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Assoforense, proclamata una settimana di astensione

ISCHIA. Si è svolta nell’aula delle udienze penali la prima assemblea 2019 dell’Associazione forense dell’isola d’Ischia. Una riunione che essenzialmente è servita per ricapitolare i ben noti problemi della giustizia isolana e articolare un piano di massima delle prossime azioni dirette a risolverli o quanto meno ad alleviarli. Il presidente Cellammare ha dato il via all’assemblea intorno alle 11.00, relazionando sulla situazione attuale, a partire dai problemi di cui soffre l’ufficio del giudice  di pace, sprovvisto di uno stabile funzionario di cancelleria, anche se, come ha spiegato l’avvocato, l’arrivo di un funzionario provvisorio ha consentito lo sblocco della situazione sul fronte della pubblicazione delle sentenze: ne restano 270 attualmente inevase insieme a 60 decreti ingiuntivi. Una soluzione-tampone, che tuttavia non soddisfa nessuno dei professionisti. Sono due le strade prospettate: quella della procedura dell’interpello nazionale, oppure un contratto a termine per ottenere la collaborazione di due funzionari comunali isolani, pagati direttamente dal Ministero. L’assemblea è però parsa perplessa di fronte a tale prospettiva, anche se Cellammare ha specificato che si tratterebbe sempre di rimedi temporanei mentre si persegue a livello istituzionale l’obiettivo del funzionario stabile.

Altri professionisti hanno poi chiesto la parola, a partire dell’avvocato Vincenzo Acunto, che ha sollevato il problema della sostituzione del giudice Cozzolino e delle sentenze da pubblicare, ma anche una questione di carattere “nomofilattico”, cioè i diversi orientamenti giurisprudenziali che emergono tra le varie aule di giudizio, dando luogo a disparità di trattamento. Da parte sua, l’avvocato  Antonio Iacono ha ribadito che l’ufficio giudiziario in questione non può accontentarsi di funzionari comunali. È allora intervenuto il collega Gianpaolo Buono, che ha fatto una distinzione tra obiettivi a breve e medio termine, sottolineando che l’assoforense ha più volte sollecitato i Presidenti di Tribunale e di Corte d’Appello, che apparentemente si mostrano molto bendisposti, anche se, evidentemente, su di essi va mantenuto un costante pressing. Soprattutto, l’avvocato Buono ha ribadito che, senza il riconoscimento ufficiale di sede disagiata per l’isola, i funzionari di cancelleria continueranno a “fuggire” e a non voler accettare l’applicazione presso la nostra sede giudiziaria. Di qui la necessità di obiettivi a brevissimo termine, in grado di far fronte alle esigenze correnti, ma sempre tenendo presente che esiste molte disfunzioni di cui soffre la sede distaccata di Ischia, per le quali serve una nuova assemblea da tenersi il prima possibile. Accanto all’impegno dell’associazione, Gianpaolo Buono ha sollecitato anche quello del Consiglio dell’Ordine, chiedendo al contempo un definitivo chiarimento da parte dei vertici del Tribunale, per eliminare la costante precarietà che a più livelli affligge la giustizia locale.

SCONTRO BARBIERI-MORELLI, POI LA PACE

La relativa calma con cui si stava dipanando l’assemblea si è interrotta a causa di un vivace scambio di vedute tra due professionisti. L’avvocato Alberto Barbieri è intervenuto duramente dichiarando che la situazione fin lì descritta non aveva apportato nulla di nuovo a quello che gli astanti già sapevano. In particolare, secondo Barbieri tutte le operazioni giudiziarie effettuate senza funzionario sarebbero a rischio nullità: «Ci troviamo in questa situazione perché i demiurghi per due anni hanno fatto andare avanti il carrozzone, fino a che i giudici hanno sospeso la pubblicazione delle sentenze». Immediata la stizzita reazione dell’avvocato Alberto Morelli: «Non sai quello che dici, sta dicendo tutte stupidaggini». Ma Barbieri ha continuato: «Così com’è l’ufficio del giudice di pace è inesistente. I responsabili siamo noi stessi che ci siamo trascinati il problema senza risolverlo, con rimedi estemporanei. Serve una dimostrazione concreta dell’esistenza del problema, come ad esempio provocare la paralisi dell’ufficio». Mentre l’avvocato Buono ribadiva il fatto che i rimedi esperiti non fossero affatto di piccolo cabotaggio, l’avvocato Iorio ha lanciato la proposta di bloccare l’ufficio del giudice penale, il solo per il quale i vertici partenopei mostrano un reale interesse in caso di problemi. A questo punto si è nuovamente inserito l’avvocato Morelli che ha posto sul tavolo una “soluzione” ancor più radicale, costituita dal non pagare i contributi unificati all’atto dell’iscrizione a ruolo: e a queste parole l’acerrimo oppositore di pochi minuti prima, l’avvocato Barbieri, ha annuito dicendosi pienamente d’accordo e plaudendo alla proposta-Morelli, il quale ha teso la mano al collega scusandosi per i toni alti usati in precedenza. La stretta di mano tra i due si è guadagnata l’applauso dell’aula.  Il dibattito è comunque continuato, con l’avvocato Vito Iacono che ha posto l’accento sulla mancanza di un quarto giudice di pace, provocando il sovraccarico di lavoro per gli altri e quindi il pesantissimo rallentamento che tutti conoscono.
La collega Nunzia Piro ha messo in guardia i presenti dalle conseguenze di eventuali azioni di forza, e ha dichiarato che la soluzione proposta da Morelli potrebbe smuovere i vertici della Giustizia a inviare un cancelliere per recuperare i contributi unificati: «Propongo di individuare un atto opportuno per un’azione di responsabilità verso alcune figure apicali», ha proposto l’avvocato Piro. L’atto in questione si materializzerebbe in una diffida. Tuttavia è emersa l’ipotesi del pericolo di un’azione di responsabilità da parte dei clienti, mentre alcuni non erano comunque d’accordo sulla mossa del mancato pagamento dei contributi. Ha così ripreso quota l’ipotesi della paralisi del settore penale tramite l’astensione dalle attività forensi. Prima che venissero sintetizzate le varie proposte emerse, anche l’avvocato Armando Rossi è intervenuto a illustrare lo stato attuale delle lotte portate avanti nella ridefinizione dell’edilizia giudiziaria da parte del governo, soprattutto in relazione alle sedi disagiate come Ischia, senza dimenticare le altre isole.

CONCLUSIONI

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Nella parte conclusiva della riunione, l’assemblea ha dunque tirato le fila del dibattito. La proposta del mancato versamento del contributo unificato all’iscrizione a ruolo, pur giudicata meritevole di approfondimento, è stata momentaneamente messa da parte e sarà ulteriormente discussa nella prossima assemblea. Sono così rimaste sul tavolo tre proposte, tutte approvate all’unanimità dei presenti, che saranno adottate mentre comunque proseguiranno tutte le azioni tese a ottenere l’assegnazione dei funzionari che mancano presso l’ufficio del giudice di pace e la sezione distaccata del Tribunale, compresa la nomina dei giudici mancanti. Innanzitutto si procederà a un’astensione di una settimana per le udienze del settore penale a inizio febbraio. Le date sono ancora da definire, anche perché è sorta una differenza di opinione circa la fattibilità di un’astensione del genere, limitata soltanto alle udienze penali: secondo alcuni professionisti, sarebbe necessaria la pronuncia delle Camere penali; altri invece escludevano tale circostanza. Inoltre, sarà inviata una diffida all’Ufficio programmazione e controllo del Ministero. Infine, l’associazione solleciterà i sindaci isolani a prendere contatti con lo stesso Ministero per fissare un incontro per ottenere le tante attese assegnazioni. Sono state riservate alla prossima assemblea,  da convocare a breve, eventuali ulteriori  iniziative. In ogni caso, il sindaco di Lacco Ameno si è già attivato per fissare l’incontro al Ministero. Solo quando si conoscerà la data del meeting, si potrà procedere a fissare la nuova assemblea.
Francesco Ferrandino

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