LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Andiamo a zappare la terra, tutti»

Premessa 1. L’agrario, chiude. Il corso dell’IPS “Vincenzo Telese”, il cui Preside Mario Sironi è sempre attento oltre che largo di vedute riguardo alla capacità formativa per i suoi alunni, è arrivato all’ultimo anno e, purtroppo, per mancanza d’iscritti l’anno prossimo sarà costretto a serrare i battenti. L’annuncio è stato dato dalla professoressa Santucci durante la conferenza di presentazione della “Festa del mandarino”, presentata all’alberghiero la scorsa settimana. La denuncia piccata, infastidita, arrabbiata, della docente ha mostrato tutto il rammarico della sconfitta.

Una sconfitta per la scuola, per i professori, per la gente di Ischia, per tutti noi. Una delle ragioni che hanno determinato la chiusura del percorso di studi e che la professoressa ha esposto, risiede nell’incapacità da parte del tessuto isolano di comprendere che il corso non ha il fine di formare “zappatori di terra” – per carità, ruolo importantissimo – ma, al contrario, periti agrari. Professionisti multiruolo, insomma, chiamati a svolgere un ampio numero di mansioni trasversali nel comparto dell’agricoltura e della zootecnia. Il principale scopo di questa figura professionale è di ammodernare e rendere più efficiente il lavoro agricolo e zootecnico attraverso la razionalizzazione delle procedure di produzione e mediante l’introduzione nella filiera agricola di tecniche e tecnologie innovative. Si tratta, in buona sostanza, della figura di consulente aziendale generalmente diretto alla sostenibilità dell’intervento umano nel regime agricolo e al miglioramento del tenore delle colture: un perito agrario può anche curare e certificare produzioni agricole biologiche. Quindi non si tratta di “zappatori della terra” ma di un aspetto professionale che va in aiuto –necessario- delle aziende.

E non è neppure bastato all’alberghiero, nello specifico a questo percorso veramente formativo, l’aver stipulato una convenzione con il Dipartimento di Agraria della Federico II° di Napoli. Purtroppo, partendo dalla denuncia della professoressa Santucci, bisogna prendere atto che il tessuto culturale isolano è ancora molto, per non dire parecchio, indietro. L’arretratezza culturale, che colpisce anche le persone che hanno seguito un percorso di studi universitario, si manifesta con una negatività disarmante. Segno che non basta esser avvocati, commercialisti, o quello che volete, per affermare di leggere il mondo. C’è bisogno di altro, molto altro. Ed è questa ignoranza, mista alla presunzione di sapere tutto e alla miopia strutturale, la ragione principale che spesso produce effetti nefasti per l’isola e il sud in generale. Una sconfitta, appunto. E la chiusura di un corso molto formativo, che fornisce competenze da poter investire in un campo ben preciso, è uno dei simboli di questa disfatta. Siamo indietro, molto. E neppure ce ne vogliamo rendere conto. Con le dovute eccezioni, non se ne accorge la gran parte di questo immenso recinto di pecore. Non se ne rende conto neppure la stampa locale. Che invece dovrebbe produrre, tra i suoi compiti, lo stimolo al progresso e perciò le va attribuita – sì, ancora una volta – una responsabilità enorme. Una mancanza organica che alcuni dei professionisti dell’informazione isolana, seppur qualche tentativo timido di colmarla in effetti c’è, contribuiscono a lasciare frattura incolmabile e causa di un’ignoranza ad ampio raggio. Ed è questa che determina una staticità nel progresso dell’isola la quale continua il suo percorso di studi, “isolata” dal resto del mondo.

Premessa 2. Raffaele Mirelli, insieme all’associazione “InSophia”, come sanno tutti, è ideatore e promotore del Festival Internazionale di Filosofia. Nei giorni scorsi in occasione del “Treviso Festival” è stato nella città veneta come relatore in due conferenze. La collaborazione con il Liceo Canova e il Festival Internazionale di Filosofia – nato proprio da un’idea di Raffaele Mirelli e degli altri soci di InSophia – è nata nel 2017. Sin da allora ha stabilito un corridoio d’idee e sviluppo, tra i “giovani pensatori” (Young Thinkers, appunto) di Ischia e quelli di Treviso. E qui sta il punto. La stampa locale non ha considerato la notizia. Né che l’idea del dott. Mirelli, da Ischia, si è diffusa addirittura in Veneto, e connesso a ciò, né che le istituzioni di casa nostra non hanno considerato la possibilità di un gemellaggio costruttivo tra le due località. Neppure hanno pensato di prendere contatto con il patron del Festival che si svolge il settembre di ogni anno, per renderlo “ambasciatore” di Ischia in Veneto e dargli un messaggio di “saluti istituzionali”. Come se, insomma, la “produzione d’idee”, non fosse da considerarsi come “percorso formativo”, un lavoro da cui nascono confronti, crescita e sviluppo. Anche per questo dobbiamo andare a zappare la terra. Tutti. Prima però dovremmo anche imparare come.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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