Osservando soltanto le foto scattate in primo piano, qualcuno potrebbe pensare che le stesse si riferiscano alle fatiscenti strutture che sovente è possibile “ammirare” all’interno di qualche stazione marittima abbandonata. Purtroppo non è così. Le immagini che abbiamo deciso di mostrarvi nell’odierna edizione del nostro quotidiano riguardano, ahinoi, il porto di Forio, e per l’esattezza i gazebo che sono stati montati sulla stessa. Queste strutture, in linea teorica, dovrebbero riparare i pendolari e i turisti che transitano lungo il porto del Comune turrito, ma questa è soltanto una mera utopia. Infatti, se prestiamo maggiore attenzione alle immagini catturate da Pietro Coppa di “Ischia Reporter”, è possibile notare che i gazebo non soltanto sono privi dell’apposito tendaggio, ma sono addirittura marci alla base.
Non è nostra intenzione alimentare sterili e inutili polemiche, e vi possiamo assicurare che le fotografie che state osservando non sono affatto ritoccate. La ruggine sta letteralmente divorando i pilastri portanti dei gazebo, che potrebbero cedere da un momento all’altro, causando danni a cose o persone. Non bisogna dimenticare, infatti, che il porto di Forio – e quindi anche la banchina dove approdano gli aliscafi – è quotidianamente frequentato da centinaia di persone, che potrebbero avere la sfortuna di essere schiacciati (o peggio ancora uccisi) dagli elementi che costituiscono i gazebo. Urge dunque un celere intervento da parte della capitaneria di porto, degli armatori che operano nel porto e del Comune di Forio per risolvere quanto prima questa grave problematica, che come detto potrebbe rivelarsi fatale per qualche sventurato utente delle vie del mare.
Soprattutto in questo periodo – caratterizzato da un notevole flusso turistico – Forio e l’intera isola d’Ischia non possono concedersi il lusso di presentarsi agli occhi dei turisti in simili condizioni. Rimettere in sesto un paio di gazebo non ci sembra una sfida impossibile da affrontare e vincere. Alle preposte autorità il compito di mettere in sicurezza la banchina foriana e renderla fruibile a turisti e pendolari, che hanno il sacrosanto diritto di utilizzare strutture efficienti, non fosse altro per gli esosi titoli di viaggio di cui si muniscono per raggiungere la terraferma o l’isola.
