CULTURA & SOCIETA'

Rievocato con ricordi inesatti quel terribile 4 novembre di 55 anni fa quando il mare in tempesta devastò l’antico borgo di Ischia Ponte provocando danni e paura

LE MAREGGIATE DEL SECOLO - la prima storica mareggiata annotata nelle carte dei ricordi fu quella del 13 febbraio del 1792 allorquando il mare in tempesta entrò perfino nelle case del Vecchio Borgo - la prima forte mareggiata del tempo moderno fu invece quella che l’isola ed Ischia Ponte in particolare subì il 4 novembre del 1966 e quella di due anni prima del 1964 - La natura quando si ribella in più direzioni, spesso completa l’opera e fa più danni di come si possa immaginare. Infatti lo scirocco quando gira a ponente si raffredda, trova nel grecale e poi nella tramontana, suoi validi alleati pronti a far male. Ne sanno qualcosa il litorale della Mandra, il Lido di Ischia fino a San Pietro, l’imboccatura del Porto e tutto il versante di Casamicciola e Lacco Ameno fino a Forio, con i suoi grandi arenili della Chiaia e di Citara.

Il 4 novembre scorso ha ricordato a tutti quelli che vi furono testimoni come noi e che oggi di proprio possono raccontarlo, quella spaventosa nottata fino a mattina inoltrata di 55 anni, era il 4 novembre 1966, allorquando l’antico Borgo di Ischia Ponte fu paurosamente affrontato dalla furia del mare particolarmente in tempesta tanto che il mare in piena valicò ed in buona parte distrusse il vecchio muraglione dello spiazzo delle alghe che proteggeva il caseggiato di fronte e i vecchi blocchi a protezione del caseggiato e dell’antica torre campanaria del vescovado fino all’altro gruppo di case dello Scuopolo in fondo allo stradone. Una turbolenta pagina di storia che chi vuole raccontarla deve però sapere quello che dice.

4 NOVEMBRE 1966 - LA FURIA DEL MARE IN TEMPESTA AL DI QUA DEL CASTELLO ARAGONESE
4 NOVEMBRE 1966 – LA FURIA DEL MARE IN TEMPESTA AL DI QUA DEL CASTELLO ARAGONESE

L’incolpevole collega Benedetto Valentino ha voluto nel giorno in cui cadeva il 55esimo anniversario ricordare sulla sua pagina facebook quel terribile evento naturale con delle altrui testimonianze rivelatesi inesatte, non rispondenti al vero. L‘argomento rilanciato da Benedetto valentino ha richiamato la nostra attenzione. Ne è nato cosi un confronto che pare abbia portato alla verità dei fatti. Si era sostenuto che la mattina di quel terribile 4 novembre per placare la furia del mare devastante per il Borgo ed i suoi abitanti, fu fatta uscire la statua Di San Giovan Giuseppe portata fin dove arrivava il mare, all’altezza del vecchio Ufficio Postale, che la gente di Ischia Ponte impaurita si radunò in chiesa per pregare insieme al Vescovo Dino Tomassini che avrebbe addirittura celebrato messa. Pertanto immediata è stata la nostra reazione con la seguente precisazione: nessuna statua in quel giorno di tempesta uscì dalle chiese del Borgo e nemmeno la processione” fin dove arrivava il mare”, parole di Luigi Cesareo, ebbe luogo. Anche Luigi Cesareo si sbaglia, anche se dopo si è corretto. L’unico caso di questo genere si verifico’ tantissimi anni fa a Lacco Ameno con Santa Restituita. Al largo del Fungo due bastimenti di Gaeta per il mare in tempesta stavano naufragando con tutto l’equipaggio che disperato chiedeva aiuto. I lacchrsi che seguivano la triste scena dalla spaggia mossi da pieta’ umana andarono dal parroco della chiesa per chiedere l’uscita della statua della Santa fino alla spiaggia affinche’ Santa Restituita compisse il miracolo di salvare l’equipaggio e le navi in balia delle onde grosse. Il parroco Tobia Pascale nego’ il permesso adducendo che spettava al Vescovo dare l’autorizzazione.

4 NOVEMBRE 1966 - LA FURIA DEL MARE IN TEMPESTA AL DI QUA DEL CASTELLO ARAGONESE
4 NOVEMBRE 1966 – LA FURIA DEL MARE IN TEMPESTA AL DI QUA DEL CASTELLO ARAGONESE

I lacchesi non vollero sentire ragioni e contro la volonta’ del loro parroco entrarono in chiesa, carcarono la statua della Santa sulle spalle e di corsa raggiunsero la spiaggia. Li’ ai piedi di Santa Restituita inginocchiati sulla sabbia invocarono il miracolo di salvare quelle persone in mare allo stremo delle loro forze. Santa Restituta ascolto’ le preghiere e d’incanto la furia de mare si placo’. L’equipaggio si salvo’. Quando i lacchesi riportarlo in chiesa in processione la statua della Santa che aveva fatto il miracolo, trovarono il parroco don Tobia con le lacrime agli occhi inginocchiato ai piedi dell’altare maggiore a pregare e chiedere perdono al Signore ed ai lacchesi per la sua eccessiva intransigenza. Il nuovo intervento nel dibattito del collega Valentino:“Sono andato a controllare in emeroteca gli articoli del 5 novembre 1966. Avevano ragione sia Luigi Cesareo che Antonio Lubrano. Non ci fu una processione ma ci fu una messa in cattedrale celebrata dal vescovo Tommasini in cui ci fu l’ostensione di reliquie di San Giovan Giuseppe. In realtà la grande paura di questa tempesta è legata al fatto che l’isola rimase senza energia elettrica fin dalle 11 del mattino. Ci furono 10 sfollati a Ischia ponte che trovarono alloggio momentaneo nel palazzo dell’orologio e alle antiche terme. Il vescovo e il sindaco gli fecero visita dopo la messa (o l’orazione). Gli abitanti di via De Rivaz rimasero prigionieri a casa per due giorni perché l’acqua alta né impediva l’uscita. Per fortuna conserviamo tutti i giornali dell’epoca perché i racconti orali e la memoria possono essere sbiaditi. Per questo l’emeroteca è un patrimonio dell’isola. L’articolo è firmato da Franco Farro, credo un redattore napoletano del Mattino”.

GRANDE MAREGGIATA DEL 2 FEBBRAIO 2010 INVADE IL BORGO
GRANDE MAREGGIATA DEL 2 FEBBRAIO 2010 INVADE IL BORGO

Ecco una testimonianza che ci ha lasciato di stucco: è di Mena Califano:“Ricordo benissimo. Fecero uscire s. G. Giuseppe e suonavano tutte le campane. Era il periodo che si girava il film se ricordo bene con la. Taylor”. La nostra ultima precisazione rivolta a Benedetto Valentino: BENEDETTO ATTENZIONE SI STANNO SCRIVENDO E “RIVELANDO” INESATTEZZE ENORMI: Mena Califano come può dire che “ricordo benissimo” quando confonde Cleopatra, Elizabeth Taylor e Richard Burton con la Madonna di Costantinopoli e San Giovan Giuseppe della Croce ? – In verità, si trattava del Film Cleopatra che stavano girando a Ischia Ponte nell’estate del 1962. Qui stiamo ricordando la tempesta del 4 novembre del 1966. In chiesa si pregava ogni giorno ed anche in quella mattina si pregò sicuramente con più intensità e senza nessun Vescovo a presiedere il gruppo di preghiera. Anche Il Mattino ha scritto cose per sentito dire. All’epoca avevo 25 anni e sono stato testimone oculare di tutto quanto accadde in quel brutto giorno. Quindi nessuna statua in processione, nessuna funzione speciale in chiesa e nessuna processione. Ricordo che insieme a Pino Buono ed a Giannino Savarese (Foto Castello) facevamo Fotografie per il Corriere dello Isola d’Ischia che dirigevamo insieme. Il Sindaco Umberto Di Meglio presente a Ischia Ponte ci rilasciò una intervista per il giornale. Portare la statua del Santo sul luogo della tempesta e suonare le campane in giorni tragici come quello ormai storico del 4 novembre di 55 anni fa,che produsse solo tanta paura e notevoli danni alle strutture di protezione del Borgo, sono e rimangono voci antiche che si diffondevano per l’isola qualche centinaia di anni fa, tra la fine del ‘700 ed inizio ‘800 quando il Borgo esposto alla furia del mare e dei venti impetuosi, gravitava indifeso completamente a mare senza la protezione del muraglione del piazzale delle alghe e dei vecchi blocchi che proteggevano il caseggiato e la torre campanaria della Cattedrale fino allo Scuopolo.

IL BORGO DOPO UNA DELLE ABITUALI TEMPESTE
IL BORGO DOPO UNA DELLE ABITUALI TEMPESTE

La storia ci tramando solo il racconto che si riferisce alla statua di Santa Restituta che i lacchesi devoti della giovane Santa africana, portarono dalla chiesa alla spiaggia vicina per invocare il miracolo in favore di due vecchi bastimenti balia del mare in tempesta. Rproponiamo qui il racconto nei dettagli. Fra i tanti episodi che si richiamano ai miracoli di Santa Restituta legati e non agli ex voto conservati nella chiesa, va ricordato uno abbastanza interessante e significativo, accaduto nell’autunno del 1887 al largo di Lacco Ameno che riguardò due bastimenti di Gaeta. Il primo di proprietà di un certo Francesco Farese che trasportava carbone, e l’altro di cui non si sa a chi appartenesse, era carico di legna. Erano le dieci del mattino – come ricorda don Pasquale Polito poi riproposto da don Pietro Monti nel suo libro “Gli ex voto di S. Restituta” del 1984 – le barche, così riassumiamo noi, trascinate dal vento impetuoso, trabalzavano paurosamente sulla cresta delle onde. Il popolo di Lacco si era riversato lungo il lido con il cuore stretto dalla più viva pietà per la sorte dei naufraganti. I più anziani che ricordavano un prodigio di 44 anni prima, pensarono di portare in processione e con pari fede, la statua di S. Restituta sul litorale. Corsero in chiesa, ma il sacerdote don Tobia Pascale li frenò. Per fare uscire la Santa per un frangente così particolare, bisognava che venisse informato il Vescovo. Don Tobia non voleva prendersi da solo questa responsabilità. Tentò tutti i mezzi per capacitare la folla. Pregò, supplicò, ma alla fine, davanti al popolo ormai furibond, lasciò la chiesa e si rifugiò presso un suo poderetto a Mezzavia. Il popolo senza esitare, si caricò sulle spalle la statuta di Santa Restituta e la portò in processione sulla vicina spiaggia. Momenti di fede sublime. Il popolo mosso a pietà per l’equipaggio dei due bastimenti che stavano naufragando nella tempesta davanti a Lacco Ameno, con i propri cuori palpitanti pregarono la Santa affinchè si compisse il miracolo con la seguente invocazione: “Santa Restituta, aiutali Tu”. Anche i naufraganti volsero le mani al cielo in segno di preghiera. La tempesta cessò come per incanto. Al ritorno in chiesa, trovarono don Tobia Pascale in lacrime, commosso in preghiera davanti all’altare a chiedere perdono. Poi il sacerdote con tutto il popolo presente, intonò l’inno di ringraziamento a Santa Restituta , patrona dell’isola d’Ischia e protettrice del mare.

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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