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Asilo alla Pannella, prove di dialogo tra Comune e suore Stimmatine

LACCO AMENO. È stato un incontro costruttivo e improntato alla reciproca disponibilità, quello avvenuto giovedì tra l’amministrazione del Comune di Lacco Ameno e gli esponenti dell’Istituto delle povere figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco, l’ente che per anni ha gestito la scuola dell’infanzia nel plesso di via Pannella. Come qualcuno ricorderà, tra le due istituzioni è in corso da anni un contenzioso giudiziario riguardante la titolarità dell’edificio dove le suore hanno accudito generazioni di bambini del paese. Un contenzione che tuttavia entrambe le parti hanno intenzione di comporre bonariamente con un accordo di reciproca soddisfazione. All’incontro erano presenti, per il Comune, il sindaco Giacomo Pascale, l’avvocato dell’ente Giuseppe Di Meglio, e la responsabile dell’ufficio legale, avvocato Lucrezia Galano, mentre l’istituto era rappresentata da Madre Suor Maria Palumbo, dall’avvocato Montemarano e dall’ingegner Mario Rispoli. Nell’incontro si è parlato dell’ipotesi di acquisto da parte del Comune delle “quote” detenute dalle suore, circostanza che potrebbe chiudere una volta per tutte la vertenza tra i due enti che per decenni hanno collaborato in armonia: anche a causa delle necessità scolastiche che è chiamato a fronteggiare all’indomani del sisma che ha colpito l’isola nel 2017, il Comune ha l’esigenza di riorganizzare il plesso adibendolo a nuove e ulteriori funzioni oltre quella tradizionale di scuola per l’infanzia. Com’è noto, nell’autunno di due anni fa il sindaco operò la requisizione ad horas dell’intero stabile, stante l’inagibilità dell’edificio scolastico “Principe di Piemonte”, per garantire l’inizio e lo svolgimento dell’attività didattica dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Mennella” per l’anno scolastico che sarebbe partito dopo pochi giorni. La vertenza in atto, che si sta cercando di chiudere, affonda le sue radici negli anni ’70, proprio nel periodo in cui l’immobile venne costruito. Le spese di costruzione videro l’intervento dello Stato che contribuì erogando il 60% del totale, tramite apposito atto del Provveditorato alle Opere Pubbliche e dunque riservandosi una parte della proprietà dell’immobile. In seguito lo Stato subentrò nella gestione dell’attività didattica, ma le suore continuare ad usufruire di un piano dell’edificio, e il Comune riconobbe all’Istituto un pagamento di un canone annuo. Proprio in relazione a tali versamenti circa un decennio fa l’ente di Piazza Santa Restituta fu citato in giudizio per morosità. Il Tribunale ordinò il rilascio dell’immobile, ma l’esecuzione del provvedimento venne sospeso per via dell’opposizione da parte del Comune. Il successivo giudizio di merito impose la sospensione di quello d’opposizione, in quanto andava dapprima fatta definitiva luce sull’effettiva titolarità del bene, mentre in secondo grado venne confermato il verdetto che imponeva il rilascio. A nulla valse il ricorso in Cassazione, perché la circostanza della comproprietà dell’immobile non era stata fatta valere in precedenza. Ed è proprio il giudizio sulla titolarità dell’edificio che tuttora pende dinanzi la quarta sezione del Tribunale.

 

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