha commentato la vicenda: «Ho chiesto dettagli ed informazioni su quanto accaduto al mio comandante della polizia municipale. Ho mandato anche un messaggio al parroco. Conto di parlare con lui di persona.Quella benedizione in un parcheggio privato avrebbe potuto avere un senso. E’ chiaro che lì è diverso. Credo e spero che il parroco sia stato soltanto incauto. E’ vero che è usanza di portare davanti a quella parrocchia auto e moto per la benedizione, però … ». Il caso approda anche a «Le Iene» ma durante il servizio, l’imprenditore edile, pregiudicato per reati di camorra e accusato di aver malmenato violentemente il rappresentante del Wwf locale, non ha saputo dare spiegazioni di quanto successo e, anziché tacere o glissare, ha addirittura minacciato il giornalista Vincenzo Iurillo che sul giornale «Il fatto quotidiano» ha osato raccontare quello che era accaduto don la benedizione. La storia si inserisce infine in un’altra vicenda del marzo del 2023 quando Claudio D’Esposito, ambientalista del Wwf, in Costiera intervenne per fermare la costruzione di parcheggi selvaggi in cui entrava proprio Langellotto e per questo venne aggredito e picchiato.

Passa un po’ di tempo e si arriva al 30 dicembre scorso, il giorno in cui Langellotto fa la sua famosa «parata» di camion che trasportano le terre di Ischia davanti al sagrato della chiesa, a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione. L’imprenditore, che ha scontato la sua pena e oggi lavora regolarmente. Anche La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania sono intervenuti esprimendo «solidarietà al giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo che, durante un servizio delle Iene, viene preso di mira, a più riprese, da Salvatore Langellotto, imprenditore condannato per concorso esterno in associazione camorristica». Quello che preoccupa è che «Iurillo vive nello stesso Comune dell’imprenditore, già sotto indagine per l’aggressione a un attivista del Wwf. Per questo – concludono Fnsi e Sugc – chiediamo che la questione sia posta all’attenzione del Prefetto». Presenza ingombrante quella dei Langellotto che in passato a dimostrato di saper andare a braccetto con una certa politica ed un modo di amministrare il territorio, così come con altri imprenditori e politici che ruotano intorno al business dell’edilizia, delle terre e del cemento.

Il deficit interdittivo verso molte di queste realtà bordeline e personaggi a dir poco ambigui per certi versi appare inspiegabile. Lo diciamo ancor di più per un territorio esposto come quello dell’emergenza Ischia Ora però il problema è destinato a rimbalzare all’attenzione almeno per circostanziare vicende, persone, rapporti, affari in cui è coinvolta la presenza si Langellotto sugli affari e gli interventi post frana ad Ischia. Sebbene spulciando nelle carte fornite e gli atti ufficiali delle ditte autorizzate ad accedere al Cantiere “Sma” Pio Monte a Casamicciola Terme, lo stesso non figuri le terre e i materiali viaggiano e si muovono con Langellotto.

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La SMA Campania S.p.A. (individuata quale “soggetto attuatore” del “Piano di gestione e riuso dei materiali da frana”) ha in utilizzo come piattaforma logistica l’area esterna al complesso denominato “Pio Monte della Misericordia” di Casamicciola Terme ed ha dettagliato nel merito dei frequentatori del sito. Non vi è traccia diretta di Langellotto che, però, muove terre di Ischia.

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