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Atto d’accusa contro Rando, ancora tensione a Forio

 

di Gennaro Romano 

FORIO. Quello che riportiamo integralmente è un atto d’accusa molto  grave, da parte del sindacalista dipendente del comune di Forio, maresciallo Roberto Zollo,  che mette a nudo i favoritismi, e non solo,  relativi  ai  provvedimenti disciplinari nei confronti del personale comunale, ed in particolare del dott.. Rando  del III settore. Rando è condannato da  una sentenza di condanna del tribunale a otto mesi di reclusione e un anno di  interdizione dai pubblici uffici:  a distanza di quattro anni non si è ancora concluso il suo procedimento disciplinare. Fra l’altro ha beneficiato, a differenza di altri che pagano di tasca propria, di una somma di cinquemila euro per le sue spese processuali di primo grado, grazie alla determina n. 93 emanata dal Comune. Tra l’altro non si capisce come un dirigente coinvolto da condanna penale anche grave, possa giudicare altri lavoratori  nel ruolo di responsabile al personale.

IL TESTO. La denuncia è molto dettagliata, per questo la riportiamo integralmente ai nostri lettori: «Per riprendere il discorso lasciato in sospeso con la nota prot.n.27347 del 20 settembre u.s, lo scrivente faceva rilevare che nel Comune di Forio anche le sanzioni disciplinari vengono riservate ai dipendenti con palesi discriminazioni i distinguendoli in “figli” e “figliastri” e adottando due pesi e due misure. Al riguardo sarebbe stato utile rivolgersi al Comitato Unico di Garanzia per denunciare le discriminazioni in atto e lo stato di malessere che da esso ne deriva.. ma tale utile strumento manca perchè l’eminente dr Rando Vincenzo (Responsabile del Personale) ha deciso, probabilmente non ritenendolo utile o di suo interesse, di non costituirlo impedendo così, e di fatto, ai dipendenti di tutelare lo stato di salute e il benessere lavorativo (Segnalazione già fatta con nota prot.n.28132 con richiesta di provvedimenti nei confronti del Responsabile del III° settore ai sensi del punto 5 dell’art. 57 del D.lgs 165/01-pari opportunità che recita: La mancata costituzione del Comitato Unico di garanzia comporta responsabilita’ dei dirigenti incaricati della gestione del personale da valutare anche al fine del raggiungimento degli obbiettivi. Per comprendere bene le discriminazioni in atto giova considerare che presso questo ente l’oligarchia imperante, che e’ anche giudicante, commina le sanzioni disciplinari solamente ai non asserviti omettendo di adottarle nei confronti degli asserviti e cosa ancora più grave omette di adottarli nei propri confronti,sicuramente rei di infrazioni di maggiore gravità!! Infatti per alcuni responsabili di posizioni organizzative, quali ad esempio il Dr Rando, che hanno in corso alcuni procedimenti penali, per i quali tra l’altro la stampa locale e non solo ne ha dato ampio risalto, o non sono stati avviati i dovuti  procedimenti disciplinari o addirittura che sono stati capaci di congelarli  sospendendoli fino alla definitiva conclusione giudiziaria confidando di farla franca per il lungo periodo di tempo che inevitabilmente intercorrerà tra l’inizio e la fine dei procedimenti penali e che porterà probabilmente all’oblio della vicenda. Analogo discorso va fatto anche per le responsabilità dirigenziali, come quelle di cui sopra, che in qualche caso sono state anche clamorose e di ampio risalto mediatico,per le quali non sono state attivati in modo appropriato i provvedimenti del caso, anche di natura disciplinare, perle eventuali inadempienze ascrivibili alle loro responsabilità. (art.21 ? ). In riferimento all’argomento si rimanda ad una prossima e più dettagliata nota».

DUE PESI E DUE MISURE. «Per rimanere in tema di “congelamento” da loro stessi effettuata, è da evidenziare che per il rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale hanno applicato l’art.4 del Regolamento di Disciplina del 16 marzo 2009 al posto dell’ art 55 ter del D.lgs 165/01 così novellato dal D.lgs 150/09,che giova ricordarlo,recita che “Il procedimento disciplinare, che abbia ad oggetto, in tutto o in parte, fatti in relazione ai quali procede l’autorità giudiziaria, come nel caso del Rando, è  proseguito e concluso anche in pendenza del procedimento penale”, per cui si deduce che i procedimenti disciplinari andavano avviati e conclusi con forme e termini previste dal comma 4 dell’art 55 bis. In pratica hanno anteposto la norma secondaria prevista dal Regolamento a quella primaria del art.55 ter del Dlgs 165/01 che è norma imperativa ai sensi e per gli effetti degli articoli 1339 e 1419, secondo comma, del codice civile!! E’ innegabile, che tra le due soluzioni, è stata scelta.. quella più conveniente come è innegabile che per i dipendenti scomodi ed invisi utilizzano forme e termini previsti nel  Codice Disciplinare e non nel Regolamento!!!Come si può ben vedere il Decreto Legislativo n.150/09, ai più noto come decreto Brunetta, viene utilizzato in questo comune dagli intoccabili ad uso e consumo, a piacimento e…. propria convenienza ossia che la legge per se va interpretata mentre per gli altri va applicata!!».

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L’INFINITO PROCEDIMENTO DISCIPLINARE. «E’ assurdo che per il procedimento penale che vede coinvolto il dr Rando iniziato nel 2012  con sentenza di primo grado a settembre 2014 (per la precisione condanna per abuso d’ufficio a otto mesi di reclusione ed un anno di interdizione dai pubblici uffici) ad oggi 4 ottobre 2016, in effetti a quasi 4 anni di distanza ….. non si è ancora concluso il procedimento disciplinare!!!  E’ assurdo ancora di più che per il procedimento di cui sopra e benché condannato in primo grado il Comune con determina n. 93 pubblicata all’albo pretorio on line dal 02.02.2015 abbia provveduto ad un impegno di spesa( 5.000 euro ?) a carico del dipendente Rando Vincenzo per liquidare probabilmente le spese sostenute. Anche in questo caso in modo discriminatorio atteso che altri dipendenti che hanno procedimenti in corso hanno dovuto anticipare di tasca propria le spese. Si chiede inoltre di conoscere se per lo stesso procedimento sono stati effettuati ulteriori impegni di spesa».

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L’ULTIMO AFFONDO. «Gli stessi Intoccabili con provvedimento disciplinare n.197 notificato sabato 1 ° febbraio hanno disposto la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per giorni due a decorrere da martedì 03 febbraio in aggiunta alla multa pari a 4 ore di retribuzione con una celerità senza uguali mentre per loro l’iter procede molto lentamente e a passo di lumaca sperando ed attendendo che … cada nell’oblio!!!! Singolare che per un altro responsabile di posizione organizzativa inviso all’oligarchia dominante l’attivazione è stata celerissima senza farsi scrupolo neanche della grave malattia in atto.

P.S. Può sembrare una barzelletta ma corrisponde al vero che chi scrive è stato “condannato” a due giorni di sospensione dal servizio, con conseguente decurtazione economica, per aver usufruito di due giorni di permesso regolarmente richiesti nei termini, autorizzati e mai negati, e giustificati in conformità delle disposizioni di legge vigenti ma non secondo le disposizioni di chi, modestia a parte, viene prima ed è più importante della Legge stessa. La multa pari alla decurtazione di ore 4 di retribuzione, udite udite, è ancora più paradossale e spropositata perché chi scrive ha avuto la grave “colpa”, in caso di malattia, di comunicarla in ufficio al collega di servizio(come prescrive il cnnl) e non al Comandante che non era di servizio e stava a casa. Ai soggetti in indirizzo si fa preghiera di adottare tutte le iniziative di legge necessarie e atte a risolvere quanto su esposto. Sperando di non avervi sottratto troppo tempo si chiede un vs sollecito riscontro, che in verità mai avviene, neanche per cortesia oltre che per gli obblighi di legge, e si porgono, come sempre, deferenti saluti. Zollo Roberto».

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