Autonomia differenziata, un “no” deciso dal mondo della scuola
Per il Segretario nazionale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile: “il nostro sistema di istruzione è statale e nazionale. La scuola deve restare fuori da ogni progetto di regionalizzazione”
Approvato in Consiglio dei ministri il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.Il documento, votato all’unanimità delinea la cornice entro la quale le Regioni potranno, in futuro, chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Il testo passerà, quindi, prima alla Conferenza unificata per un parere che dovrebbe arrivare in tre settimane e se non subirà modifiche, tornerà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.
L’ambito nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia concernonotutte le materie che l’art. 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente e un ulteriore limitato numero di materie riservate dallo stessoart. 117 (secondo comma) alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, ed ovvero:organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
“E’ un No deciso quello che viene dalla scuola – ha messo in evidenza il Segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile – il nostro sistema di istruzione è statale e nazionale. Sono i punti fondamentali per garantire un diritto universale della persona.
Su questo tema si misurerà tutta la classe dirigente sindacale, e quella politica: dal ministro fino agli amministratori locali perché è un tema che interessa in modo trasversale tutto l’arco parlamentare.
La scuola – ha detto D’Aprile nel suo intervento – deve restare fuori da ogni progetto di regionalizzazione. Nessun problema tra Nord e Sud, non è proprio questo il punto.
La questione centrale è legata al concetto stesso di scuola, di accesso e di opportunità, di programmi, di personale scolastico, ed anche di mobilità e di stipendi.
La riduzione dei divari territoriali, il superamento della dispersione scolastica sono gli obiettivi da raggiungere assolutamente.Nei prossimi anni tra le sfide fondamentali ci sarà la gestione dei fondi del Pnrr, un banco di prova per evitare i rischi connessi alla povertà educativa.
Pensiamo che la scuola rappresenti il luogo principale per la costituzione dell’uguaglianza sociale. Noi in Italia la uniamo la scuola non la dividiamo, il tutto per un paese più unito e coeso, giusto e ideale che passa inevitabilmente per la scuola, per questo lo stato deve mantenere un ruolo centrale per l’istruzione attraverso un modello che ci garantisce laicità gratuità pluralismo. Diversamente – conclude Giuseppe D’Aprile – non faremo mancare la nostra opposizione, il mondo sindacale si opporrà”.