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Mondoscuola: arriva lo sciopero generale il 13 novembre

di Sara Mattera

Ancora scioperi sul fronte scuola. Manca, infatti, una settimana allo sciopero generale proclamato per il prossimo 13 Novembre dai sindacati Cobas, Unicobas, Anief, Cub Scuola Università e Ricerca, Usi Surf, e Sisa per protestare, ancora una volta, contro la legge 107/2015, meglio conosciuta come Buona Scuola, varata dal governo Renzi lo scorso Marzo ed entrata in vigore a fine estate. Una legge che, da diversi mesi, non smette di generare polemiche da parte di docenti e personale Ata a causa di alcuni aspetti piuttosto dubbi, tra cui la cancellazione delle graduatorie di seconda e terza fascia, la scomparsa della figura del supplente e l’enorme potere assegnato ai dirigenti che non sceglieranno più gli insegnanti in base alle graduatorie, ma in base al profilo professionale del docente. Ed è proprio l’enorme potere attribuito ai dirigenti ad aver acceso la polemiche nei mesi scorsi: il dirigente, infatti, secondo quanto stabilito dalla nuova legge, ha la possibilità, oltre che di poter scegliere i docenti, di premiare quelli più meritevoli e, a sua volta, essere premiato in base ad un processo di valutazione da parte di un comitato formato dai insegnanti stessi. Anche gli scatti di carriera, inoltre, non sono più legati all’anzianità, ma ai premi. Un sistema, insomma, che potrebbe, secondo molti, favorire la corruzione all’interno del personale scolastico e per il quale i sindacati si dicono pronti a scendere di nuovo in campo. “Il 13 Novembre- scrivono i Cobas- sarà l’unico sciopero possibile, utile ed indispensabile della scuola per fermare l’applicazione dei peggiori provvedimenti della legge 107 per esprimere l’indignazione dei docenti e del personale Ata, dopo sei anni di blocco contrattuale e una perdita salariale media pari 20%, per la grottesca proposta di contratto con un aumento medio di 8 euro lorde al mese. E’, inoltre, indispensabile bloccare l’applicazione dei peggiori provvedimenti, a partire dallo strapotere dei presidi-padroni che verranno abilitati, contrattualmente, ad assumere, licenziare, premiare, punire a propria discrezione. E’ uno sciopero utile per dimostrare al governo che la partita dell’applicazione della legge107 non si è affatto chiusa.” Il prossimo 13 novembre, dunque, ci potrebbero essere dei disagi anche nelle scuole isolane all’interno delle quali, tra l’altro, nei mesi scorsi si è ampiamente dibattuto sulle problematiche relative alla nuova legge. Ricordiamo, infatti, che lo scorso Aprile, presso la scuola media di Ischia, in occasione delle Elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, il professore Ludovico Chianese, rappresentante dei Cobas, illustrò agli insegnanti presenti quali sarebbero state le ripercussioni della nuova legge. Lo scorso mese, poi, sempre entro le mura del Giovanni Scotti, si è tenuto un convegno formativo inerente la tematica e durante il quale, ancora una volta, diversi docenti hanno manifestato il proprio disappunto nei confronti della legge 107. Secondo alcuni, infatti, la Buona Scuola non rappresenterebbe altro che il baratro dell’istruzione italiana, cancellando tutte le conquiste sociali, politiche e istituzionali, raggiunte negli ultimi anni. Senza contare poi, le ore di apprendistato che ogni studente degli istituti superiori dovrà fare presso un qualsiasi ente pubblico per un totale di 200 ore e che non farebbero altro che venire a vantaggio degli imprenditori isolani che avrebbero l’opportunità, ancora una volta, di avere lavoratori al seguito senza, però, doverli neppure pagare. Eppure, questa volta, il personale scolastico isolano che darà la propria adesione allo sciopero di venerdì prossimo, potrebbe essere davvero poco. I docenti isolania, infatti, si dicono sfiduciati e poco propensi ad aderire, in quanto, nonostante la grande partecipazione nazionale e territoriale allo sciopero generale della scuola dello scorso 5 Maggio, i risultati ottenuti sono stati ben pochi se non addirittura nulli. Anche se la fattispecie normativa della Buona Scuola,infatti, non è entrata ancora in vigore in toto per quest’ anno scolastico, ciò non toglie che dalla fine del 2016  tutti i comma, saranno comunque, applicati definitivamente, nonostante le proteste e le petizioni fatte. Aderire allo sciopero del 13 Novembre, significa, dunque, per molti docenti, non far altro che arricchire ulteriormente le casse dello Stato dato che quest’ultimo, ad ogni insegnante che aderisce ad uno sciopero, sottrae una cospiqua somma di denaro dallo stipendio. Insomma, la sfiducia ormai è tanta e nonostante i malumori che questa legge sta causando, i docenti isolani sembra proprio che si siano arresi all’inevitabile.

 

 

 

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